Inter, è bomber Perisic: segna solo dall’area piccola
È l'uomo della svolta e delle ritrovate ambizioni europee dell'Inter. Stiamo parlando di Ivan Perisic, esterno classe '89, arrivato in estate dal Wolfsburg, dietro precisa richiesta di Mancini impegnatosi in prima persona in un lungo "corteggiamento". Un impegno che sta producendo i suoi frutti: dopo un periodo di ambientamento iniziale e il brutto mese di febbraio, coinciso con una serie di cambi tattici che lo hanno spesso relegato in panchina, la svolta è arrivata nelle ultime sei partite con tre gol e due assist, che hanno innalzato rispettivamente a cinque e tre il bottino stagionale.
Ma al croato va ascritto un altro merito importante e non riguarda il campionato: c'è infatti la sua firma in calce alla gara che ha cambiato l'andamento recente della stagione dell'Inter, ovvero la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Juventus, quando ha letteralmente fatto impazzire la miglior retroguardia del campionato segnando un gol, conquistandosi il rigore del definitivo 3-0 e imperversando lungo tutta la fascia sinistra senza soluzione di continuità. Quell'iniezione di fiducia ha ridato linfa alla squadra che ha ritrovato slancio in serie A sino a portarsi nuovamente al quarto posto, in attesa del risultato di oggi della Fiorentina.
C'è poi un altro dettaglio statistico che aiuta ad apprezzare il lavoro tattico di Perisic. I cinque gol in campionato, infatti, sono arrivati tutti dall'area piccola. Il primo contro la Sampdoria ad ottobre, da due passi dopo un suggerimento di Icardi, quindi venti giorni dopo in spaccata contro il Palermo su assist di Biabiany, idem col Verona per fissare il 3-3 e poi ancora con i rosanero e ieri ancora da due passi contro il Bologna, a sbloccare una partita che stava facendosi complicata, nonostante il dominio nerazzurro. A questo ruolino si aggiunga il sesto centro sempre da pochi metri contro la Juve in Coppa; mentre fa eccezione, nella stessa competizione, la rete al Cagliari arrivata un metro fuori l'area del portiere. Insomma, non solo una spina nel fianco con le sue incursioni e i cross, ma anche l'istinto del bomber che lo porta spesso a sfruttare le sue capacità di inserimento. Musica per le orecchie di Mancini.