ICC 2018: Milan buona la ‘prima’, Suso e Calha già formato Serie A ma Mou vince ai rigori
Il Milan, al termine di una infinita serie di calci di rigore (10 a 9 il risultato finale) e di un buon match al cospetto dello spuntatissimo Manchester United di Mourinho, esce sconfitto dal Rose Bowl di Pasadena al suo esordio nella International Champions Cup 2018. Un serata però, al netto dell'epilogo finale, che conta il giusto, buona non solo per onorare al meglio la manifestazione statunitense ma anche per vedere a che punto della preparazione si trovano gli uomini di Gattuso che, senza grosse novità di mercato, e dunque di formazione, giocano una gara importante, di livello dando l'impressione di voler riprendere quel discorso, in termini di gioco e risultati, messo in piedi dalla squadra nella seconda parte della scorsa stagione.
Un discorso fatto di possesso palla, supremazia territoriale, dominio del gioco, pressing alto e di un 4-3-3 piuttosto solido con Suso, Calhanoglu e Bonucci, ma anche Kessié e Romagnoli, punti di forza di una squadra comunque con diverse ottime individualità. Punti di forza visti anche nella serata a stelle e strisce californiana con pochi nei, a fronte di uno United privo di numerose prime firme (Fellaini, Lingard, Pogba, Rashford, Lukaku, Matic, Fred, Young), e tante buone indicazioni per un Gattuso comunque piuttosto soddisfatto della sua ‘prima' nella ICC 2018. Qui, nel dettaglio, i duelli, personali e di reparto, più avvincenti di Milan-Manchester United.
Il calcio è semplice: rinvio, sponda e Sanchez approfitta di Musacchio
Anche in estate, anche nell’International Champions Cup, il calcio non cela i suoi concetti né, tantomeno, la sua estrema semplicità. Del tipo: le cose facili, spesso, sono quelle più efficaci e di successo. È difatti, quello che accade all’11’ del primo tempo quando i Red Devils, sia pure senza talenti del calibro di Fellaini, Pogba, Lingard o Rashford, mettono insieme la rete del momentaneo 1-0: rilancio del portiere Grant, sponda di testa del talentuoso McTominay, palla per Mata che, di interno sinistro, libera davanti la porta Sanchez per il vantaggio United. Una rete, appunto, estremamente semplice eppure, forse, proprio per questo, parimenti bella con quattro calciatori coinvolti, tutti con tocchi di prima, eccetto per il cileno ex Udinese, armoniosamente complici e, pure, bravi a mettere a nudo le responsabilità individuali con Musacchio (che poi si riprende nel corso del match), ultimo baluardo milanista, a salire in colpevole ritardo su assist dello spagnolo Mata.
Bonucci regista basso, che assist per Suso
La Juventus, nella mente di Bonucci, in questa serata americana, sembra davvero lontana anni luce. E non lo è soltanto geograficamente col #19 rossonero impegnato a Pasadena nel ‘selvaggio ovest’ della California e la compagine bianconera nel profondo est a Filadelfia, ma anche in termini di concentrazione e applicazione al match. Bonucci, infatti, cancella i pensieri di mercato, domina nella difesa a quattro di Gattuso, limita al minimo le sbavature e legge, con la consueta lucidità, i movimenti dei compagni e, pure, quelli degli avversari in fase di impostazione. E proprio su una di queste letture, il nazionale italiano disegna calcio mettendo in porta, con l’evidente complicità della statica difesa a tre composta da Tuanzebe, Smalling e Bailly, troppo fermi nell’occasione dell’inserimento senza palla di Suso, lo spagnolo per il mancino dell’1-1. Un lancio, metafora della sua ottima partita e di un professionista, al di là delle sirene di radiomercato, serio e dalle grandissime qualità.
Calhanoglu-Suso, già in forma campionato
Il Milan, più in generale, senza nessun nuovo volto in campo e con la formazione che sarà per nove undicesimi titolare nelle prossime settimane, fa meglio dello spuntato Manchester United di Mourinho riuscendo a mettere in mostra un calcio davvero positivo e propositivo e movimenti, specie sulle corsie, interessanti. Un calcio, come nella scorsa annata, che si sviluppa attraverso un possesso palla importante ma anche grazie a due/tre fonti di gioco che imprimono una certa accelerazione/verticalità alle manovre del ‘diavolo rossonero’: Bonucci, Suso e Calhanoglu. Tre interpreti al top al Rose Bowl Stadium con, in particolare, i due esterni offensivi, apparsi già in palla e pronti alla nuova stagione. Suso, facendo ammattire il pur veloce Shaw, ma anche Tuanzebe, con i suoi consueti dribbling sul piede forte, senza disdegnare tagli senza palla in diagonale verso la sinistra come nell’occasione del gol, e Calhanoglu vestendo i panni del suggeritore, prima in posizione di esterno d’attacco e poi, come nella ripresa, da mezzala, nel 4-3-3 complessivo. Insomma, mancano ancora 21 giorni all’inizio della Serie A ma per il tandem turco-iberico, che ha già fatto le fortune meneghine, sembra tutto pronto: Suso–Calha ci sono.
McTominay meglio di Loca, Sanchez il solito pericolo. Bene José Mauri
In mediana, nella sfida diretta, quasi personale, fra i promettenti centrocampisti a disposizione di Gattuso e Mourinho, McTominay e Locatelli, è il primo a spuntarla con lo scozzese classe ‘96 a mettersi maggiormente in luce non solo in fase di possesso ma anche in quella di inserimento e di proposizione. Mentre l’italiano, infatti, con un Milan molto verticale e che produce gioco in ampiezza, fatica a trovare la posizione e a farsi dare spesso palla, il nativo di Lancaster, libero di agire sul centro-sinistra, quasi alla Milinkovic–Savic, si dà da fare evidenziando notevoli doti tecniche e di intelligenza tattica insidiando Kessié e pure controllandolo in fase passiva. Un prospetto, con già 23 gare nella scorsa annata, che potrebbe tornare molto utile ai Red Devils nei prossimi mesi.
Utile però, non come Sanchez, forse l’unico insieme con Bailly coi gradi di titolarissimo a Pasadena che, anche oggi, gioca al meglio disturbando, al di là del gol dell’1-0, in più occasioni la compatta retroguardia rossonera. Nota positiva, sponda Milan, infine, quella rappresentata da José Mauri che, entrando in campo in luogo del discreto Locatelli, si segnala per personalità, geometrie e qualche buona sgroppata palla al piede.