Juve show: il Cholo non canta più, Allegri la domina sulle fasce. Al resto pensa CR7
Il re della Champions. Cristiano Ronaldo ha segnato più gol da solo di 118 delle 140 squadre che hanno l'hanno giocata almeno una volta. Ne segna tre, la ribalta lui, la chiude sul rigore che si procura Bernardeschi, decisivo nei corridoi. Allegri e la Juve hanno interpretato un copione da grande squadra, una serata da campioni. Hanno aperto la difesa dell'Atletico, attaccato i punti deboli, i due terzini dei Colchoneros. Hanno eroso le certezze con Cancelo e Spinazzola a tutta fascia, con un Emre Can terzo dietro in costruzione e presente sempre negli ultimi trenta metri. Ronaldo gioca la partita da centravanti che i tifosi juventini avrebbero voluto vedere. Integrato con Mandzukic
Spinazzola e Bernardeschi dettano i tempi
Spavaldo e spigliato, Spinazzola facilita con la sua spinta i primi due brividi della partita. La Juve, che dopo il gol annullato a Ronaldo prende controllo del campo e occupa la metà campo dell'Atletico, parte a ritmi decisamente alti, Allegri ha preparato la partita per sfruttare il mismatch con i due terzini, Arias e Juanfran, adattato a sinistra dal lato di Cancelo e Bernardeschi. Particolare anche la posizione che occupa Emre Can che diventa terzo difensore nella fase di costruzione bassa con Cancelo molto più aperto per prendere alle spalle Lemar, più offensivo. Bernardeschi, che va per corsie interne, porta dentro Juanfran e favorisce le aperture di campo verso destra.
La Juve schiaccia l'Atletico
La Juve vuole allargare la difesa dell'Atletico che difende sempre occupando il centro e cercando di far defluire la manovra avversaria sulle corsie ma d'altra parte Allegri, con la richiesta a Emre Can di arretrare protegge la difesa nelle transizioni negative e non lascia Chiellini, alla 500ma in bianconero, e Bonucci all'uno contro uno con Griezmann e Morata. Can, però, completa 8 passaggi su 8 negli ultimi 30 metri al 20′. L'Atletico, attento ad aggredire le seconde palle a centrocampo, lascia il possesso alla Juve. Pjanic, leader per passaggi nella trequarti offensiva dopo 20 minuti, cerca con frequenza Cancelo, sistematicamente ricambiato.
Superiorità decisiva sulle fasce
Con un ritmo così alto e una gestione della palla pressoché integrale, 122 passaggi a 45 dopo un quarto di gara, la Juve rifiata, respira, poi risale come l'onda che avvolge e travolge. Bernardeschi si defila a sinistra per tracciare il cross sul secondo palo che costruisce un gol in stile Juventus: salta CR7 e diventano 23 i gol in carriera all'Atletico Madrid.
Il portoghese è in una sola delle prime dieci combinazioni di passaggi alla mezz'ora, le cinque aperture per Spinazzola, che insieme a Cancelo ha creato cinque delle sette occasioni nel primo tempo per la Juve.
Centrale Pjanic, Emre Can ovunque
Si vede la centralità di Pjanic, coinvolto in quattro delle prime cinque, si eleva in una partita di ritmo, intensità, carattere. Bernardeschi prova a fare il Cristiano Ronaldo, punizione e rovesciata appena alte. La Juve tira fuori il meglio delle qualità di ampiezza, circolazione rapida, qualità tecnica. Matuidi chiude le linee di passaggio negli spazi intermedi, l'attenzione difensiva si vede negli spazi sempre stretti in fase di non possesso, nei raddoppi sistematici, nella disponibilità alle coperture preventive.
Emre Can è praticamente ovunque, Spinazzola continua a tenere Arias sul filo di una pressione costante, Bernardeschi continua a oscillare fra le linee, Lemar che è naturalmente votato al pensiero creativo non lo tiene nei corridoi, gli concede aria, modi e tempi per entrare con e senza palla. CR7 gioca una partita da centravanti come nell'ultimo periodo al Real con Zidane, meno presente nel gioco ma determinante in area: di testa le prende quasi tutte lui. Le certezze dell'Atletico, che accetta anche i cross dalle fasce contando su Gimenez e Godin e all'andata ha fatto la differenza con la cattiveria su angoli e punizioni, anche fisicamente sembra pagare. Davanti, Griezmann si linita a qualche contro-movimento fra le linee ma la difesa di fatto a tre della Juve rischia solo sul colpo di testa di Morata al tramonto del primo tempo.
Simeone passa al 4-3-3
Il secondo tempo si apre sullo stesso binario. Bernardeschi resta fonte di imprevedibilità e scompensi difensivi negli spazi interni, perché Juanfran non sa mai se seguirlo dentro o lasciarlo libero e intanto andare a coprire Cancelo. Proprio da quel lato matura il raddoppio, con un altro cross sul secondo palo: CR7 si smarca, si eleva in testa a Ginenez, in mezzo ai centrali, e fa 2-0. Aveva segnato un solo gol negli ultimi 45 tiri in Champions prima di stasera. In 50 minuti ha raddoppiato il bottino di gol europei in stagione.
Entra Correa, che va a destra, per Lemar. Simeone passa di fatto al 4-3-3 con Griezmann più largo a sinistra. Una disposizione che evidentemente richiede ai terzini una posizione e un'applicazione leggermente diversa per non portare i due attaccanti avversari verso il centro, a vedere la porta. La Luve risponde con Dybala per Spinazzola.
La Joya va più centrale, alle spalle dei due attaccanti. Libero di muoversi sulle corsie, fra le linee. Ci mette un po' la Juve a capire la nuova disposizione tattica dopo la sostituzione. I bianconeri si mettono a quattro. Emre Can arretra da terzino destro, quasi a uomo su Griezmann, Cancelo si sposta a sinistra sulle tracce di Correa. Un cambio di impostazione che è la risposta al 4-3-3 più aperto del Cholo, e alla presenza di quattro uomini offensivi negli ultimi 20 metri quando da dietro si inserisce Koke.
Rischia Simeone con Vitolo, un'ala destra che può aggiungere gamba e fisico nella trequarti, per Arias. Si ridispone la difesa con Juanfran a destra e Saul sacrificato da terzino sinistro. Ma è sempre Bernardeschi fra le linee a esacerbare i disequilibri, evidenti nell'occupazione degli spazi delle due squadre.
La grande notte della Juve si chiude col pallone tra i piedi di Dybala. Questa è la sera di Cristiano Ronaldo e Bernardeschi, di una Juve che ha vinto da grande squadra.