Il Codice Bonucci, i comandamenti del capitano nei discorsi da milanista
Donnarumma capitano del Milan? E' giovane, può attendere. Quanto? Almeno cinque anni, quando Leonardo Bonucci non sarà più in rossonero. Kessié vuole la maglia numero 19? Mi spiace, quella è mia. Anche se sono arrivato dopo di te. Le prima scelte e le parole dell'ex difensore della Juventus sono il manifesto dell'esperienza in rossonero e del patto fatto con il club: in cambio di un ingaggio pesante, da 7.5 milioni a stagione, porti in dote il ‘know how' vincente acquisito a Torino e lo metti al servizio della squadra perché il ‘povero diavolo' degli ultimi anni diventi di nuovo.
E così l'hashtag #finollafine che contrassegnava i suoi messaggi da bianconero pronto a sfidare tutto e tutti è stato sostituito da #hangrierthanever, per la serie ‘mettiamoci cuore e fame sempre'.
Il rimprovero in allenamento
Un saggio dei suoi comandamenti (il ‘codice Bonucci', come lo ha ribattezzato Tuttosport) in casa milanista lo ebbero qualche settimana fa, quando il calciatore era impegnato sul campo d'allenamento mentre il resto della squadra era in tournée per le amichevoli. Troppo vociare, intervenne a zittire un po' di compagni perché – disse – non riusciva a concentrarsi al massimo. Gli stessi compagni che abbraccia prima della partita, quando tutti sono riuniti in cerchio e lui pronuncia il discorso motivazionale.
I ‘comandamenti' del Codice Bonucci
Questa è solo una parte di una serie di regole/consuetudini/cose da fare/raccomandazioni valide tanto sul rettangolo verde quanto nello spogliatoio. Tre i principi essenziali di questo libello di buona condotta che apre le acque e spiana la strada verso la vittoria:
- Allenamenti quotidiani intensi, preparandosi si cresce e si vince
- La fame agonistica mai deve mancare, arrivare secondi è una sconfitta
- Unità del gruppo, fondamentale per andare lontano
Il ‘verbo' del capitano studiato a tavolino
Quando parla alla squadra non è solo frutto dell'emotività del momento ma anche il risultato di uno studio che Bonucci fa quando, posate le scarpette e dismessa la divisa, legge un po' i giornali e sonda l'umore trasmesso dai media relativamente all'andamento e al periodo che attraversa la formazione. Annota tutto, rimugina e riflette anche nel bus che conduce il gruppo allo stadio poi sublima il rituale con il discorso che farà a pochi istanti dal fischio d'inizio. Un leader, un capitano, un ‘guru'.