L’Europa non ci aspetta: Italia, basta scherzi

Siamo pronti ad una tre giorni importante per le sorti delle nostre squadre impegnate in Europa. Juventus e Milan in Champions, Inter, Lazio, Napoli e Udinese in Europa League. Sei club ancora in corsa nei rispettivi gironi per strappare una qualificazione, e in qualche caso, qualcosa di più.
Certo, non è tutto rose e fiori e alcune delle nostre rappresentanti arrivano con qualche problema di troppo o con il morale non al massimo; eppure non ci sono scontri proibitivi e – sulla carta – si può attendere con fiducia a un turno che ci sorrida. Anche perchè l'Europa non ci aspetta e una eventuale debacle continentale ci metterebbe in difficoltà nei ranking che decidono anche per i prossimi anni, il numero delle partecipanti nelle varie coppe.
El Shaarawy (8 reti in campionato e capocannoniere della serie A) è ovviamente l'osservato speciale per capire se il piccolo-grande Faraone trascinerà ancora una volta con i suoi gol la squadra. Ma questa sera sarà una prova del nove anche per Bojan Krkic – finalmente sembrato in forma come ai tempi del Barça – e per Montolivo – che sta prendendo le misure al centrocampo milanista. Da loro ci si aspetta dunque l'acuto che rilancerebbe i rossoneri nel Gruppo C, restando in scia alla capolista e scacciando il pericolo Zenit. A tre turni dalla fine, una vittoria a San Siro vorrebbe dire qualificazione all'80% e un capitombolo interno darebbe l'addio alle speranze di qualificazione.
Contro il Nordsjaelland, con il problema del gol – Sempre in Champions, più complicato in linea di massima rispetto a quello dei rossoneri, è il cammino della Juventus, reduce da tre pareggi consecutivi e alla ricerca del primo successo stagionale in Coppa. Penultimo posto nel proprio girone, con Shakthar e Chelsea che occupano la prima e la seconda posizione utili per la qualificazione. Nulla è compromesso ma non esiste un risultato diverso dalla vittoria domani sera allo JStadium e Antonio Conte – ancora squalificato – si giocherà un pezzo importante di stagione senza il proprio attuale top-player, Mirko Vucinic fermo ai box. Spazio a Bendtner contro i propri connazionali? La tentazione è forte anche per capire se rispedirlo al mittente già a gennaio. Perchè il vero tallone d' Achille bianconero è proprio capire chi può far gol visto che nella batteria di attaccanti non ve n'è uno che garantisca una certa continuità sottoporta.
La speranza è quella di fare, comunque, bottino pieno contro i danesi e sperare in un pareggio tra le prime due (o al massimo la vittoria degli uomini di Lucescu con il Chelsea che scivolerebbe al terzo posto). Ma non è ancora tempo di conti: la concentrazione è rivolta al risultato. Per scacciare una crisi che tutti vorrebbero ma che a Torino è ancora lontanissima.
La trasferta a Belgrado non sarà facile, anzi. Già a San Siro si è rischiata la figuraccia internazionale grazie al gol a tempo scaduto di Palacio che ha permesso ai nerazzurri di guidare il girone H a 7 punti dopo tre gare, spalla a spalla con il Rubin Kazan che contende il primato. Partizan e Nefcti a 1 solo punto e fuori dai giochi, ma tornare a Milano con tre punti in tasca significherebbe avere la qualificazione certa in tasca con due punti d'anticipo e con una vittoria che confermerebbe la forza esterna dei nerazzurri oltre al raggiungimento di un nuovo record di 10 successi consecutivi.
Di natura differente invece il momento in classifica di Udinese e Napoli.
I friulani nel gruppo A comandato dal Liverpool – malgrado l'impresa da Leoni ad Anfield degli uomini di Guidolin – c'è in palio il secondo posto con l'Anzhi di Samuel Eto'o. Giovedì al Friuli c'è da spegnere le speranze degli svizzeri dello Young Boys che a Berna hanno umiliato i bianconeri per 3-1 rientrando in corsa. Non sarà facile ma il Friuli in coppa quest'anno è inviolato e l'Udinese giocherà due delle tre gare che restano davanti al proprio pubblico.
Anche per il Napoli la situazione non è idilliaca ma i motivi sono differenti: se per i bianconeri si tratta di un problema di caratura tecnica, per i partenopei le colpe sono da attribuire più ad un turn-over scientifico e forse troppo radicale che hanno compromesso in parte il cammino europeo.
Sfumato il primo posto con la sconfitta contro il Dnipro, a punteggio pieno e con 6 punti di vantaggio sui partenopei, la corsa sarà fatta sul PSV, senza ripetere gli errori che hanno portato a due sconfitte su tre gare. Mazzarri lo sa e anche se ha annunciato cambi obbligatori tra coppa e campionato almeno fino a dicembre, giovedì sera al San Paolo è tutto pronto per la grande rivincita contro gli ukraini. Affidandosi, come sempre, al rientrante Matador Cavani