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Il capolavoro tattico del Portogallo senza CR7

Il Portogallo campione d’Europa senza essere mai stato sconfitto. Deschamps manca l’occasione del trionfo. Francia bloccata dalla paura. Cristiano Ronaldo si fa male dopo 24′. L’ingresso di Quaresma e di Eder, match-winner, cambiano la partita.
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Senza aver mai vinto una partita al 90'prima della semifinale. Senza Cristiano Ronaldo dal 25′. Il Portogallo gioca all'italiana, sorprende una Francia paralizzata dalla paura e conquista il primo titolo europeo della sua storia. Inesistente Pogba, che gioca troppo indietro, impalpabile Giroud prima dei supplementari, non incisivo come sempre Griezmann. Non bastano le intuizioni di Coman a salvare una Francia che non sfrutta i match point a disposizione . Il Portogallo ringrazia Rui Patricio, migliore in campo. Fernando Santos, però, cambia la partita con Quaresma e il match-winner Eder. Ridisegna la Seleçao con il 4-3-3 e scompagina la Francia, che aveva vinto le ultime 10 partite di fila contro il Portogallo.

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Subito Nani – Griezmann si prende un po' di spazio fra le linee in avvio dietro Giroud. Ma la prima occasione nasce dal taglio di Nani, che parte seconda punta nel 4-1-3-2 senza veri riferimenti offensivi ma viene spesso ad aiutare a destra Renato Sanches, il più giovane giocatore di sempre a giocare in una finale europea, a 18 anni e 326 giorni. L'inserimento di Nani conferma uno dei punti deboli della Francia, vulnerabile sulle palle alle spalle della difesa: anche questa prima occasione, infatti, nasce dall'uscita fuori tempo di Laurent Koscielny.

I lusitani mancano un po' troppi appoggi e lasciano libero Griezmann, 6 gol come Henry in una sola edizione dell'Europeo, di staccare di testa e creare la prima occasione Bleu della finale. Non così lucida nell'occasione la chiusura di Pepe, che in media ha intercettato 3.4 palloni a Euro 2016 (la seconda più alta fra chi ha disputato più di tre partite) e vinto 4 duelli aerei, più di tutti nella Seleçao.

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a squadra di Fernando Santos, imbattuta da 13 partite, fatica a imporsi a centrocampo. Saltano le chiusure di Adrien Silva, William Carvalho e João Mário che hanno bloccato Luka Modrić e Ivan Rakitić. Oggi devono far da guardia a Pogba e Matuidi, sempre molto basso davanti alla difesa in fase di non possesso, ma non trovano la posizione e spaccano la squadra nel primo quarto d'ora.

CR7 out – Evra chiede a Giroud di muoversi di più per concretizzare il 55% di possesso palla francese nel primo sesto di gara. Perché sia efficace, però, c'è bisogno che Griezmann dia più profondità da dietro. Il Piccolo Diavolo, da quando è stato spostato più al centro dopo aver iniziato da ala destra, ha beneficiato del lavoro di Giroud e in 225 minuti prima della finale ha concluso 8 volte in porta, creato 7 occasioni e completato 6 dribbling.

Al 17′ però Cristiano Ronaldo, primo giocatore a giocare due finali Europee a dodici anni di distanza l'una dall'altra, si butta a terra in lacrime per un colpo al ginocchio da parte di Payet, non fischiato da Clattenburg. Chiede una fasciatura, prova a non mollare ma non basta. Ronaldo esce dopo 24′: ha toccato appena 8 palloni, e nessuno in una zona davvero pericolosa.

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Santos chiama Quaresma che si schiera all'ala con Nani unica punta in un 4-1-4-1 con Joao Mario ala sinistra. Ma appena i portoghesi provano a giocare, si espongono agli inserimenti da dietro di Sissoko che con la sua velocità e i suoi scatti continui nello spazio mette in crisi il centrocampo portoghese. La stellina del Newcastle di Benitez regala anche la magia in tunnel col tacco per andare al tiro alla mezz'ora, nonostante le linee strettissime della Seleçao in fase di non possesso e l'attenzione di Sanches e Joao Mario a non creare squilibri sugli esterni sulle transizioni dal lato opposto.

Primo tempo – Si chiude così un primo tempo bloccato, con la Francia incapace di capitalizzare i 259 passaggi totali, e i 37 nella trequarti offensiva. Non a caso, le linee di passaggio più esplorate vedono coinvolti difensori (Evra, Umtiti, Koscielny) e Pogba, che distribuisce gioco dalla linea mediana ma è poco coinvolto negli ultimi 20 metri. E forse non è un caso: tutti i primi tempi delle quattro finali europee che hanno visto in campo Francia o Portogallo si sono chiuse sullo 0-0. E in questo Europeo, i Bleu hanno segnato 11 gol su 13 dopo il 42′ prima della finale.

Portogallo-Francia: i numeri del primo tempo
Portogallo-Francia: i numeri del primo tempo

Ripresa: Coman illude – Anche in possesso palla, la Francia tende a mantenere le posizioni in maniera piuttosto statica, e Pogba fatica a essere determinante nel cuore del gioco. Dall'altro lato, il Portogallo non ha soluzioni offensive, Nani è solo e poco aiutato dai movimenti senza palla di ali e mezzeali e i cross provati dalle fasce finiscono tutti controllati dalla difesa francese. Ai lusitani serve un fraseggio più rapido, serve che i giocatori si liberino del pallone con meno tocchi per sfruttare la possibile superiorità numerica quando ripartono, soprattutto se Sissoko è più alto di Pogba e non recupera. Deschamps prova allora a giocarsi la carta Coman, il francese più giovane di sempre in una finale europea (20 anni e 27 giorni) per un deludente Payet. Ma si continua per un'ora senza gol, come non era mai successo all'Europeo nei match per il titolo. Ed è proprio Coman che disegna il cross per Griezmann al 65′, ma l'attaccante dell'Atletico, bravissimo a muoversi alle spalle di Guerreiro, manca di poco il terzo gol di testa a Euro 2016. Tutto nasce, comunque, dalla catena di sinistra: Coman viene dentro a prendere palla e Evra ne approfitta spesso per sovrapporsi al contrario di Sagna, molto più disciplinato sulla fascia destra.

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Da quella parte, Coman, il giocatore più veloce di Euro 2016 (ha toccato i 32.8km/h, non distante dalla media di 37.6 di Usain Bolt quando ha demolito il record del mondo dei 100m in 9″58) insiste nella ricerca dell'uno contro uno. Così, con la palla in verticale, l'ex Juventus crea ancora una grande occasione per Giroud. Santos allora toglie Sanches e mette un centravanti più classico, Eder, in appoggio a Nani. Così il Portogallo produce il primo tiro in porta all'80'. Il ct portoghese inserisce anche Quaresma, che tende a occupare una posizione piuttosto avanzata, spesso sulla stessa linea di Nani e Eder: si crea un sostanziale 4-3-3 che allunga la Francia e costringe Matuidi e Pogba ad abbassarsi per non scoprire la linea difensiva. L'ultima chance è francese. Si va ai supplementari per questione di centimetri: quelli che frustrano il destro ravvicinato del neo-entrato Gignan che rimbalza sul palo, quelli che mancano a Griezmann per il tap-in a porta vuota. Determinanti Rui Patricio, il portiere che ha effettuato più parate in una finale europea dal 1980 (7 al 90′, come Schmeichel nel 1992) e Koscielny che completa 72 passaggi su 72 prima dell'extra-time.

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La magia di Eder – Ai supplementari l'occasione migliore rimane il colpo di testa di Eder su corner di Quaresma. Deschamps rimane molto conservativo, tiene Pogba sempre molto arretrato e Coman molto bloccato. E soprattutto aspetta oltre il 105′ per giocarsi l'ultimo cambio. Tra i due supplementari torna anche Cristiano Ronaldo a dare indicazioni per un Portogallo che ha corso complessivamente 5 km in più dei Bleus (126.2 a 121.5). Rafael Guerreiro, miglior esterno difensivo di Euro 2016, stampa sulla traversa una punizione concessa per fallo di mano… di Eder. Il numero 9 poi si fa perdonare. Koscielny, ammonito per l'inesistente fallo di mano di prima, si mantiene ingenuamente esterno sul filtrante per Eder che rientra, protegge palla e brucia Lloris sul suo palo. E' il sesto giocatore che entra dalla panchina e segna in finale di un campionato Europeo dopo Bierhoff, Wiltord, Trezeguet, Mata e Torres. E' il capolavoro tattico di un Portogallo sparagnino e vincente su una Francia che il talento ce l'ha e non l'ha saputo sfruttare. L'ingresso tardivo di Martial, murato a 20 secondi dalla fine, è il segno del rimpianto Bleu.

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