Juve, Napoli, Inter: come e quanto il ‘decreto crescita’ può incidere sul calciomercato
Cavani e James Rodriguez al Napoli, Pogba alla Juventus e Lukaku all’Inter, il Decreto crescita può riportare i top player in Serie A. In vigore dal 1° maggio, i nuovi incentivi fiscali infatti rendono ancora più appetibile e più ampio il regime che da qualche anno mira ad attrarre in Italia "capitale umano". L’agevolazione (la quota di reddito soggetta a tasse scende al 30%, e addirittura fino al 10% per chi si trasferisce in una regione del Mezzogiorno) prevista dal nuovo “Decreto Crescita” (il Decreto legge n. 34 è stato pubblicato lo scorso 30 aprile nella Gazzetta Ufficiale) è alla portata di tutti coloro che si trasferiranno dal 2020 nel Bel Paese indipendentemente dal fatto che si tratti di cittadini italiani o stranieri senza particolari qualifiche e anche mai residenti in Italia.
Italiani di ritorno ma anche tanti top player
Tale agevolazione si applicherà a tutti i lavoratori (su redditi da lavoro dipendente, autonomi e anche di impresa) che non siano stati residenti in Italia nei due periodi d’imposta precedenti e che si impegnino a risiedere per almeno due anni e a svolgere prevalentemente attività lavorativa in Italia e durerà per cinque anni. Il Decreto è stato letto, giustamente, come una grande opportunità per tanti settori dell’economia, compreso il calcio come dimostrano le prime operazioni e le prime voci di questa imminente sessione di calciomercato.
Napoli, la big più “attraente” d’Italia
Tra le big italiane la squadra che maggiormente potrà trarre beneficio dal nuovo Decreto Crescita è senza ombra di dubbio il Napoli del presidente Aurelio De Laurentiis, unica fra le società di vertice del calcio nostrano del Sud Italia e quindi unica a consentire agli eventuali nuovi acquisti (che rientrino nei parametri di cui sopra) di poter usufruire della tassazione più bassa possibile sul proprio reddito da lavoratore dipendente dato che, come già accennato, per chi si trasferirà nel Meridione la quota di reddito soggetta a tasse è solo del 10%.
Quanto costerebbe James Rodriguez?
Per questo andiamo a vedere quanto effettivamente ciò potrebbe influire sul prossimo calciomercato del club partenopeo. Nel dettaglio è anche grazie a questo fattore che le quotazioni dell’approdo in azzurro di James Rodriguez (che non sarà riscattato dal Bayern Monaco e che il Real Madrid, proprietario del suo cartellino, dovrebbe cedere per una cifra vicina ai 45 milioni di euro) sono in aumento. Grazie alle agevolazioni previste dal Decreto Crescita infatti l’ingaggio da 7 milioni di euro all’anno del trequartista colombiano peserebbe sulle casse del club campano soltanto poco più di 7,5 milioni, vale a dire meno rispetto a quanto incidono al lordo gli attuali contratti di Lorenzo Insigne e Dries Mertens, quasi la metà rispetto a quello che porterà Kalidou Koulibaly a guadagnare più di 6 milioni netti a stagione che entrerà in vigore dal prossimo luglio.
E Cavani?
Per la stessa ragione il ritorno dell’ex centravanti azzurro, mai dimenticato ai piedi del Vesuvio, Edinson Cavani che oggi al Paris Saint-Germain guadagna 10 milioni di euro netti all’anno, annualmente costerebbe circa 11 milioni di euro lordi (prendendo un calciatore che già risiede in Italia invece il lordo sarebbe di quasi 18,5 milioni di euro all’anno per intenderci). Se invece il Matador dovesse essere acquistato da un altro top club italiano che abbia sede nel centro o nel Nord Italia il suo ingaggio netto annuale da 10 milioni di euro costerebbe al club circa 12,5 milioni (qui infatti la quota di reddito soggetta a tasse sale al 30%) mentre l’impatto annuale di James Rodriguez in questo caso sarebbe di poco inferiore ai 9 milioni.
Diritti d’immagine: arma in più per De Laurentiis
Se a ciò si aggiunge anche il fatto che le agevolazioni del nuovo Decreto Crescita riguardano anche la gestione dei diritti di immagine (se il calciatore li lascia alla società sono detassati del 90%), punto focale della politica aziendale del patron De Laurentiis, appare ancora più evidente come dal punto di vista strettamente economico l’acquisto di Edinson Cavani e di James Rodriguez siano nettamente più convenienti rispetto a quello di due calciatori di pari livello che però negli ultimi due anni sono stati residenti in Italia.
L’Inter con Conte risparmia 18 milioni
Ma come detto la questione “Decreto Crescita” non riguarda soltanto il calciomercato del Napoli. I primi club italiani che hanno usufruito delle agevolazioni fiscali di tale provvedimento sono stati infatti Inter e Juventus. I nerazzurri hanno già presentato il nuovo allenatore Antonio Conte che negli ultimi due anni è stato residente in Inghilterra e pertanto rientra tra coloro che possono beneficiare di questo sgravio. L’ex ct della Nazionale ha firmato un triennale da circa 10 milioni netti a stagione (che possono salire a 12 con i bonus) che grazie al Decreto Crescita ogni anno dovrebbe pesare sulle casse del club meneghino intorno ai 12,5 milioni di euro (anziché 18,5 milioni qualora il leccese non potesse usufruire delle agevolazioni) per un risparmio nel triennio di circa 18 milioni.
Le agevolazioni spingono Lukaku in nerazzurro
Lo stesso potrebbe avvenire qualora l’Inter riuscisse a convincere il Manchester United a cedere l’attaccante belga Romelu Lukaku, in cima alla lista della spesa di Beppe Marotta. Il centravanti classe ‘91 attualmente ai Red Devils percepisce circa 12 milioni di euro netti all’anno che qualora sia mantenuto anche in caso di un eventuale trasferimento a Milano grazie agli incentivi per la società controllata dal Gruppo Suning sarebbero pari ad un compenso lordo di 15 milioni. Secondo diverse fonti però l’attaccante sarebbe anche disposto a ridurre il proprio ingaggio netto a stagione a 8 milioni di euro, il che significherebbe un impatto annuale sui conti nerazzurri di circa 10 milioni. Lo stesso stipendio versato a Mauro Icardi costerebbe invece poco meno di 15 milioni lordi.
Nessuno sgravio per Sarri
Se queste agevolazioni valgono per Antonio Conte, lo stesso non avverrà qualora Maurizio Sarri, fresco vincitore dell’Europa League con il Chelsea, dovesse tornare in Italia (la norma riguarda soltanto chi rientra dopo essere stato all’estero almeno due anni). Qualora il toscano dovesse succedere ad Allegri sulla panchina della Juventus dunque il suo ingaggio sarà interamente soggetto a tasse. Ma come detto, la Vecchia Signora ha già usufruito dei vantaggi fiscali del Decreto Crescita per quel che riguarda l’accordo con Aaron Ramsey che dal primo luglio si trasferirà a Torino a parametro zero dopo essersi svincolato dall’Arsenal. Il centrocampista gallese ha firmato un quadriennale da 6 milioni netti a stagione che peserà sulle casse bianconere circa 7,5 milioni all’anno per un totale di 30 milioni nel quadriennio (che senza gli incentivi sarebbero stati invece 44 milioni).
Il ‘decreto crescita’ avvicina Pogba al ritorno alla Juve
Stesso trattamento fiscale riceverebbe anche Paul Pogba qualora Fabio Paratici riuscisse a strapparlo al Manchester United e riportarlo in bianconero dopo i tre anni passati in Inghilterra. L’attuale ingaggio del centrocampista francese garantito dai Red Devils è di 15 milioni a stagione, lo stesso che i campioni d’Italia dovrebbero garantirgli per convincerlo a rientrare nel Bel Paese qualora si trovasse l’accordo tra i club. Anche in questo caso, grazie agli incentivi del Decreto Crescita, ad essere tassato sarebbe solo il 30% dello stipendio del 26enne di Lagny-sur-Marne, ragion per cui ogni anno al lordo questo ingaggio peserebbe sui conti dei piemontesi “soltanto” 19 milioni, anziché 28 milioni.
Se invece il colpo a centrocampo dovesse essere essere il laziale Sergej Milinkovic – Savic la Juventus dovrebbe offrire un contratto da 5/6 milioni di euro netti all’anno che, non potendo usufruire degli stessi vantaggi fiscali di cui usufruirebbe con Pogba o anche con l’altro francese Adrien Rabiot pronto a svincolarsi a parametro zero dal Psg, significherebbe un ingaggio lordo annuale pari a 10/11 milioni.