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Inter: Marko Livaja, dopo Bergamo, sta per essere cacciato anche dal Rubin Kazan

Il “bad boy” croato, dopo i problemi con Colantuono, sarebbe sul punto di lasciare anche il campionato russo dopo le critiche per la sua condizione fisica approssimativa e per i chili accumulati in queste settimane.
A cura di Alberto Pucci
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Fino a qualche tempo fa, era considerato uno dei giocatori più promettenti della Primavera interista. Oggi, invece, dopo l'infelice e burrascosa esperienza con l'Atalanta, Marko Livaja rischia di finire definitivamente ai margini del calcio che conta. Non contento della reputazione che si era creato in quel di Bergamo, l'attaccante croato sta facendo parlare (male) di sé anche in Russia. Trasferitosi al Rubin Kazan, nella scorsa estate, l'ex interista sarebbe sul punto di essere "tagliato" anche dalla dirigenza russa, dopo le polemiche scoppiate per la sua condizione fisica che gli ha permesso di scendere in campo soltanto 67 minuti. Secondo il quotidiano russo "Izvestia", Marko Livaja potrebbe lasciare il club già a gennaio, dopo poche apparizioni e moltissime polemiche. Il giocatore, che avrebbe già dato mandato ai suoi agenti di trovargli una nuova sistemazione, ha evidenziato una scarsa condizione fisica ed evidenti problemi di peso: chili che gli avrebbero procurato diverse critiche da parte di tifosi, stampa e dirigenti.

I precedenti con Colantuono – Passato alla corte di Colantuono nel gennaio del 2013, nell'operazione che ha portato Schelotto a Milano, Livaja ha subito conquistato le prime pagine dei giornali per i violenti scontri (verbali e non) con il tecnico della Dea e, successivamente, anche con la stessa tifoseria bergamasca. Dopo l'allontanamento dalla prima squadra, ed il relativo trasferimento in Russia, Livaja puntò il dito contro l'ambiente nerazzurro in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Appena arrivato all'Atalanta, mi hanno preso di mira – spiegò nell'intervista – I miei compagni erano invidiosi e Colantuono non mi ha aiutato, anzi. In un allenamento ci siamo presi, se non ci dividevano i compagni non so come sarebbe finita. Il mio post su Facebook ("Italiani bastardi")? I tifosi mi hanno dato dello zingaro, mi hanno rivolto insulti razzisti e minacciato la famiglia. Ho detto basta e mi sono ribellato". Una dichiarazione che, giorni dopo, fu accolta da Colantuono con eleganza e ironia: "Nella mia carriera, non ho mai fatto risse con i giocatori. men che meno con Livaja – rivelò anch'egli alla Gazzetta dello Sport – Non voglio aggiungere altro, perché se mi dovessi mettere a parlare di Livaja, in campo e nel privato, non basterebbe un'enciclopedia".

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