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Bilanci e mercato: le big di A tornano a spendere

In serie A, spesi già più di 400 milioni. Il calcio italiano dimentica l’austerity e torna ai livelli del 2001. Le strategie di Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli, le “cinque sorelle” protagoniste delle trattative.
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La serie A torna a spendere. Superati i 400 milioni investiti sul mercato, che portano il calcio italiano al terzo posto in Europa dietro Spagna (nonostante non ci siano acquisti altisonanti da parte di Real e Barcellona) e Inghilterra (con i club di Premier che spendono più di 723 milioni di euro, mezzo miliardo di sterline. Le sole quattro big più attive hanno immesso sul mercato 329 milioni di euro, quanto tutta la serie A aveva sborsato cinque anni fa. Il nostro calcio sembra tornato ai livelli del 2001, quando Juve, Lazio, Milan e Inter tirarono fuori 545 milioni di euro, quando il trio Nedved, Thuram e Buffon valeva 135 milioni, 48 Mendieta, 41 Inzaghi. 29 Toldo. E pensare che soltanto un anno fa Agnelli e Pallotta, Thohir e Berlusconi, chiusero la sessione di contrattazioni di agosto investendo 132 milioni in tutto, meno della metà di quanto non abbiano fatto oggi.

Milan – I 25 milioni per Romagnoli, pagabili in rate da 5 milioni in 5 anni e con percentuale in favore della Roma su una futura rivendita che superi la cifra investita, quasi non fanno impressione. Cifre che, insieme ai 30 per Bacca e ai 20 per Bertolacci, rappresentano l’effetto immediato dell’arrivo di Bee Thaechaubol, che dovrà firmare entro settembre il contratto definitivo per l’acquisto del 48 per cento del Milan per 480 milioni garantiti, secondo i rumors, dalla banca cinese Citic guidata dall’italiano Federico Bazzoni. Mr Bee ha subito bloccato, o quanto meno rimandato, il progetto per il nuovo stadio al Portello, fortemente voluto da Barbara Berlusconi, il cui futuro appare sempre più ingarbugliato. A un mese dal sì di Fondazione Fiera, il Milan sostiene di non aver ricevuto una documentazione adeguata e la Fondazione nega e annuncia possibili penali per il club in caso di stop all'operazione. Il primo obiettivo di Taechaubol, invece, è far crescere i ricavi e il brand del Milan, attraverso il marketing in Asia e la quotazione alla Borsa di Hong Kong. E proprio dalla quotazione di una parte della società, Fininvest ha raccolto a Piazza Affari 377 milioni che hanno migliorato i conti della holding.

Inter – L’Inter di Thohir scommette sulla prossima qualificazione alla Champions. Mancini ha convinto il presidente a investire, 87 milioni finora e un’altra ventina per i sempre più probabili arrivi di Perisic e Melo, soprattutto attraverso prestiti con obbligo di riscatto che spostano gli oneri sul bilancio dell’anno prossimo. A parte Kondogbia, infatti, tutte le altre operazioni risultano a saldo zero in questo bilancio d’esercizio, con il riscatto per Jovetic e Miranda fissato al 2016-2017. Certo, essendo l’Inter fuori dalle coppe, almeno per quest’anno i conti del club, già sanzionato per violazione del fair play finanziario, non finiranno sotto gli occhi dell’Uefa. Ma in ogni caso, non basta la cessione di Shaqiri, e i 20 milioni incassati per operazioni minori in uscita, per bilanciare le spese. Altrimenti, anche in caso di qualificazione alla Champions, l’anno prossimo bisognerà vendere più di un pezzo pregiato.

Juventus – Al netto delle cessioni, la Juve ha investito 200 milioni negli ultimi quattro anni. E il fatturato è praticamente raddoppiato, dai 156 milioni del 2011 ai 280 del 2014 fino ai 320 milioni stimati per il 2014-15 e ai 350 per quest'anno. I bianconeri, che dallo stadio di proprietà incassano 41 milioni l’anno, più di ogni altra squadra di serie A, avvicinano la soglia dei 100 milioni di ricavi commerciali grazie all’accoppiata Jeep-Adidas e potranno sfruttare la plusvalenza da 10 milioni generata dal Fondo Immobiliare J Village per la rivalutazione dell’area della Continassa. Schizzano anche i costi, con le spese per tesserati e ammortamenti che sfiorano quota 250 milioni, anche perché i bianconeri, pur diluendo i pagamenti per i giocatori arrivati quest’anno, mettono subito a bilancio l’importo totale dell’operazione. L’estate, inoltre, ha portato la plusvalenza più alta nella storia del club dai tempi di Zidane, i 32 milioni per Vidal, ma il saldo acquisti-cessioni rimane negativo per una trentina di milioni.

Roma – I trasferimenti che si autofinanziano sono da sempre la chiave del successo del ds Sabatini. Nelle ultime tre stagioni il saldo complessivo tra acquisti e cessioni è stato negativo per soli 20 milioni: i proventi delle cessioni di Lamela, Marquinhos, Benatia, hanno permesso di potenziare via via l’organico di Garcia. È quest'estate non fa eccezione. La vendita di Romagnoli, seppure a rate, consente di mettere a bilancio una plusvalenza secca da 25 milioni, ossigeno per una squadra già sanzionata dall’Uefa e costretta a rispettare gli stretti vincoli del fair play finanziario, che nonostante i 50 milioni garantiti dalla Champions ha visto salire i costi per gli ingaggi del 20%. Vendendo il giovane difensore e Bertolacci, due giocatori che nemmeno erano nella rosa della Roma nella scorsa stagione, i giallorossi hanno rinforzato la squadra con Dzeko, Salah (arrivati in prestito con obbligo di riscatto) e Gerson senza dover cedere nessuno dei titolari. Una filosofia che prosegue anche con la vendita di Destro al Bologna e il prestito di Doumbia al CSKA Mosca, con un conseguente risparmio sugli stipendi da agosto a dicembre e un taglio di 2 milioni sull'originario prezzo d'acquisto.

Napoli – Quanto vale il tesoretto di De Laurentiis? In otto bilanci utili di fila, dal 2006 al 2014, Napoli ha accumulato un patrimonio netto di 72 milioni e disponibilità liquide in UniCredit per 42. La società, di conseguenza, può permettersi anche di trattenere Higuain, che due anni fa ha pagato 37 milioni, 26 dei quali già ammortizzati, e il suo ingaggio da 5,5 milioni all’anno. Ma dovrebbe aver chiuso l’ultima stagione in perdita, e non bastano i 20,9 milioni di incassi da biglietti e abbonamenti e i 37 di ricavi commerciali. Sul mercato, il presidente ha investito una quarantina di milioni (spiccano i 15 per Allan e i 7 per Chiriches), ma come nella sua miglior tradizione punta a ricavare almeno la stessa cifra dalle cessioni per finanziare i trasferimenti. Ma al momento è fermo a poco meno di cinque milioni.

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