Italia, Buffon: “Totti è immortale, merita il Mondiale”

Totti ("merita la Nazionale"), Balotelli ("Prandelli è l'unico a decidere"), il razzismo ("il confine tra sfotto' e offesa è molto labile"), la corsa scudetto ("stagione durissima"): Gigi Buffon, che nella contro la Danimarca toccherà quota 137 presenze con la maglia dell'Italia, ne ha per tutti. Qualificazione al Mondiale in Brasile già in archivio, le sfide contro scandinavi (venerdì sera) e Armenia (martedì prossimo, a Napoli) non riservano particolari emozioni per gli azzurri. Buone per le statistiche, nulla più. Riflettori puntati, invece, sui temi caldi di questi giorni, a cominciare dal capitano della Roma che con Garcia sta vivendo una seconda giovinezza. "In queste condizioni psicofisiche e con le doti tecniche e professionali che possiede, non ha limiti. Siamo di fronte a un campione assoluto e le conclusioni sono semplici. In queste condizioni, nessuno si sognerebbe di non portare Totti ai Mondiali".
La corsa scudetto. "Temiamo sia Roma sia Napoli per lo scudetto. Personalmente temo anche l'Inter – aggiunge -. Quest'anno non mancheranno le rivali fino alla fine, ne siamo consapevoli e proprio per questo dobbiamo cercare di schiacciare sull'acceleratore e ricominciare ad essere primi". I giallorossi, però, sembrano avere una marcia in più per il momento. "Ho visto la Roma per la prima volta contro l'Inter e mi ha trasmesso tante sensazioni positive. E' una squadra che ha grande fiducia e autostima, Garcia deve essere sicuramente un grande allenatore".
Balotelli convocato, giusto oppure no? "Prandelli l'ha convocato a ragion veduta, è lui l'unico a decidere. Mario è stato squalificato 20 giorni fa, ha scontato la sanzione e mi pare logico che sia qui con noi. Se fosse stato sotto squalifica, Prandelli avrebbe fatto una scelta diversa. Se ho parlato con Mario? Sono suo vicino di tavolo, a colazione, pranzo e cena. E gli ho parlato certo, ma non dell'argomento. Mario ha bisogno di allentare la tensione dei media che gli è addosso".
Razzismo negli stadi. "Il confine tra sfotto', discriminazione e offesa è molto labile. Occorre trovare un punto d'incontro che sia la soluzione del problema una presa di coscienza da parte di tutti, anche di noi calciatori in modo che poche persone non rovinino l'immagine del calcio".