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Inter, il ricordo di Vieri: “Io e Ronaldo, i due più forti che l’Inter abbia mai avuto”

L’ex attaccante nerazzurro, nel corso di un’intervista rilasciata a Sky, ha ricordato il suo periodo con la maglia interista: “Sono stati sei anni molto intensi, perché dovevamo vincere e non eravamo attrezzati per farlo. Moratti? L’ho perdonato”.
A cura di Alberto Pucci
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A distanza di due anni dalla pubblicazione della suo autobiografia, Christian Vieri torna a parlare della sua carriera in nerazzurro. Dopo aver fatto parlare di sé per i suoi selfie e i suoi video da Miami, l'indimenticato Bobo si è divertito a raccontare i suoi anni all'Inter nel corso di un'intervista rilasciata a Sky: "Sono stati sei anni molto intensi – ha esordito l'ex bomber interistaC'era molta pressione su di noi e a volta ho fatto fatica. Dovevamo vincere, ma non eravamo attrezzati per farlo e Juve e Milan erano più forti di noi. Il 5 maggio? Abbiamo perso lo Scudetto da soli ed è stato molto pesante. Se avessimo vinto lì, sarebbe cambiato tutto. E invece Ronaldo è andato via, Cuper dopo 4 mesi è andato via, tanti giocatori sono andati via. Abbiamo cambiato troppo e, secondo me, ci devono essere una società e una squadra stabili per arrivare a vincere. Io sono comunque contento perché ho dato tutto quello che avevo".

Ronaldo e Moratti

"Io e Ronie eravamo la coppia dei sogni – ha continuato Vieri – Peccato che non abbiamo giocato molto insieme e che ci siamo fatti male. L’avevo detto al Presidente: "Non cederlo, non cederlo!". Però era o lui o Cuper. Quello che eravamo io e Ronaldo all’Inter rimane e rimarrà per sempre! Cioè, i due più forti che l’Inter abbia mai avuto". Nella lunga intervista, Vieri ha anche parlato delle intercettazioni allora ordinate da Moratti: "Non ce n’era proprio motivo, perché tutti sapevano cosa facevo e quanto mi allenavo. Tutti dicevano che Vieri usciva la sera. Solo la domenica uscivo, come tutti. Quindi non c’era nessuna cosa per far sì che mi dovessero intercettare o pedinare. Se l'ho perdonato? Ma sì, è stato il mio Presidente per sei anni, mi ha comprato a 90 miliardi, mi ha fatto dei contratti alti e gli sarò sempre riconoscente per questo. Ho fatto 132 gol e gli ho fatto vendere tante magliette col numero 32! Quindi, ho la coscienza a posto".

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