Juventus, Marotta: “Supercoppa quasi regalata, ora lo scudetto è obbligatorio!”
La ferita è ancora aperta e ci vorrà del tempo per guarirla. L'esito della lunga sfida contro il Napoli, ha macchiato il 2014 della Juventus che, fino al rigore di Padoin, era stato perfetto e in linea con le aspettative della società piemontese. A parlare del futuro bianconero e a tracciare un bilancio di fine anno, ci ha pensato Beppe Marotta: "C'è un pizzico di delusione per come è finita a Doha – ha spiegato il dirigente juventino, alla Gazzetta dello Sport – Avevamo la coppa in mano, abbiamo buttato due match point e, di fatto, l’abbiamo quasi regalata al Napoli che, comunque, si è dimostrata un'ottima squadra. La Supercoppa è un piccolissimo puntino nero su un foglio bianchissimo. Quale voto per i primi mesi dell’era Allegri? Il voto per il mister e per i ragazzi è 8". In attesa dei colpi di mercato ("Cerchiamo un difensore, stiamo ancora valutando se puntare a un terzino o a un centrale"), Marotta fissa gli obiettivi per il 2015: "Lo scudetto è un obbligo, così come lo era entrare negli ottavi di Champions. Sogno i quarti di finale e vorrei vincere anche la Coppa Italia, trofeo che ci manca da troppo tempo".
I meriti del presidente – Nella lunga intervista rilasciata al quotidiano milanese, Beppe Marotta ha parlato anche del suo futuro e del rapporto con Andrea Agnelli: "In molti mi cercano? Ringrazio, ma il mio futuro è il presente – ha precisato – Quando abbiamo costruito la squadra, non immaginavamo di raggiungere risultati tanto importanti in così poco tempo. Il merito più grande è di Andrea Agnelli, un dirigente capace e illuminato". A proposito di rapporti personali, l'intervista è servita a Marotta per togliersi un sassolino dalla scarpa: "L'attacco di Lotito nei miei confronti? Il suo è stato un comportamento deplorevole. Sono stato toccato personalmente e stiamo ancora valutando cosa fare. Assurdo che non mi sia stato permesso di andare per vie legali". Il cuore, e il futuro, di Marotta sono 100% bianconeri: "Vorrei concludere qui la carriera, ma so bene come vanno le cose nel calcio. Come diceva il grande Rocco: se vinci sei un bravo ragazzo, se perdi sei invece un mona".