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Inghilterra, Guardiola si scusa con Redmond: “Non sono riuscito a controllarmi”

Il tecnico del Manchester City, finito nel mirino dei tabloid per il suo presunto attacco al giocatore del Southampton, ha spiegato come sono andate le cose: “Loro hanno cercato solo di perdere tempo, ma io non dovrei mai giudicare il modo in cui gli avversari affrontano una delle mie squadre”.
A cura di Alberto Pucci
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In attesa di ricevere il West Ham, e soprattutto di sfidare lo United di José Mourinho, il Manchester City di Pep Guardiola si gode il primato in classifica e l'ultima sofferta vittoria contro il Southampton. Il gol nei minuti di recupero di Sterling, ha infatti permesso ai "Citizens" di tenere i cugini a meno otto punti e di preparare i prossimi impegni in tutta tranquillità. Il match della quattordicesima giornata di Premier League, in realtà, ha però avuto pesanti striscichi nel dopo gara.

Inviperito per l'atteggiamento difensivista messo in campo dai "Saints", Pep Guardiola ha infatti attaccato a muso duro il centrocampista del Southampton Nathan Redmond. Un episodio che ha scatenato le illazioni dei tabloid britannici e che ora potrebbe costare caro al manager degli "Sky Blues": finito nel mirino dell Football Association che potrebbe anche chiedergli spiegazioni sull'accaduto.

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Le parole di Pep

Al di là delle parole realmente pronunciate da Guardiola (i media hanno scritto che avrebbe offeso l'avversario, Redmond lo ha invece difeso parlando solo di "consigli"), resta l'amarezza per un teatrino che ha gettato fango sull'ottima stagione fino ad ora giocata dal City. "Non sono riuscito a controllarmi e avrei dovuto farlo – ha commentato Guardiola – Spero di poter migliorare. Ringrazio Redmond per le sue parole, lo ammiro come giocatore. Spiegherò tutto davanti alla Federazione se vorranno".

"Mi sarebbe piaciuto veder giocare il Southampton a viso aperto ma hanno deciso di non farlo cercando soltanto di perdere tempo sin dal nono minuto. Detto questo, non dovrei mai giudicare il modo in cui gli avversari affrontano una delle mie squadre. E' complicato quando gli altri difendono in 10 e a Nathan ho solo detto: ‘sei un buon giocatore e devi attaccare'".

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