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Il kinefisiologo Ferreira, ammalato di cancro, è l’uomo che ha salvato il sogno Mondiale di Suarez

Walter Ferreira, kinefisiologo dell’Uruguay, è l’uomo che Luis Suarez ha abbracciato dopo il secondo gol all’Inghilterra. Ammalato di cancro, ha sospeso le cure per essere accanto al bomber del Liverpool al Mondiale in Brasile.
A cura di Maurizio De Santis
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Luis Suarez ha appena segnato il gol del raddoppio all'Inghilterra. Allarga le braccia, urla di gioia, si commuove. Al Mondiale quasi ha rischiato di non esserci per l'operazione al menisco effettuata un mese prima della partenza per il Brasile. Manda baci verso la tribuna (‘il bacio della morte', titoleranno i tabloid all'indomani dell'uno-due del bomber uruguagio del Liverpool) e poi corre ad abbracciare Walter Ferreira. E' il kinefisiologo che gli è stato accanto nel momento peggiore della sua carriera, quando il sogno chiamato ‘Coppa del Mondo' stava per trasformarsi in incubo per essere finito sotto i ferri. Lo ha aiutato durante la fase delicata di riabilitazione: massaggi, esercizi specifici, cura della postura, ritmi scanditi dalla pazienza dell'uomo che ha rimesso in piedi uno degli attaccanti più forti d'Europa e in corsa per il titolo di capocannoniere a Brasile 2014. ‘El pistolero' ha gli occhi lucidi, stringe Ferreira, gli accarezza la testa e fa sì che le telecamere lo inquadrino perché, in segno di gratitudine, tutti devono sapere chi è quell'uomo che ha fatto il miracolo. Ha ‘salvato' il ginocchio di Luis ma la sorte non è stata altrettanto benevola con lui che è ammalato di cancro.

Ferreira, kinefisiologo di Suarez, è ammalato di cancro

Walter Ferreira non smette di lottare contro il tumore che lo ha aggredito, entrando in tackle sulla sua vita: spacca-gambe, spacca-cuore… nulla che possa contribuire ad aggiustare con le sue mani che hanno aiutato molti calciatori. Per essere accanto a Suarez in Brasile ha sospeso le sue cure specialistiche ma non s'arrende e in Uruguay è quasi considerato un eroe nazionale. "Continuerò a combattere – raccontano i giornali inglesi -, ringrazio tutti per i complimenti ricevuti… non ho parole. Luis meritava quella gioia, ha dato tutto per essere qui in Brasile. Non avrei potuto lasciarlo andare da solo".

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