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L’arbitro Daniele Orsato dopo Inter-Juventus: “I miei figli sono agitati”

L’odio dei tifosi beceri è arrivato anche a Recoaro, dove risiede l’arbitro che sabato sera ha diretto la gara di campionato a San Siro. L’ostilità è tale che un uomo, per nulla legato da un vincolo di parentela stretto con il fischietto veneto, è stato costretto a denunciare minacce e intimidazioni. La colpa? Avere lo stesso cognome di Orsato.
A cura di Maurizio De Santis
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Acqua oligominerale, quanto bisognerà berne per depurare l'organismo dalle scorie dell'ultima giornata di campionato? A Recoaro, comune in provincia di Vicenza, le proprietà salutari delle Terme sono finite in secondo piano. E' il paese dove risiede l'arbitro Daniele Orsato, il direttore di gara della sfida tra Inter e Juventus, dell'espulsione di Vecino ma non quella di Pjanic, del Var e delle polemiche che hanno incendiato il finale di stagione in Serie A.

Intimidazioni. Echi di quanto accaduto sabato sera sono arrivati anche in quell'angolo di paradiso nell'alta Valle dell'Agno, ai piedi delle piccole Dolomiti: l'odio per il direttore di gara che – secondo la vulgata comune – avrebbe favorito i bianconeri a Milano (e di riflesso nella corsa scudetto contro il Napoli) è rimbalzato da una parte all'altra dell'Italia fino a giungere sotto casa del fischietto italiano. A raccontare la vicenda è il Corriere di Verona che descrive il clima malsano – a dispetto della salubrità del luogo – che grava da quelle parti. Una donna – con ogni probabilità moglie dell'arbitro – si affretta a entrare dentro casa e quando le chiedono chi sia lei replica con ansia. "Sono la moglie di Daniele Orsato. No, non rilascio dichiarazioni. Non dico niente. Non lo vedete come siamo messi?". E i carabinieri sorvegliano l'abitazione.

Ansia. Il marito è lì, a pochi passi. Si avvicina al reporter e nel frattempo invita i figli a varcare la soglia dell'abitazione. "Sono agitati e non voglio che si preoccupino – si legge nell'articolo, poi aggiunge -. Telefoni alla Federazione e chieda, io di mio non dichiaro niente".

Scambio di persona clamoroso. Lo stato d'animo è comprensibile: si avverte l'ostilità fortissima dell'opinione pubblica, la tensione è palpabile. Prova ne è che avere quel cognome può scatenare l'inferno. E' successo al signor Roberto Orsato (anche lui di Recoaro): da qualche giorno la sua vita è diventata impossibile perché scambiato per fratello dell'arbitro nonostante in realtà non vi sia alcun legame di parentela stretto. Insomma, ha ‘la colpa' di avere lo stesso cognome e risiedere anche lui nella stessa città: tanto è bastato perché il tifo che corre sul web indirizzasse contro di lui insulti e minacce di ogni tipo prendendo di mira i suoi profili social, telefonando a casa della madre e perfino sul posto di lavoro (ne dà notizia il Giornale di Vicenza). Null'altro ha potuto fare che denunciare quanto accaduto, sperando che la tempesta mediatica passi in fretta e anche lassù si possa respirare di nuovo aria buona.

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