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Inter-Milan, il derby che guarda a Oriente

Milan e Inter sono le regine del calciomercato estivo. Per far tornare i conti, l’obiettivo resta la qualificazione in Champions e la conquista del mercato asiatico. Con le incognite legate al fair play finanziario e all’avvento di mister Bee al fianco di Berlusconi.
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Non ci saranno solo i tre punti in palio a San Siro nel primo derby di Milano della nuova stagione. Inter e Milan, le due regine del mercato estivo, si giocano un pezzo di futuro. Con un occhio alla qualificazione in Champions, fondamentale per salvaguardare conti e prestigio, e un altro alla conquista del mercato orientale.

Rivoluzione Inter – I nerazzurri di Thohir, che si sono impegnati con l’Uefa a non superare i 30 milioni di deficit per quest’anno e raggiungere il pareggio di bilancio nel 2017, hanno speso quasi 90 milioni per acquistare, tra gli altri, Kondogbia (30 milioni), Perisic (18), Murillo (8), Felipe Melo (3,7), Adem Ljajic (1,75), Jovetic (3) e Miranda (3). Il monte ingaggi, così, continua a crescere. Anche se le formule di prestito oneroso con obbligo (nel caso di Jovetic, per 15 milioni fra 18 mesi) o diritto di riscatto (un’altra quarantina di Milioni per Miranda, Montoya, Ljajic e Telles), permettono di spalmare gli ammortamenti. Il presidente ha anche cercato di legare i bonus per i nuovi acquisti al raggiungimento di precisi risultati sportivi. Anche per questo, per onorare con facilità i 5 milioni da versare al Monaco per Kondogbia, i 2 all’Atletico Madrid per Miranda e i 4 al Wolfsburg per Perisic, agganciare la qualificazione in Champions, che da sola vale 12 milioni, più i premi per i risultati e il market pool, è essenziale. In uscita, la cessione di Kovacic per 35 milioni al Real Madrid ha permesso di realizzare una cruciale plusvalenza da 27,17 milioni. Va messa in conto anche la minusvalenza da 2,33 milioni per la cessione alla Juventus di Hernanes, che però alleggerisce la casse nerazzurre dell’ingaggio da 6 milioni e aiuta a mantenere in equilibrio i conti del mercato. Conti che potrebbero migliorare ancora se dovesse avere esito positivo la causa con il Sunderland per i 10 milioni che i Black Cats non hanno ancora versato per il prestito di Ricky Alvarez. Ma sul futuro finanziario della squadra pesano le rate trimestrali da 3 milioni, e soprattutto la maxi-rata finale da 184 milioni da versare entro il 30 giugno 2019 per il prestito accordato dalla Goldman Sachs. Motivo per cui la società non può permettersi di procrastinare ancora il ritorno nell’Europa che conta e la valorizzazione del brand, soprattutto in Cina.

In Cina con furore – "Vogliamo raggiungere i nostri tifosi, portare loro ciò che l'Inter rappresenta – ha sottolineato Thohir dopo il derby amichevole giocato a Guangzhou lo scorso luglio. “In Cina l'Inter è nella top 5 delle squadre più seguite. Per questo è importante per noi essere qui e portare il nostro calcio". Ancor di più nell’estate che precede l’opa con cui ChemChina diventerà azionista di maggioranza di Pirelli, in vista di una integrazione industriale nel settore degli pneumatici che, si legge nel prospetto informativo, richiederà almeno 2-3 anni. Dall’operazione, potrebbero comunque derivare vantaggi per i nerazzurri, che al momento sono legati al gruppo di Marco Tronchetti Provera, jersey sponsor dal 1995, fino al 2016. I segnali, comunque, sono positivi come dimostra la scelta del marchio Driver, sempre della galassia Pirelli, come sponsor sulle maglie da trasferta.

Milan, mercato quasi in pariIl Milan non ha speso tutto il budget di 100 milioni garantito da Fininvest nell’ambito della trattativa con la cordata cino-thailandese rappresentata da mister Bee. Sono arrivati Bacca, Luiz Adriano, Romagnoli, Bertolacci, Kucka e Balotelli, con un saldo negativo rispetto agli incassi di una settantina di milioni. Anche se Bertolacci e Romagnoli saranno pagati a rate e il passaggio di El Shaarawy al Monaco dovrebbe fruttare 15 milioni se il club eserciterà il diritto di riscatto. L’impatto delle operazioni in entrata e degli ingaggi, comunque, è influenzato dalla gestione finanziaria rossonera, che chiude i bilanci di esercizio al 31 dicembre e non al 30 giugno. Così, plusvalenze e minusvalenze di quest’estate vengono registrate nel bilancio 2015, mentre gli ammortamenti, il saldo dei prestiti e gli ingaggi saranno divisi a metà tra 2015 e 2016. In questo modo, il calciomercato ha un impatto sui conti leggermente negativo, ma la forbice tra entrate e uscite è fortemente ristretta dal risparmio degli ingaggi di Bonera (2,4 milioni), Pazzini (5) e Robinho (4,2), Essien (5) e Muntari (5).

Mr. Bee, molto da chiarire – Due vicende, però, hanno segnato un’estate delicata. Al centro, naturalmente, la cessione del 48% della società al gruppo rappresentato da Bee Taeuchabol. La transazione potrebbe subire qualche intoppo, come conseguenza della crisi finanziaria sui mercati asiatici, anche se continuano a giungere messaggi rassicuranti in vista del closing fissato per il 30 settembre. Tuttavia, al di là delle rivelazioni dell’Espresso, che ha scoperto come i consulenti di Mr.Bee siano uomini legati a Berlusconi e coinvolti anche nelle società al centro del sistema All Iberian, rimane un problema di fondo, emerso già al momento del crac Parma. Come può la Lega consentire un’operazione di acquisto, o comunque di ingresso di nuovi soci in un club italiano, senza conoscere l’identità dei reali acquirenti che si celano dietro i mediatori e gli istituti bancari?

Lo stadio – Ad accompagnare le incertezze sul futuro, c’è anche il passo indietro sul progetto del nuovo stafio al Portello. I rossoneri, a questo punto, vogliono rinegoziare la permanenza a San Siro, almeno per i prossimi 3-5 anni. L’Inter non vede di buon occhio l’operazione, benché in questi giorni le due società hanno inaugurato il San Siro Store, un negozio condiviso per il merchandising ufficiale di entrambe le squadre, sotto il Primo Anello Blu. Prove di convivenza, in vista della parte conclusiva dei lavori di ammodernamento dell’impianto che ospiterà la finale di Champions League 2016.

Il Milan e l’Oriente – Il Milan, che può vantare 80 milioni di ricavi commerciali (18 dall’accordo con Fly Emirates, garantiti fino al 2020) e ha un rapporto di sponsorizzazione anche con i cinesi di Huawei, è la squadra che nella recente tournée estiva ha registrato la capacità più alta di arrivare al pubblico. Ma questi dati elaborati da Yutang Sports, piattaforma dedicata allo studio del marketing sportivo in Cina, è uno dei pochi dati positivi per il nostro calcio nella nuova frontiera asiatica. Nonostante l’acquisto di Infront da parte del colosso Wanda, la Serie A rimane il terzo campionato per esposizione sui new media dopo Premier e Bundesliga, ma non ha un account ufficiale su Weibo, il social network fra i più cliccati di Cina. E non va meglio nemmeno in televisione, con solo il 9,2% di penetrazione del nostro campionato, trasmesso dall’emittente statale CCTV 5. Nelle prime dieci partite più seguite, infatti, c’è solo un match di serie A, Roma-Napoli, e ben sei di Bundesliga, sempre con il Bayern Monaco in campo. Milano vuole ora diventare il centro del cambiamento. Ma il processo sarà lungo e tutt’altro che semplice.

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