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Inter-Livorno, Zanetti: “Sono tornato, non potevo chiedere di meglio”

Il capitano rientra dopo 6 mesi d’infortunio per la rottura del tendine d’Achille. E’ la presenza numero 604 in campionato con la maglia nerazzurra: “Il nostro legame con il presidente Moratti va oltre, c’è soprattutto un grande rapporto umano”.
A cura di Maurizio De Santis
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Sei mesi. Duecento giorni. Quarant'anni. Grinta e scatto come fosse un ragazzino. Quando il quarto uomo ha acceso la lavagna luminosa Javier Zanetti ha spento i brutti ricordi e cancellato quel maledetto giorno del ‘Barbera' di Palermo: un dolore fortissimo al piede sembrava il segnale della resa. Rottura del tendine d'Achille, diagnosi impietosa: il leone era ferito, non vinto. E contro il Livorno ha marcato la presenza numero 604 in campionato da quando indossa la maglia nerazzurra: dal '95 a oggi, mille battaglie (quelle memorabili del triplete e quelle meno nobili dell'ultima stagione) combattute in prima linea, una carriera dedicata all'Inter, la maglia come una seconda pelle e il futuro che bussa alla sua porta nel giorno dell'ultima di Moratti come presidente. La percussione da cui è scaturito nel finale il raddoppio di Nagatomo è valsa come una standing ovation. Immortale.

Mollare dopo l'infortunio. Mai l'avrebbe fatto. Il capitano voleva prendere la ‘sua' squadra per mano anche nell'anno della rifondazione e ha mantenuto la promessa. "Provo una grande emozione perché tornare dopo un infortunio del genere non era facile – ha ammesso nel dopo partita a Sky Sport -. Dopo l'operazione dissi che sognavo di giocare almeno una partita davanti ai nostri tifosi e ci sono riuscito. Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato, dai tifosi ai medici, non voglio dimenticare nessuno. Non potevo chiedere di meglio".

Si chiude l'epoca Moratti. "Thohir? Il nostro legame con il presidente Moratti va oltre, c'è soprattutto un grande rapporto umano, merita applausi e anche di più per tutto quello che ha fatto per questa società in tanti anni. E' un passaggio importante ma noi calciatori dobbiamo rispondere sempre in campo".

Messaggio da Mourinho. "Mi ha scritto un sms in cui mi faceva l'in bocca al lupo e mi diceva che era sicuro che sarei tornato. Mai mi è passato per la testa di smettere. Quando ho fatto la risonanza parlavo con il dottore perché mi operasse subito e avevo voglia di tornare a giocare".

Ambizione. Roma, Napoli e Juventus e sembrano avere un altro passo. Non è finita ancora, però. "Dobbiamo pensare a lottare per qualcosa di importante, poi la classifica dirà dove arriveremo ma con questo spirito possiamo andare lontano". Polvere di stelle del ‘triplete', poi comincerà il nuovo corso dell'Inter.

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