Il Diavolo (non) veste Montella: tecnico in panchina con un abito portato da casa

Non è in mutande, ma di certo non veste come dovrebbe. Vincenzo Montella comincia ufficialmente l'avventura sulla panchina milanista nel momento probabilmente peggiore degli ultimi mesi. Stretto tra l'incudine e il martello, senza soldi da investire e con una credibilità che sta clamorosamente scendendo sotto il livello di guardia, il club rossonero attende con ansia la fine dell'anno quando, secondo le ultime notizie, ci sarà realmente il cambio societario e un drastico ribaltamento all'interno degli uffici di via Aldo Rossi. Nel frattempo, il Diavolo cammina nella terra di mezzo tra pochissime certezze e molti problemi da affrontare. Uno di questi, ad esempio, è la scelta del partner che doterà la squadra delle divise di rappresentanza. Dopo mesi passati a vestire Dolce e Gabbana, i giocatori del Milan si ritrovano ora senza fornitore e dunque senza abiti ufficiali da indossare.
Armani pronto a fornire le divise
Una situazione tragicomica e paradossale per una societa che ha sempre fatto dell'immagine il suo cavallo di battaglia. Un caso clamoroso che è già stato evidenziato prima della partenza per gli States in occasione dell'International Championship Cup e che colpisce in prima persona anche lo stesso Vincenzo Montella: obbligato ad aprire l'armadio di casa, scegliersi l'abito delle grandi occasioni, portarlo allo stadio e indossarlo per evitare di fare brutte figure davanti ai diecimila abbonati rossoneri (record negativo della gestione Berlusconi) e davanti alla furiosa contestazione della Curva Sud, oggi più che mai delusa dal momento e dal mercato della squadra milanese. Il tutto a causa dello stallo societario che, inevitabilmente, ha bloccato anche molte operazioni di marketing e partnership: tra queste anche quella con Giorgio Armani: coinvolto da Barbara Berlusconi proprio per siglare un nuovo accordo con il club milanista.