Juric: “Parlo con mia moglie e penso a Gakpé”

“Se uomo ama donna più di birra ghiacciata davanti a televisione con finale Champions, forse vero amore, ma no vero uomo”. Così parlò l’indimenticato Vujadin Boskov, in quella che è senza dubbio una delle sue più celebri massime sul calcio. Parole, quelle dell’ex Samp, che si possono paragonare a quelle di un altro tecnico di una formazione del capoluogo ligure. Hanno subito fatto il giro del web e dei social le ultime dichiarazioni di Ivan Juric che, dopo aver trascinato il Crotone in Serie A, si è trasferito al Genoa. In un’intervista concessa a “Il Secolo XIX”, l’ex centrocampista ha dichiarato: “Allenare mi stressa, ma mi rende felice, mentre giocare non mi manca per niente. Allenare mi piace molto di più che giocare. Nella vita privata hai un'assenza mentale, tua moglie ti parla e tu magari pensi a Gakpé”.
Pregi e difetti dell'esperienza in panchina
Una vera e propria dipendenza dal lavoro e dal calcio per Juric che ha evidenziato pregi e difetti dell’esperienza in panchina: “Con i miei giocatori, fino all'esagerazione forse, verità. Dirsi tutto in faccia, anche le cose brutte. Per poterlo fare prima devono sapere che hai fiducia in loro, gli vuoi bene. È la base. Ed è ciò che mi ha insegnato la vita”.
L’allenatore del Genoa è uno dei pochi a preferire il suo attuale mestiere a quello precedente di calciatore: “Quando ho smesso ho avuto un rifiuto totale. Inoltre ho iniziato subito ad allenare. Magari è il nervoso che mi tiene magro, perché non è che stia attento a quel che mangio. Allenare mi piace molto di più che giocare. È più impegnativo, hai più responsabilità, lavori di più, ma mi trovo meglio. Mi piace anche se si vive male: da calciatore non mi è mai successo di non dormire la notte, invece ora capita che ti svegli alle 4 di notte e cominci a pensare a come far male al Bologna, non chiudi più occhio. Ti stressi 24 ore su 24. Però ti dà tanto, è fantastico”.
No al calcio business
Il calcio però non è tutto rose e fiori con Juric che dimostra di essere sulla stessa lunghezza d’onda di Sinisa Mihajlovic: “Non mi piace il business del calcio, dove devono mangiare un po’ tutti… Oh, non è che mi lamento, con questo business guadagno una barca di soldi, mi fa stare bene economicamente e mi consente di fare un lavoro bellissimo. Siamo fortunati. Ma non mi piace l’affarismo".