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Inter, Thohir-Moratti e il giorno delle firme

Malgrado tutto sia oramai pronto, il presidente nerazzurro predica calma: “Non so se si chiuderà oggi”
A cura di Alessio Pediglieri
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Oramai ci siamo anche perchè il tempo sta stringendo. A fine mese (il 29 ottobre) ci sarà il nuovo CdA nerazzurro in cui verrà svelato il nuovo direttivo interista con l'insediamento di Erick Thohir al vertice del club, acquisendo il 70% (o il 60% secondo le diverse tesi) e portando nuovi soci e finanze. Oggi, nel pomeriggio, dovrebbe iniziare la trasmissione fax tra Milano e Giakartha, tra l'attuale presidente dell'Inter e il futuro proprietario di maggioranza. Tutto è stato definito, da tempo, l'unico elemento che tiene ancora sulle spine è semplicemente un dettaglio: nel nuovo consiglio d'amministrazione saranno in 7 i presenti. Tra questi, Moratti vorrebbe avere tre poltrone, Thohir ne richiede almeno cinque. Un dettaglio? No, assolutamente ma la trattativa non può saltare per questo ultimo tassello, al massimo potrà venire ulteriormente rimandanta di 24-36 ore. Come le parole di Moratti in mattinata hanno fatto supporre: "Non ci sono ripensamenti, la trattativa prosegue perchè non ci sono mai stati grandi problemi nel portarla avanti. Siamo a buon punto, ma non c'è alcuna fretta"

Il salto nel vuoto – Alla fine Moratti – che detiene ancora il bastone – avrà  la meglio. Se mai nel CdA perderà un "uomo" di rappresentanza, avrà di certo la possibilità di inserire un'ultima clausola a proprio vantaggio. Perchè se è assodato che la cordata di Thohir sia a tutti gli effetti una scelta ponderata, giusta, garantita da carte e numeri è pur vero che l'arrivo del magnate indonesiano in Italia costituisce un vero e proprio salto nel buio. Perchè è una assoluta novità per l'Italia – visto che vi sarà una gestione differente da quella dell'attuale Roma americana – e per il  nostro calcio in particolare che si dovrà confrontare con mentalità provenienti da altri mercati e lontane  – soprattutto da un punto di vista imprenditoriale – dal nostro modo di gestire un club calcistico.

Pronti per il closing – Oggi, a detta di tutte, dovrebbe essere la grande giornata del passaggio di consegne. In gergo si parla di ‘closing', ovvero le firme da apporre sui contratti. In serata potrebbe arrivare anche il tanto sospirato comunicato ufficiale che ratifica la nuova era nerazzurra. I tempi, come detto sono stretti. Moratti lascerà la maggioranza, si terrà una minoranza importante (il 30% in caso di diverbio non è da sottovalutare) e si è cautelato con una nota a pià di pagina: che in caso di mancate promesse da parte dei nuovi soci, potrà riprendersi il 70% che adesso cede. In che misura e con che tempistiche non è dato sapere per una clausola che sembra più apposta per la tranquillità dei tifosi che per reali paure future.

La nuova era dei proprietari stranieri – Erick Thohir sarà il primo magnate straniero ad entrare prepotentemente in Italia. Oggi solo la Roma ha una proprietà estera, americana, ma la gestione è totalmente in mano a dirigenti del nostro Paese. Pallotta ha optato per una supervisione generale, la parte operativa è rimasta a uomini esperti del nostro mondo quali Zanzi, Fenucci, Baldissoni, Sabatini. Con Thohir le cose cambieranno perchè l'indonesiano ha già due soci pronti a entrare nell'esecutivo interista, più una lista di nomi nuovi da inserire all'interno dell'organigramma societario. Sarà, insomma – al di là dell'apparenza – il vero unico nuovo padrone del club. Un po' come in Europa da un decennio a questa parte è accaduto un po' ovunque. Grazie all'invasione russa con i grandi magnati dell'Est europeo che hanno ‘piazzato' le loro basi in Inghilterra e in Francia. O gli sceicchi e gli emiri che hanno imparato che il calcio può diventare un fenomenale veicolo di visibilità e business. O come – infine – proprio ai nuovi proprietari americani e asiatici che in Europa hanno trovato , alla guida dei maggiori club di calcio, il nuovo Eldorado dell'investimento.

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