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Inchiesta sui presunti rapporti 'ndrangheta - Juve

Juve, Agnelli deferito: “Inaccettabile, mai incontrato boss”

Il presidente della Juventus, dopo il deferimento, risponde alle accuse sui presunti legami tra la curva bianconera e i boss mafiosi: “Non abbiamo nulla da nascondere e da temere. Non ho mai incontrato un boss. Il nostro management non cambierà”.
A cura di Alessio Morra
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Andrea Agnelli torna a parlare dopo due mesi e lo fa in una conferenza stampa straordinaria a Vinovo in cui il numero uno juventino ha fatto il punto sull’indagine relativa ai presunti legami tra la curva bianconera e la ‘ndrangheta e soprattutto ha parlato del deferimento che ha ricevuto da parte della Procura Federale. Il presidente della Juventus con piglio più che battagliero ha detto che lui e la sua società non hanno nulla da temere, ha respinto punto su punto ogni accusa ed ha fatto capire con non lascerà la carica di presidente: “Non abbiamo nulla da nascondere e da temere. Nella giornata odierna mi è stato notificato un deferimento da parte della Procura federale. Tale deferimento riguarda il sottoscritto, il dottor Francesco Calvo, all’epoca nostro dirigente, il signor Alessandro D’Angelo e il signor Stefano Merulla”.

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La Dichiarazione di Andrea Agnelli

Questa società, i suoi dipendenti e il sottoscritto, non hanno nulla da nascondere e da temere. Nei mesi scorsi i dipendenti della Juventus, che godono della mia massima fiducia, hanno collaborato con la Procura della Repubblica di Torino in veste di testimoni nel quadro di un’indagine riguardante alcuni personaggi legati al mondo della criminalità organizzata.

Questa veste di testimoni è stata sottoposta ad un controllo invasivo e meticoloso, anche con l’uso di intercettazioni ambientali e telefoniche e non è mai montata. Oggi la Procura Federale, anziché limitarsi a contestare eventuali irregolarità nella vendita dei biglietti emette un deferimento nel quale il mio nome, quello dei nostri dipendenti rivestirebbe un ruolo di collaborazione con la collaborazione della criminalità organizzata. Tutto ciò è inaccettabile, ed è frutto di una lettura parziale e preconcetta nei confronti della Juventus e non rispondente a logiche di giustizia. Ricordo che l'attività di ordine pubblico e di prevenzione per le partite di calcio vengono svolte in stretta collaborazione con tutte le forze dell'ordine e dal personale della Juventus.

Mi difenderò, difenderò i nostri collaboratori e soprattutto difenderò il buon nome della Juventus che per troppe volte è già stato infangato e sottoposto a curiosi procedimenti sperimentali da parte della giustizia sportiva. Tale difesa avverrà nelle sedi opportune. Per evidenti motivi non rispondo nel merito del provvedimento davanti a voi, perché penso che sia doveroso farlo davanti alla giustizia sportiva.

Come ho scritto alcuni giorni fa, non ho incontrato boss mafiosi, a cadenze regolari ho incontrato tutte le categorie di tifosi, siano essi club doc, siano essi Juventus Member o siano essi gruppi ultras. È sempre stata un'attività fatta alla luce del sole che penso rientri a pieno titolo nei doveri di un presidente di una società calcistica. Se alcuni di questi personaggi hanno oggi assunto una veste diversa negli occhi della giustizia penale, questo è un aspetto che all'epoca dei fatti non era noto, nè a me, nè a nessuno dei dipendenti della Juventus.

E all'argomento che qualcuno di voi potrebbe opporre, che gli ultrà o i loro capi non sono stinchi di santo, io vi posso dire che potrei anche condividere, ma rispetto le leggi di stato e queste persone erano libere e non avevano alcuna restrizione a frequentare lo stadio o partite di calcio. La Juventus collabora con lo stato ma non può sostituirsi alle Forze dell'ordine. Ipotesi di un cambiamento del management? Assolutamente no, questo gruppo dirigente, formato dal sottoscritto, da Marotta, dal vicepresidente Nedved, dal direttore sportivo Fabio Paratici, ha intenzione di continuare a far crescere la Juventus ancora per parecchio tempo.

John Elkann: "Andrea resterà presidente della Juve"

Scende in campo al fianco del cugino John Elkann che, in un comunicato, fa sapere che Andrea Agnelli rimarrà presidente del club bianconero per molto altro tempo ancora: "Sono certo che la piena disponibilità della Juventus a collaborare con la giustizia farà emergere la totale estraneità della società agli addebiti mossi. Desidero ribadire la mia totale fiducia nell'operato di mio cugino Andrea, che ha guidato la società e il suo gruppo dirigente fino ad oggi, e che continuerà a farlo anche in futuro".

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