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L’Arno come la piscina di “Cocoon”: Massimo Ambrosini riparte da Firenze

Dopo diciotto anni vissuti a stretto contatto con il Diavolo, Massimo Ambrosini rinasce a nuova vita nel capoluogo toscano. Città, squadra e allenatore sono pronti ad accoglierlo, dopo l’amara separazione dal club milanese.
A cura di Alberto Pucci
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Prime strette di mano – Non che il viola non gli stia bene addosso, anzi. E' che certi abbinamenti, tra giocatore e maglia, il tifoso non è abituato neanche ad immaginarli, figuriamoci a vederli realmente. In passato è toccato a molti altri suoi colleghi, oggi tocca a lui: a Massimo Ambrosini da Pesaro. Questo è il calcio che "mastichiamo" oggi, signori. Quello che prima era soltanto inimmaginabile, oggi invece può tranquillamente avverarsi. La storia dell'ormai ex centrocampista rossonero, nonostante non sia la prima (basti pensare cos'è successo a Del Piero, ad esempio), non lascia però del tutto indifferenti…specialmente a Milano dove molti tifosi milanisti stanno ancora "rumoreggiando" per la scelta e, soprattutto, i modi con cui è stato "rottamato" il capitano di mille battaglie. Massimo Ambrosini, presentato ieri a stampa e tifosi gigliati in quel di Montecatini, riparte da una piazza importante, da un club prestigioso e da un tecnico che conosce molto bene per averci giocato contro e, in alcune situazioni, anche insieme (con la maglia della Nazionale ad Euro 2000). Le parole di Montella e la decisione con cui la società gigliata si è tuffata sul giocatore (svincolato), ha convinto "Ambro" della bontà della sua scelta e del fatto che, anche a 36 anni, tutto può ancora succedere. Chiusa una porta, si apre un portone: niente di più vero anche per il futuro numero 21 viola (la maglia 23 è occupata) che, con i suoi nuovi colori, giocherà per confermare lo scorso brillante campionato e per conquistare quell'Europa svanita immeritatamente all'ultimo perchè, come ha ammesso il biondo centrocampista, "anche la Fiorentina avrebbe meritato di giocare la Champions".

Il passato non conta più – Dopo i saluti "glaciali" di Adriano Galliani e quelli, decisamente più commossi, dei suoi ex compagni, l'uomo delle trecentoventisei partite (!) in rossonero è pronto a voltare pagina: "Il Milan, ormai, è il passato – ha dichiarato nella sua prima conferenza stampa da giocatore della Fiorentinae da questo momento voglio pensare solo alla mia nuova squadra". Chi si aspettava un "tackle" rude, un'intervento scomposto a palla lontana, si è dovuto ricredere. Ieri, così come successe nella triste ed indegna chiacchierata finale con i giornalisti milanesi, Ambrosini non ha voluto affondare il colpo con la sua vecchia dirigenza, evidentemente colpevole di lesa maestà. Se l'è cavata da "signore", l'ex capitano del Milan, ricordando soltanto che avrebbe gradito "una maggiore attenzione nei suoi confronti". E così, proprio nel giorno dell'investitura ufficiale di Riccardo Montolivo quale nuovo capitano del Milan, Massimo Ambrosini è pronto a tuffarsi nella piscina viola sperando in un effetto benefico stile "Cocoon". Bloccato nelle sue ultime stagioni milanesi da molti problemi fisici, che lo hanno inevitabilmente allontanato dagli occhi di Massimiliano Allegri, "Ambro" cerca una seconda giovinezza in riva all'Arno: un "copia ed incolla" di ciò che è successo a David Pizarro e ad Alberto Aquilani che, a Firenze, sono rinati a nuova vita calcistica.

Da Balotelli a Gomez – Saranno giorni di "studio" e di ambientamento, quelli che aspettano il nuovo centrocampista della Fiorentina. Da Milanello a Montecatini (e poi, successivamente, in Trentino) il salto è notevole. Nuove abitudini, nuovi metodi di lavoro e, soprattutto, nuovi compagni da conoscere. "Mario Gomez l’ho affrontato e sulle sue qualità non si discute: può spostare gli equilibri – ha risposto Ambrosini a chi gli chiedeva del top player in arrivo dalla Germania – Spero che l'adattamento al campionato italiano non gli dia problemi, è un grandissimo attaccante". L'erede teutonico di Batistuta verrà presentato lunedi dopo che, nei giorni scorsi, era sbarcato anche Joaquin: altro pezzo da "novanta" acquistato da Pradè e dalla famiglia Della Valle. In attesa di capire cosa succederà con Jovetic e Ljajic, l'undici viola sta prendendo corpo (e che corpo!) intorno alla figura del carismatico ed esperto mediano ex-Milan, collante perfetto tra giovani ancora acerbi e big non di primissimo pelo. "Darà tantissimo alla causa viola" ha scommesso Vincenzo Guerini che, da queste parti, qualcosa conta. "Ciò che mi colpisce è l’esempio che dà già adesso in campo, la serietà e la professionalità che mette in ogni allenamento. Spero che i giovani lo prendano come esempio”. Cresciuto sotto l'ombra e lo sguardo attento e severo di giocatori come Demetrio Albertini e Marcel Desailly, Massimo Ambrosini è pronto a fare da "chioccia" alle nuove leve della "cantera" fiorentina. Leader in campo e fuori. Sin dal 1995 quando prima Bruno Bolchi, nel Cesena, e poi Fabio Capello, al Milan, gli insegnarono a stare al mondo (calcistico) e a "coprire" una certa zona del campo. Anni di sudore e vittorie da tramandare al prossimo. A Milano, evidentemente, il suo "know how" non serviva più. A Firenze, invece, sono convinti del contrario. Il prossimo campionato ci dirà chi ha avuto ragione!

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