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L’Europa applaude Pep Guardiola. Il suo Bayern è una macchina da guerra

Lo strapotere fisico e tecnico mostrato nella gara di ritorno contro il Porto, ha messo in apprensione il resto del Continente calcistico. Chi può fermare lo squadrone tedesco? Dinanzi ai tifosi dell’Allianz Arena, è diventato quasi impossibile e il merito è tutto dell’ex allenatore del Barcellona.
A cura di Alberto Pucci
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Prendete il "tiki taka" ereditato in parte dall'ex squadra del suo allenatore, unitelo all'aggressività del Milan di Sacchi e al cinismo e alla concretezza del Chelsea di Josè Mourinho: miscelate bene ed il "cocktail" esplosivo del Bayern Monaco è servito. Guai a svegliare l'undici bavarese: questo il messaggio che arriva forte e chiaro dall'Allianz Arena. Guai a dubitare delle qualità di Pep Guardiola e di una squadra azzoppata dall'assenza di cinque titolari come Robben, Ribery, Schweinsteiger, Alaba e Benatia. Dopo i sei gol rifilati al Porto, per arrivare a Berlino la concorrenza dovrà fare i conti con la mostruosa creatura forgiata e plasmata dell'ex allenatore del Barcellona.

Una squadra capace di realizzare in Champions League 30 reti tra girone, ottavo e quarto di finale, incassando soltanto 8 gol. Un ruolino di marcia spaventoso, composto da 7 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte, che riporta in prima pagina il nome di Guardiola e l'incredibile fame dei bavaresi. Vicinissimi al loro 25esimo "Meisterschale", Lahm e compagni hanno messo in campo anche in Europa una devastante voglia di vincere e di divertire il pubblico di casa che, anche dopo il fischio finale, è rimasto in adorazione di una squadra meravigliosa che si è letteralmente inginocchiata davanti alla tifoseria del Bayern.

Pantaloni strappati, Guardiola tradito dall'esultanza
Pantaloni strappati, Guardiola tradito dall'esultanza

Berlino aspetta – La simbiosi tra la straordinaria formazione di Pep Guardiola ed il pubblico dell'Allianz Arena è totale. Alle latitudini di Monaco, il dodicesimo giocatore c'è davvero e si fa sentire per tutta la partita. Spinge forte con i suoi decibel, così come spinge sulla fascia l'instancabile Lahm, vecchio guerriero e capitano di una truppa mai doma che ha in Muller e Lewandoski (senza contare Robben e Ribery) dei "killer" di area da rigore di grandezza mondiale. In un confronto su due gare, oggi come oggi, chiunque farebbe fatica a violare lo stadio tedesco…anche le stesse rivali spagnole indicate da molti come favorite per la conquista della Champions League.

Il Bayern Monaco ha azzannato ottavo e quarto di finale con una voracità pazzesca, sotterrando di gol prima lo Shakhtar e poi il Porto. Un capolavoro da far vedere (e rivedere) nelle scuole calcio, che è valso la quarta semifinale consecutiva di Champions League. Il tutto a pochi giorni dalla sfida decisiva contro l'Hertha che, in caso di vittoria e simultaneo pareggio o sconfitta del Wolfsburg, regalerebbe il terzo titolo consecutivo in Bundesliga al Bayern Monaco. Berlino, intesa come squadra e come città, potrebbe quindi regalare una doppia gioia ai bavaresi. La capitale è sempre più nel destino di Pep Guardiola: il vero principale artefice di questa squadra meravigliosa.

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