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Inter: cento anni dalla nascita di Giuseppe Meazza, bandiera nerazzurra e della nazionale

Un personaggio storico, a detta di molti il miglior calciatore italiano di tutti i tempi. Amante della bella vita, faceva parlare di sé anche fuori dal campo ma la sua classe cristallina lo ha reso una leggenda.
A cura di Jacopo Giove
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Giuseppe_meazza_1937

MILANO. A detta di molti é stato il miglior giocatore italiano di tutti i tempi. I piú giovani quasi non lo conoscono, conoscono il suo nome perché é quello dello stadio di Milano, di filmati in bianco e nero delle sue prodezze se ne trovano pochi, ma la sua classe cristallina e le sue giocate da fuoriclasse assoluto chi le ha vissute non le dimenticherá mai. Sono trascorsi cent'anni dalla nascita di Giuseppe Meazza, milanese, che a soli quindici anni viene ingaggiato dall'Inter. Soprannominato "Balilla" per via della sua giovane etá, si mette subito in mostra con i suoi gol e si capisce da subito che il ragazzo é speciale. Quindici anni coi colori nerazzurri, conditi da tanti successi, due scudetti (1939 e 1938), una Coppa Italia (1939) e soprattutto tre titoli di capocannoniere della Serie A (toccando anche quota trentuno reti). Alcuni gol sono leggendari, come uno contro la Juventus dove dopo aver dribblato tutta la difesa ed anche il leggendario portiere Combi entra in porta con il pallone con un gesto di sfida. A Meazza piace la bella vita, idolo delle ragazzine che lo tempestano di lettere, a volte si dimentica degli impegni. Una volta prima di Inter-Juventus lo trovano a dormire a casa e lo portano di forza allo stadio e lui dopo aver dormito ancora in auto entra in campo e realizza una doppietta. 247 gol in 365 partite…un bottino niente male!

Nel 1940 passa ai rivali del Milan, ma per una serie di infortuni non riesce a ripetere i fasti nerazzurri e due anni dopo approda anche alla Juventus dove il suo score migliora un po'. Tenta la carriera da allenatore ma non ha la stoffa necessaria. Memorabile una sua frase quando allenava le giovanili dell'Inter: "Nella mia carriera non ho mai fatto male a nessuno, mai litigato con un compagno. Ma ho una macchia nera sulla coscienza: ho giocato nel Milan. Aiutatemi a cancellare quel tradimento". Adesso capite perché i milanisti chiamano lo stadio "San Siro"?

Favolosa la sua carriera con la nazionale. Due titoli mondiali nel 1934 (dove segna quattro gol) e nel 1938 (in semifinale col Brasile segna su rigore tenendosi i pantaloncini dei quali si era rotto l'elastico!), e 33 reti in 53 presenze (meglio di lui solo Riva, del quale disse Meazza: "Io peró ho giocato con avversari forti, lui con Malta e Cipro"). Aggiungete una tripletta alla storica Ungheria e due reti ad Highbury contro l'Inghilterra dei cosiddetti "maestri del calcio". Il due volte ct campione del mondo Pozzo disse di lui "Averlo in squadra significa partire dall'1-0 in nostro favore" mentre Gianni Brera lo definí "il calciatore piú geniale che sia mai nato in Italia".

Jacopo Giove

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