ICC 2018: Rudiger trafigge Cech ma l’Arsenal ci crede e batte Sarri ai rigori, 7-6 a Dublino
Il Chelsea di Sarri, nell’ultima amichevole utile prima dell’esordio ufficiale di domenica contro il Manchester City, incontro valevole per il Community Shield (la Supercoppa inglese), perde con l’Arsenal 7-6, fa registrare il primo stop nelle sue tre partite di preseason ma fa intravedere barlumi di concetti sarriani per un percorso, almeno fin qui, comunque buono in avvio di stagione.
Una sconfitta che però non abbatte il morale dei Blues e che pure mostra lo stato di forma e di assimilazione dei nuovi dettami tattici, da una parte e dall’altra, di entrambe le compagini capaci, al netto delle tante assenze, di evidenziare, almeno nel primo tempo e poi in chiusura di gara, ritmi apprezzabili e periodi di gioco molto interessanti.
E così, al termine di un 1-1 con tanti protagonisti, Hudson–Odoi o Lacazette, ed altrettante illustri delusioni, come Morata o Aubameyang, ecco duelli individuali e di reparto fra Chelsea e Arsenal.
Hudson-Odoi incontenibile, Bellerin in affanno
In questo precampionato per il Chelsea, in attesa delle decisioni sul proprio futuro di Willian e Hazard, è nata una stella che risponde al nome di Callum Hudson-Odoi. E sì perché nelle prime tre gare di precampionato, a proposito le uniche prima della finale del Community Shield di domenica prossima con candidatura da titolare annessa, il classe 2000 si è segnalato come uno dei calciatori più in forma del club di Abramovich mostrando una qualità, una forza fisica, un atletismo, un dribbling ed un controllo di palla in velocità davvero invidiabili. Doti, viste anche all’Aviva Stadium di Dublino col numero #20 Blues letteralmente indemoniato, un po’ alla Insigne ma con caratteristiche tecniche e morfologiche differenti, sulla sinistra e pure capace di condannare al ruolo di sparring partner, talvolta di birillo, il più esperto e navigato Bellerin.
Da quelle parti, infatti, il nativo di Londra è una freccia incontenibile che corre, salta il diretto avversario, copre in fase di non possesso, mette in crisi il diretto avversario e, per non farsi mancare niente, mette nelle migliori condizioni per segnare la propria punta centrale. Nell’occasione un Morata in versione, per essere generosi, sbiadita.
Rudiger e quella strana magia all’inizio, terza firma di fila del Chelsea nei primi minuti
Alla terza partita ufficiale di Sarri alla guida del Chelsea abbiamo già una particolarità distintiva del suo nuovo ciclo, della sua avventura londinese. E non parliamo solo del bel gioco, anche se non costante (ci mancherebbe altro con solo poche settimane di allenamenti), della pressione alta dei Blues o della qualità sulle corsie laterali, ma anche della capacità dei ragazzi di scena allo Stamford Bridge di non sbagliare l’approccio alla gare ed andare in rete già nei primi minuti di gioco.
Certo, il campione da cui partire per questa valutazione è piuttosto ridotto ma, sia all’esordio stagionale col Perth che a Nizza con l’Inter che, appunto, stasera con l’Arsenal, gli uomini di Sarri hanno trovato il gol dopo pochi giri di lancette, precisamente: al 5’ contro gli australiani, all’8’ contro i nerazzurri e al 5’ contro i Gunners dimostrando una certa voglia di partire col piede giusto. Una voglia che per poco non generava il punto del 2-0, con Morata impreciso dal dischetto al 15’, ma che ha avuto anche il merito di deliziare la platea irlandese per un fondamentale, l’ennesimo, di chiara matrice sarriana: la grande disponibilità di schemi su palla inattiva con Rudiger giustiziere di Cech, da corner, proprio, in avvio di gara.
Morata-Aubameyang, polveri bagnate ma lo spagnolo è un disastro
Chelsea-Arsenal ancorché in preseason ed al netto delle tante assenze da una parte e dall’altra, è sempre una classica del grande calcio, del football britannico ricca di fascino e, perché no, di grandi campioni. Il lineup, in attacco, infatti, recita: Aubameyang per i Gunners, Morata per i Blues, in sintesi: estrema pericolosità davanti. E invece, nei minuti giocati dal gabonese e dallo spagnolo tutte le speranze, le premesse e le aspettative dell’immediata vigilia restano lettera morta con entrambi i talenti offensivi, non solo a secco ma anche lontani anni luce dal loro reale potenziale.
E se l’ex Borussia Dortmund può giocarsi l’alibi delle poche chance ricevute con Ozil (quest'ultimo bravo a riprendersi strada facendo) e Mkhitaryan nella prima frazione di gara non proprio nella loro serata migliore, con Lacazette invece più bravo e fortunato nell'occasione del pari al 93′, l’ex Juventus mette insieme una partita da matita blu con tanti errori, tecnici e di selezione della giocata, incredibili.
Dapprima, difatti, manca il penalty del 2-0, che gli avrebbe fatto festeggiare al meglio la recente paternità, poi, spreca di testa da buona posizione su assist di Hudson–Odoi e, infine, sempre su preciso suggerimento in verticale del funambolo di fascia, strozza di mancino il diagonale del raddoppio delineando i contorni di una prestazione, forse la sua prima da quando è a Londra, davvero incolore per lui.
Guendouzi al top per i Gunners, la mezzala se la cava bene contro Fabregas e Drinkwater
Pescato dalla Ligue 2 transalpina, la mezzala classe ‘99 Guendouzi, pagata 8 milioni di euro dal Lorient, è una delle notizie più positive della strana serata dublinese dell’Arsenal. Di posizione e di movimento, di tecnica e di lettura, infatti, il numero #29 di Emery si disimpegna al meglio, attacco-difesa, contro il qualitativo centrocampo Blues mettendo insieme un match molto incoraggiante col nativo di Poissy a dimostrare di poterci stare in questo contesto e di poter dare una grossa mano, nella lunga stagione Gunners, a questa edizione bianco-rossa. Nei tre in mezzo al campo, insieme con Elneny e Smith–Rowe, il riccioluto centrocampista si fa preferire per impegno, forza e scelte tattiche oltre che nella trasmissione della sfera, guadagnando punti nella scala gerarchica dell’ex tecnico del Paris Saint Germain e, pure, confermando quanto di buono si dice sul suo conto.