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Italia, compleanno amaro: ecco chi sono i reduci del flop mondiale con la Svezia

Riunita a Coverciano per l’impegno di Nations League con il Portogallo e per l’amichevole con gli Stati Uniti, la Nazionale azzurra ricorda ad un anno esatto di distanza la clamorosa eliminazione dalla Coppa del Mondo in Russia. “Purtroppo è successo quello che sappiamo e adesso dobbiamo ripartire”, ha detto Mancini. Ironia della sorte, la squadra proverà a farlo in un’altra sfida da “dentro o fuori” e nuovamente a San Siro: lo stadio dell’apocalisse azzurra contro la Svezia.
A cura di Alberto Pucci
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Di quella maledetta partita di San Siro portiamo addosso ancora i segni, e anche oggi ad un anno di distanza continuiamo a chiederci come sia stato possibile non segnare neanche un gol ad una difesa che, con tutto il rispetto, non era formata da fenomeni e fuoriclasse. Una domanda alla quale nessuno è riuscito a dare spiegazione convincente. Non ci è riuscito l'ex presidente Tavecchio, tantomeno l'allora commissario tecnico Ventura.

Da quel giorno, una specie di 11 settembre del calcio italiano, il movimento azzurro ha provato a ripartire: lentamente, tra mille difficoltà e con il dolore di un Mondiale vissuto da spettatori. A prendersi la grande responsabilità di ricostruire dalla macerie è stato Roberto Mancini insieme a quei superstiti della tragica serata di Milano: Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini e pochi altri.

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I reduci dell'apocalisse e l'urlo di San Siro

Nel centro sportivo di Coverciano, che si è nuovamente ripopolato in vista della sfida decisiva di Nations League con il Portogallo e per l'impegno amichevole con gli Stati Uniti, i due difensori della Juventus hanno infatti ritrovato Donnarumma, Rugani, Florenzi, Gagliardini, Jorginho, Verratti, Bernardeschi, Immobile e Insigne: gli altri reduci di quell'apocalisse azzurra, che oggi viene ricordata dopo un anno esatto.

Contro il Portogallo sarà ancora San Siro ad ospitare la Nazionale azzurra per altri novanta minuti da "dentro o fuori". Conquistare la vittoria, darebbe un senso al futuro prossimo dell'Italia e potrebbe anche rimarginare in parte quella grande ferita del 13 novembre dello scorso anno. "L’Italia non è guarita, perché non era mai stata malata – ha dichiarato Mancini in conferenza stampa – Purtroppo è successo quello che sappiamo e adesso dobbiamo ripartire. San Siro risponde sempre presente, proveremo a ripagare i tifosi con una buona partita".

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