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Inter-Samp è Mancini-Mihajlovic, sfida tra eterni amici e uomini veri

Insieme per la prima volta nel ’94 alla Samp si sono ritrovati prima alla Lazio e poi all’Inter, da giocatori e poi da allenatori. Un’amicizia nata con la passione per il calcio e per un’affinità di carattere forte, con due personalità che amano farsi rispettare sempre. Balotelli al City e Okaka oggi potrebbero confermare.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una premessa doverosa: quest sera sarà la prima assoluta di Roberto Mancini alla guida dell'Inter che sfida la Sampdoria dell'amico Sinisa Mihajlovic, ma quest'ultimo non potrà sedere in panchina per una vecchia squalifica e così il vero confronto anche in campo sarà rimandato al match di ritorno di campionato, il prossimo 22 marzo a Marassi. Eppure, Inter-Sampdoria è una sfida di Coppa Italia dai mille risvolti tra cui l'incrocio tra due amici di lunga data, compagni in campo e in panchina e oggi divisi dalle proprie carriere, quella del Mancio oramai affermata e quella di Sinisa in rapida ascesa. Loro che si sono conosciuti nella Sampdoria di Mantovani e del dopo Boskov nel 1994, vent'anni fa e che si sono ritrovati prima alla Lazio e poi all'Inter, prima da giocatori e poi da allenatori.

Roberto Mancini "spiana da sempre" la strada in campo all'amico Sinisa. Nel 1994 il centrocampista serbo lascia la capitale dove con la maglia della Roma gioca due stagioni per andare in prestito alla Sampdoria dove dal 1982 gioca un certo Roberto Mancini, autentica icona doriana. i due si conoscono in quell'occasione e da allora sarà amicizia dentro e fuori dal campo. Nel 1997, il' Mancio' decide di salutare la Sampdoria e sbarca a Roma, sponda laziale. Un anno dopo ecco che anche l'amico Sinisa lo segue: è il 1998 e insieme vinceranno una Supercoppa Uefa e una Coppa delle Coppe.

La storia si ripete anche in panchina. Nel 2000 Mancini inizia la propria avventura, come secondo di Eriksson alla Lazio, prima di andare alla Fiorentina e ritornare in Capitale nel 2002 dove incontra ancora Sinisa, ancora in campo, così come capiterà per l'approdo all'Inter, nel 2004 quando Mancini inizierà il suo ciclo vincente sulla scia di Calciopoli e si avvalerà proprio dell'amico serbo chiamato dalla Lazio per dargli una mano. Prima da giocatore, poi, dal 2006, da vice tecnico, fino al 2008 quando le loro carriere si dividono senza mai più incrociarsi. Fino a questa sera, quando anche se in modo indiretto (causa squalifica di Mihajlovic) non ci sranno fotografie ad immortalare l'evento.

Ciò che lega Mancini a Mihajlovic è un rapporto d'amicizia che nasce prima sul campo e poi si trasforma nella vita di tutti i giorni. Il serbo crea a centrocampo, tira, segna, offre assist, il ‘Mancio' inventa, delizia e realizza gol importanti. Un mix perfetto che porta Mancini a volere con sè Mihajlovic prima come giocatore e poi come proprio vice. E Sinisa impara dall'amico il nuovo mestiere, restandone fido scudiero nell'Inter del 2006-2008. Affinità elettive che rivelano anche un carattere e un temperamento che li avvicina moltissimo nel modo di intendere e vivere il calcio e la vita: zero scorciatoie, zero compromessi. Due personalità forti dimostrate non solo in campo ma anche nel lavoro di allenatori. Mihajlovic in nerazzurro affronta a muso duro la diffidenza di chi lo ritiene un semplice privilegiato (famosa la ‘furia' di Mihajlovic alle porte di Appiano quando venne accusato di essere la ‘spia' di Mancini). Mancini mostra il petto i tempi di Manchester (tenendo testa al ‘ribelle' Tevez e prendendo letteralmente per il bavero l'irrequieto Balotelli). Entrambi riuscendo sempre ad imporre le proprie idee, ottenendo successi importanti. Mancini vincendo con l'Inter, il City, il Glatasaray. Mihajlovic riuscendo a compiere una carriera da allenatore di tutto rispetto: prima a Bologna, poi a Catania, a Firenze, in nazionale con la Serbia e dal 2013 con la Sampdoria con cui sta conquistando importantissime conferme delle proprie capacità nel gestire giocatori anche in squadre e piazze sempre più esigenti.

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