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Italia, dove sono finiti gli esterni d’attacco? E ridateci Insigne

Sono alcuni dei 5 calciatori d’attacco che in Italia sono bravi a interpretare al meglio il ruolo d’esterni d’attacco. Il solo Lorenzo Insigne sembra essere, ad oggi, l’unico considerato in quella posizione, ma in realtà ce ne sono altri che sarebbero a dir poco perfetti in un modulo che prevede 2 o 3 attaccanti.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Difficoltà di andare in gol, elementi poco adatti ai moduli visti anche nell'ultima uscita contro la Svezia e carenza di calciatori di fantasia in mezzo al campo. Alla nostra Nazionale italiana manca ed è mancato un vero esterno d'attacco nel 4-3-3 o un attaccante nel 4-4-2 da affiancare alla punta. Dove sono finiti? Dopo Lorenzo Insigne unico ‘della specie’ a salvarsi e misteriosamente tenuto fuori da Ventura a ‘San Siro' contro la Svezia, sembra che l’Italia del calcio si sia completamente dimenticata di allevare attaccanti in grado di fungere da spalla all'ariete offensivo. Oltre al funambolo del Napoli, in passato la maglia azzurra ha visto ricoprire questo ruolo c'è stato un signor giocatore come Giuseppe Rossi che però, solo a causa degli infortuni ha dovuto rinunciare a percorrere il suo cammino in Nazionale.

Poi è stata la volta di Antonio Cassano, sempre altalenante nelle prestazioni, ma che comunque calzava al meglio quel ruolo con una naturalezza mai vista prima. E che dire di Sebastian Giovinco, completamente dimenticato oggi, sbarcato a fare il fenomeno in Canada dove si è fatto rispettare ed è diventato una vera star a suon di gol, ma mai più convocato per giocare con la sua Nazionale italiana. E allora vediamo quali potrebbero essere i possibili esterni d'attacco per il futuro dell’Italia da adattare sia in un 4-3-3 o addirittura anche in un più quadrato 4-4-2 al fianco delle tante prime punte a disposizione.

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Insigne unico superstite

Essere un esterno d'attacco non significa essere bravi soltanto a fare gol. Per essere una buona spalla dell’attaccante di turno infatti è necessario anche saper servire assist intelligenti e consentire alla stessa punta di trovarsi davanti al portiere avversario. Tutti compiti che Lorenzo Insigne ha dimostrato di saper fare in queste stagioni al Napoli. Calciatore capace di giocare praticamente in tutti i ruoli d’attacco e che si adatta al meglio alle esigenze richieste dall’allenatore. Ma in un ipotetico 4-4-2, ‘Lorenzinho’ sarebbe a dir poco perfetto al fianco di un attaccante come Immobile, suo compagno di squadra ai tempi del Pescara di Zeman, e possibile autentico jolly d’attacco prezioso anche in un 4-3-3.

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Il funambolo partenopeo però, ad oggi, è anche l’ultimo calciatore in Italia a sapere interpretare questo ruolo dopo Cassano e l’addio al calcio di Di Natale. Dovrebbero abituarsi tutti i vivai a crescere calciatori di questo tipo da poter mettere a disposizione della Nazionale e non trasformare gli esterni d'attacco in trequartisti o esterni alti di centrocampo, sarebbe l’errore più assurdo.

Rilancio di Giovinco da tenere in considerazione

Perchè no? La carenza di elementi in questa posizione, nell’eventualità di un arrivo sulla panchina della Nazionale di un ct che sappia valorizzarli al meglio, potrebbe essere un’occasione di rilancio anche per un calciatore come Sebastian Giovinco. Ai Toronto in Canada, la ‘formica atomica’ sta facendo il fenomeno a suon di gol.

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L’ex attaccante di Juventus e Parma, soprattutto con la maglia dei ducali è stato grande protagonista nel ruolo di attaccante al fianco dei vari ‘numeri 9' dove si è distinto per capacità importanti d’inserimento al centro dell’area e capacità di scambiare al meglio la palla con la punta di turno.

Il profilo di Sebastian Giovinco (Transfermarkt)
Il profilo di Sebastian Giovinco (Transfermarkt)

Un calciatore che è stato, in modo troppo netto, tagliato dal giro della Nazionale. Tenuto in considerazione da Prandelli, è stato più volte preso in considerazione come trequartista quando in realtà è sempre stato un esterno d'attacco naturale. Bravo soprattutto sui calci piazzati e capace di calciare sia con il destro che con il sinistro, sarebbe una risposta alla carenze di attaccanti da affiancare alla prima punta per la Nazionale del futuro.

Chiesa è un pupillo da preservare

Perfetto nel 4-3-3, nel 4-2-3-1 o anche nel 4-5-1, Federico Chiesa potrebbe rappresentare davvero una soluzione più che fattibile per l’attacco della Nazionale italiana. Il gioiellino della Fiorentina, pupillo della società viola, sta facendo il suo naturale percorso con l’Under 21 ma, vista la grande emergenza in Nazionale maggiore, non è detto che possa essere convocato subito dal nuovo ct per rappresentare una sorta di cambio pagina netto per cancellare subito l’era Ventura a dir poco deludente.

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Un calciatore che può anche esprimersi al meglio in un tandem d'attacco. In una sorta di 4-4-2 è stato capace di giocare anche quando esordì con la Fiorentina di Sousa all’Allianz Stadium di Torino contro la Juventus due stagioni fa. Caratteristiche da predestinato, fiuto del gol e capacità innata di saltare l’uomo, fanno di Chiesa uno dei maggiori talenti del calcio italiano da preservare e non da modificare o adattare sulla fascia per paura o poca fiducia di affidargli il peso dell’attacco.

Per ripartire, il nome è Bernardeschi

Ecco, quello che abbiamo paura possa succedere a Chiesa, in parte, è accaduto a Federico Bernardeschi. Anche lui prodotto di un vivaio che da anni ormai promette benissimo, quello della Fiorentina, il talento toscano, che ha fatto prima vedere di essere un fenomeno a Crotone alternandosi in diversi ruoli, fra la trequarti e l'attacco, una volta tornato a Firenze, con Sousa in panchina, è stato ben presto relegato sulla fascia in un 3-5-2 che gli dava poco spazio per offendere al meglio in zona gol con precisi compiti difensivi. Certo, al tecnico portoghese va il merito di aver investito molto su questo calciatore che però ha dovuto adattarsi pur di scendere in campo da titolare in Serie A.

Il profilo di Federico Bernardeschi (Transfermarkt)
Il profilo di Federico Bernardeschi (Transfermarkt)

Niente di più sbagliato dato che Fede ha tutti i numeri per giocare davanti alla porta e girare attorno alla punta proprio come ha fatto poi vedere l’anno successivo quando si è distinto per numero di gol sia in campionato che in Europa League.

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La Juventus l’ha preso anche per fare da vice-Dybala e la sensazione è che voglia puntare molto su questo calciatore specie lì, davanti alla porta, non sulle fasce. E’ il calciatore su cui ripartire per il rilancio dell’Italia.

Berardi fatti coraggio

No, non ti abbiamo dimenticato. Caro Domenico, tu però hai reso la vita difficile davvero a tutti. Prima sei stato il bambino prodigio del calcio italiano capace di incantare tutti in Serie B portando da protagonista il Sassuolo in Serie A, poi le buone stagioni in neroverde, in massima serie con Di Francesco in panchina al fianco di Zaza e Sansone in attacco. Poi si è spenta la luce. Per Berardi tanti infortuni, mancati trasferimenti, su tutti quello alla Juventus e poi la poca continuità di prestazioni vista anche nell’europeo Under 21.

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Insomma, tanti problemi per un calciatore che in realtà meriterebbe davvero di giocare in nazionale maggiore con frequenza e soprattutto in un ruolo, l'esterno d'attacco, da interpretare eventualmente soprattutto nel 4-3-3, modulo che sembra essergli stato cucito addosso. Sicuramente con un altro ct avrà l’occasione anche di trovare nuovi stimoli per dimostrare di non essere un ‘calciatore sopravvalutato’, ma di essere semplicemente pronto per mettersi a disposizione e sposare la causa della maglia azzurra che da oggi più che mai dovrà essere al centro del sistema calcistico italiano.

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