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Devastante e famelico: il Bayern spazza via il Porto e vola in semifinale

Applausi a scena aperta per la super potenza tedesca, che rifila un clamoroso 6-1 alla formazione di Lopetegui. Senza mezza squadra, Guardiola (che termina la partita coi pantaloni strappati) regala spettacolo e manda un messaggio alla concorrenza: il Bayern Monaco vuol volare a Berlino.
A cura di Alberto Pucci
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In Spagna si chiama "Remuntada", in Germania porta il nome di Pep Guardiola. Il tecnico era stato chiaro sin dalla vigilia. Aveva chiesto un Bayern d'attacco e spronato i suoi alla riscossa dopo l'inattesa sconfitta di sette giorni fa. "Passiamo noi, fidatevi", aveva detto alla vigilia l'ex allenatore del Barcellona, in un impeto (inusuale per lui) di rara presunzione. Pep ha avuto ragione. Lahm e compagni hanno preso alla lettera l'input del tecnico spagnolo, schiacciando l'avversario subito dopo il fischio d'avvio dell'inglese Atkinson. A caccia della quarta semifinale consecutiva Champions League, e ad un passo dal titolo in Bundesliga, i bavaresi hanno attaccato il Porto come uno squalo di fronte ad una preda ferita.

Un assedio costante che non ha lasciato respirare l'undici lusitano: tramortito dall'avvio a doppia velocità dei campioni di Germania. Quella dei bavaresi è stata una notte magica. Il successo roboante farà parlare, ed entra di diritto nell'ampia bacheca di goleade alle quali i tifosi del Bayern Monaco sono (fortunati loro) abituati. Una vittoria che regala la semifinale e che vendica, a distanza di anni, l'unica vittoria dei lusitani contro la formazione tedesca: quella del 1987, quando il Porto alzò la Coppa dei campioni in faccia a Rumenigge e compagni.

Il pantalone strappato di Guardiola
Il pantalone strappato di Guardiola

Dopo il 3-1 incassato in Portogallo, il Bayern Monaco ci ha messo solo 22 minuti a ribaltare il risultato e a blindare la qualificazione. Sfumata l'azione che, al decimo, portava Lewandoski a colpire il palo alla sinistra di Fabiano, l'undici di Guardiola rompeva il muro del Porto quattro minuti più tardi: cross di Bernat, stacco perentorio di Thiago Alcantara che, di testa, bucava il portiere avversario. La conclusione centrale di Muller, al 21esimo, era l'ennesimo campanello d'allarme per la difesa lusitana che crollava per altre due volte in soli cinque minuti. Il 2-0 di Boateng, arrivato grazie ad un colpo di testa preciso, precedeva di pochi secondi la spettacolare azione del terzo gol.

Una rete che faceva scattare in piedi l'impianto di Monaco: lancio verso Lahm, cross del capitano, sponda di Muller per Lewandoski che, ancora di testa, portava a 3 i gol da segnare sul tabellone luminoso dell'Allianz Arena. Tre capocciate che tramortivano il Porto, incapace di reagire e sempre nell'angolo sotto i colpi di un Bayern famelico e concentrato. Un primo tempo da incorniciare, per intensità e spettacolo, che si chiudeva con il quarto sigillo di Muller, fortunato a trovare la deviazione decisiva di Martins Indi, ed il quinto di Lewandoski: magistralmente servito da un Muller in serata di grazia. Un'incredibile tiro a segno, che solo il "gong" del primo tempo, riusciva a fermare.

Aperto da una girata a fil di palo di Götze, il secondo tempo riprendeva nella stessa maniera in cui era terminata la prima frazione di gioco: Bayern Monaco in avanti, Porto a fare il solletico a Xabi Alonso e soci. Proprio lo spagnolo, inguardabile nella gara in Portogallo, andava vicino al sesto gol con una punizione morbida che sibilava di poco alta sulla traversa di Fabiano. Un'occasione che toccava nell'orgoglio il Porto che, complice l'inserimento del "pilota automatico" dell'avversario, abbozzava una timida reazione che generava la gioia personale di Jackson Martinez: autore del 5-1 al minuto 74. Colombiano scatenato anche due minuti più tardi, quando sfiorava il secondo gol con un destro di poco fuori. Con il sangue agli occhi e con la speranza di riaprire la partita (al Porto sarebbero bastati altri due gol per la qualificazione), i lusitani ci hanno provato fino al novantesimo (anche in 10 uomini, dopo l'espulsione di Marcano), prima di abbassare la testa davanti al sesto sigillo bavarese.

A due minuti dal termine, infatti, anche Xabi Alonso trovava la via della rete con una punizione fantastica che sorprendeva Fabiano. Un riscatto anche per l'ex Real Madrid, tra i protagonisti in negativo del match d'andata. Grazie a questo 6-1, il Bayern Monaco centra la sua quarta semifinale consecutiva, candidandosi a favorita per giocare la finalissima. Senza Robben, Ribery, Alaba, Schweinsteiger, Starke e Benatia, Pep Guardiola ha dimostrato che la sua è una squadra di un altro pianeta, anche al netto di pesanti assenze. Sarà interessante vederla in azione contro le altre tre potenze continentali (Barcellona in primis), che lotteranno per arrivare a Berlino. Per il povero Lopetegui, bravo ad alimentare un sogno impossibile, è stata una lezione di calcio. Novanta minuti che hanno detto molto sulla differenza tra i due tecnici. Una verità impietosa per l'allenatore del Porto: per arrivare ad avvicinare l'amico Guardiola, la strada è ancora molto lunga.

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