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Juventus, Milan e Lazio: la 10a giornata di Serie A le laurea per la lotta-scudetto

I bianconeri mantengono la leadership vincendo a San Siro sui resti dell’Inter. Il Milan smaschera tutti i limiti della Roma, mentre la Lazio si impone a Cagliari. Con l’Udinese pronta a fare da quarto incomodo, lo scudetto oramai è cosa loro.
A cura di Alessio Pediglieri
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serie a post 10a

Si stanno ristabilendo i giusti equilibri in Serie A. Ci sono volute nove giornate ma alla fine i valori in campo e in classifica si sono delineati nel loro insieme. Juventus, Udinese, Lazio, Milan. Sono loro che si giocheranno almeno fino alla fine del girone d'andata, i primi posti. Gli altri, hanno lasciato la mano venendo scoperti nei vari bluff. Il Napoli si è ritrovato incapace di gestire un doppio appuntamento in contemporanea, scegliendo – chissà quanto incosciamente – la ribalta europea sempre che prima o poi non soffra di vertigini da Champions. La Roma di Luis Enrique è un cantiere ancora troppo aperto per poter parlare di un progetto in divenire: se fosse un palazzo, saremmo ancora ai progetti su carta e una stagione è troppo breve per vederne la struttura poggiare sulle fondamenta. Dell'Inter si è già detto tutto, in attesa che faccia il contrario di tutto ciò che ha fato finora, risalendo la china di una classifica da retrocessione. Per il resto, si assisterà verosimilmente fino alla fine ad una congestionata lotta per la salvezza, con ribaltamenti in classifica delle varie comprimarie visti gli equilibri in campo di almeno 10-12 squadre tutte sullo stesso livello.

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Juve, Milan e Lazio si impongono in trasferta

La decima giornata di campionato ha avuto un filo conduttore costante, le vittorie esterne. Solo tre, ma tutte arrivate dalle prime in classifica: la Juventus a Milano, il Milan a Roma e la Lazio a Cagliari. Sono queste le partite che hanno caratterizzato l'ultimo weekend di Serie A. I rossoneri di Allegri, con il 2-3 all'Olimpico sono planati sul progetto Roma mettendo alla luce tutti i problemi giallorossi, conquistando la quinta vittoria su cinque partite e risalendo fino alla terza posizione a 2 punti dalla vetta. Merito di un gruppo che ha ritrovato se stesso e oggi gioca senza guardare in faccia l'avversario di turno. Merito anche della Juventus che, con la vittoria sul Milan prima della sosta, ha scosso il Diavolo ridestandolo dal letargo. Una Juve che si è tolta alcuni sassolini sabato sera con l'1-2 contro l'Inter, andando a suonarle alla rivale di sempre in un momento storico particolare. Era dal 2006 che i bianconeri non si presentavano in vetta alla classifica contro i nerazzurri, proprio l'anno prima di Calciopoli, quando vinsero per distacco l'ultimo scudetto poi contestato. Allora la Juve finì a +14 dall'Inter, oggi è "solo" a +11 ma siamo a ottobre e c'è tutto il tempo per trovare una nuovo record "per dispersione". Conte predica calma e crescita, ma sono parole al vento in un ambiente in cui – dopo aver preso a pallonate le due milanesi – si riassaporano profumi dei bei vecchi tempi vincenti. Non da meno, il successo esterno della Lazio domenica sera a Cagliari, su un campo e contro un avversario in piena crescita. Reja ha in mano un gruppo solido, compatto e motivato, trascinato da Miro Klose autentico leader a suon di gol decisivi. I capitolini – brutti in Europa quanto belli in Italia – restano ad un punto dalla vetta, pronti ad approfittare di passi falsi altrui e coscienti di avere ulteriori ampi margini di miglioramento.

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Riscatto Udinese, scivolone Napoli

L'Udinese si è ripresa immediatamente dalla prima sconfitta stagionale in Serie A che l'aveva fatta tornare con i piedi per terra. 1-0 al Palermo e tre punti di piombo, grazie al solito inossidabile Antonio Di Natale, Pallone d'Oro del gol in attesa di poterlo essere davvero. Sua la rete decisiva che ha deciso la partita contro i rosanero rilanciando i friulani al secondo posto e confermando il bomber napoletano in vetta alla classifica marcatori. Una prova di maturità per una squadra che ha gestito il vantaggio capitalizzando il massimo. Non come il Napoli che a Catania ha perso 2-1. Gli etnei di Montella hanno non solo recuperato lo svantaggio iniziale ma hanno saputo anche trovare il vantaggio difendendolo in ogni modo. Per i partenopei un chiaro segno di resa momentanea in campionato visto che gli appuntamenti di Champions pesano più del dovuto: per assurdo, visto che in Europa si spera in una clamorosa qualificazione nel girone di ferro, proprio la Champions League sta assorbendo tutte le energie mentali e fisiche dei giocatori di un Mazzarri che ogni volta prova a fare il turn-over viene punito. A dimostrazione di una rosa non completa e di un atteggiamento da sprovincializzare il prima possibile perchè nel momento in cui il sogno europeo dovesse implodere, il Napoli in classifica si ritroverebbe lontano da altri obiettivi.

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Inter, si salvi chi può

Lontano, anzi lontanissimo è invece l'Inter. Battuta dalla Juventus, malgrado avesse giocato una buona gara, la squadra di Ranieri oggi deve guardare gara dopo gara senza curarsi di ciò che avviene altrove. Otto punti in nove gare sono da cavalcata verso la Serie B e poco conta che i vari Lecce, Cesena, Bologna e Novara siano tecnicamente inferiori ai nerazzurri che sono stracolmi di problemi. Maicon, infortunato, è l'ultimo e il più grave proprio in un reparto in cui Ranieri non riesce a trovare soluzioni adeguate venendo tradito da chi – leggasi Chivu – ha lamentato il fatto di giocare fuori ruolo con un conseguente scarso rendimento in campo. Se da un lato gli infortuni ci sono e pesano (Ranocchia, Samuel, Forlan, Maicon, Thiago Motta) dall'altro pesano  e ci sono giocatori completamente fuori forma (Lucio, Chivu, Milito) con il solo Sneijder che canta e porta la croce mentre i suoi compagni arrancano e soffrono per 90 minuti. La sorte non aiuta, la traversa di Pazzini tre minuti prima del raddoppio bianconero è la fotografia della stagione nerazzurra. Ma se ci si dovrà affidare da qui a maggio ai vari Castaignos, Alvarez, Obi, Milito e Zarate la stagione sarà lunghissima e molto dura.

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Colpi di coda

Applausi al Siena che ha rifilato un poker sonoro ad un Chievo frastornato e irriconoscibile. Adesso i bianconeri sono a metà classifica soddisfatti di quanto fatto fino ad oggi e pronti a mantenersi su livelli dignitosi approfittando dei momentaci delle altre. Così come il Bologna che in casa ribalta il risultato e ferma l'Atalanta di Colantuono con un sontuoso 3-1 che ha festeggiato il ritorno al gol di Di Vaio. Nella giornata dove c'è stato solo un pareggio, brinda ai tre punti anche Mihajlovic contestato apertamente al Franchi prima, durante e dopo Fiorentina-Genoa 1-0. Il serbo non è più gradito alla tifoseria ma il successo grazie alla rete di Lazzari gli ha permesso di proseguire il suo lavoro fino alla prossima domenica dove un risultato negativo lo potrebbe far ripiombare sull'orlo dell'esonero. Si scuote anche il Parma dopo le due sonore sconfitte nelle ultime due partite. Malgrado Govinco sbagli un rigore, i ducali vanno oltre il Cesena battuto 2-0 con i gol che arrivano dalla difesa e con Giampaolo esonerato: tre punti in 9 gare sono troppo pochi per tergiversare ancora in attesa di un eventuale riscatto.

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