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Il fenomeno Ronaldo: “Per lo scudetto tifo Inter, ma attenzione a Napoli e Juve”

L’indimenticato attaccante brasiliano torna a parlare della sua ex squadra e fa chiarezza sul suo passato: “Non ho mai chiesto di andar via dell’Inter. Cuper? Mi avrebbe portato all’esaurimento fisico”.
A cura di Alberto Pucci
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Ci sono giocatori che rimarranno per sempre nella memoria di tutti i tifosi. Campioni dalle giocate straordinarie, che il passare del tempo non potranno mai cancellare. Uno di questi è stato senza dubbio Ronaldo Luís Nazário de Lima. Ronaldo, il fenomeno: quello vero. Intercettato dai colleghi de "Il Messaggero", l'ex attaccante dell'Inter e del Milan ha riavvolto il nastro dei ricordi regalando aneddoti e curiosità relativi alla sua esperienza italiana, cominciando dal famoso contatto con Mark Iuliano: "Non assegnare il rigore fu molto strano – racconta Ronie – Ero sicuro di aver ricevuto la botta e, a fine partita, ero molto nervoso per questo. Calciopoli? Non ci eravamo accorti di niente, anche perché la Juventus era già molto forte in quel periodo". Inevitabile tornare sulla sua doppia vita milanese: "Conservo un ricordo affettuoso di entrambe le squadre, anche se il mio cuore batte un po’ più forte per l’Inter – ha aggiunto – Il club nerazzurro è stato molto importante per me".

La frecciata a Cuper – La fine dell'esperienza con l'ex club di Massimo Moratti, per Ronaldo è ancora una ferita aperta: "Sono fiero di aver indossato la maglia dell'Inter, anche se l'addio è stato traumatico. Io non ho mai chiesto di andare via, avevo solo detto al presidente che non mi sarei più potuto allenare con Cuper. Moratti non fece nulla e allora scelsi di andarmene. Cuper con i suoi metodi di allenamento ci avrebbe portato all'esaurimento fisico". Nonostante la distanza, l'ex icona del calcio brasiliano continua a seguire il calcio italiano e la corsa al tricolore 2015/2016: "Faccio il tifo per l'Inter e spero che vinca lo scudetto – ha concluso Ronie – La concorrenza è però forte, perché ci sono anche Napoli e Juventus. La Roma credo che sia un gradino sotto a queste squadre. La crisi del calcio italiano? Il livello è più basso, ma è un discorso generale e accade questo anche in altri paesi". La chiusura è una frecciata alle istituzioni del calcio mondiale: "Dirigenti in galera e scandali, il calcio non ha imparato nulla. Io presidente della Fifa? Adesso no, grazie. Sono ancora giovane".

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