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Inter, Moratti: “Ecco come rinunciai a Messi”

Il presidente dell’Inter tra passato e futuro ha raccontato anche le sue impressioni sul nuovo proprietario indonesiano Thohir.
A cura di Marco Beltrami
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Massimo Moratti è pronto a congedarsi dall’Inter. Il patron nerazzurro affronterà oggi l’ultimo consiglio d’amministrazione, quello in cui dovrà ratificare il bilancio del club fino al 30 giugno, ripagare le perdite e “ufficializzare” il passaggio di consegne a Erick Thohir. Il magnate indonesiano che potrebbe essere presente nella sfida di San Siro contro il Verona, raccoglierà la pesante eredità dell’uomo che ha portato i nerazzurri sul tetto del mondo. L’attuale presidente dell’Inter nel frattempo, in una lunga intervista concessa ai microfoni di Inter Channel, nella trasmissione “Mondo Inter”, si è raccontato a 360°.

La "benedizione" Thohir. Moratti ha spiegato in primis i motivi dell’ingresso nel club dei capitali stranieri. Una situazione indispensabile per la società con il patron che rimarrà comunque a disposizione del magnate indonesiano: “L'Inter ha una sua storia e deve continuare ad averla con chiunque vuole farla continuare. Dopo il Triplete è stato un anno buono. Poi ci sono state delle scelte sbagliate ed è stato giusto guardarsi in giro. È nata questa opportunità con i cinesi, era interessante perché volevano costruire lo stadio. Ma si è creato un problema a casa loro e l'accordo è saltato. Alla fine si sono fatti vivi questi signori, molto entusiasti e con un mercato notevole che si può sviluppare con il marchio dell'Inter . La cosa è iniziata così e poi è andata avanti. Essendo abituato ad avere un ruolo di responsabilità è difficile ora avere altri ruoli. Loro continuano a chiedermi di restare come presidente. Sanno che questo è un salto importante, motivo per cui trattano la faccenda con delicatezza, ed è bene che sia così".

Moratti presenta Thohir. Il numero 1 del la beneamata, ha tracciato un identikit del suo successore, il tycoon indonesiano Erick Thohir: "È una persona tendenzialmente allegra, quindi fa simpatia. È ambizioso e questo va bene per la società. E poi è un lavoratore perché dalla mattina alla sera è in giro a fare i suoi interessi. Ha molto senso dell'amicizia, ha accanto a sé questi due soci, che conosce da 25 anni, entrambi molto interessanti. Non vogliono essere invadenti né fare la figura dei prepotenti. Qualche volta mi ha chiamato dicendomi che lui non è come veniva descritto da alcuni giornali. Thohir è a disposizione della gente e vuole capire i tifosi. Non ha alle spalle 50 anni di storia dell'Inter, ma ci metti poco a diventare un vero presidente dell'Inter con la sofferenza che sei costretto a provare. Cercano di capire cosa vuole il pubblico dell'Inter e questa è la cosa migliore. Voglio spezzare una lancia a favore delle persone che lavorano in società. Hanno spessore, esperienza e sono interisti. Questo non serve per mettere distintivi, serve perché la musica funzioni sempre nella stessa maniera. Aldilà del presidente il pubblico dell'Inter è quello. Le persone in società sanno lavorare bene. Poi chiunque arrivi avrà le sue preferenze. Ma non credo che abbiano intenzione di fare stravolgimenti perché è un rischio. Io ho fatto il mio tempo dopo 18 anni. Credo che ogni tanto ci vogliano visi nuovi e idee nuove".

Retroscena Messi. Moratti ha svelato anche alcuni retroscena legati al passato. Intrigante in particolare quello inerente al mancato acquisto di Messi che fu ad un passo dall’approdo in nerazzurro: “All'inizio fu soltanto una mia battuta, ogni tanto mi manda la sua maglia firmata perché avevo detto guardandolo "questo è fortissimo". Abbiamo tentato ma lui era molto legato al Barcellona perché l'aveva aiutato quando lui era in difficoltà. E sarebbe stato brutto anche da parte nostra separarli".

La migliore Inter della storia. Il presidente ha anche svelato quello che sarebbe il suo undici ideale nerazzurro, fatto dei campioni del passato: "In porta metto Zenga, terzini Brehme e Roberto Carlos, a centro metterei Cordoba, Bergomi e Passerella. In mediana Ince e Matthaeus. In attacco sono troppi. Senza dubbio Ronaldo e Ibrahimovic. E poi per non offendere nessuno mettiamo Recoba, di cui tutti sanno che ho una mania".

L'Inter di Mazzarri. Inevitabile una battuta sull’Inter attuale con la totale fiducia in Walter Mazzarri: “In queste ultime tre partite non siamo stati baciati dalla fortuna ma abbiamo anche fatto degli errori. Ma Mazzarri si è fatto un'esperienza fortissima, è una persona molto reattiva messa in un ambiente nuovo. È molto apprezzato dai giocatori. È un lavoratore fenomenale perché sta vicino ai giocatori dalla mattina alla sera. Ha questa capacità di aprire un dialogo con tutti i giocatori. Saprà concretizzare il tutto con delle prestazioni che ci faranno felici".

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