Ibrahimovic, altro investimento flop: dopo la app fallisce anche la linea di abbigliamento

Il fiuto per il gol non gli è mancato, quello per gli affari non altrettanto… Capita anche ai migliori di fallire, sta per succedere anche a Zlatan Ibrahimovic ma non si tratta di questioni sportive bensì di vicende finanziarie. Da calciatore lo svedese è stato (ed è per certi versi) uno dei protagonisti indiscussi del panorama continentale: ha segnato e vinto ovunque sia andato, gli resta un solo cruccio… non essere mai riuscito a sollevare una Champions. Da imprenditore non si può dire sia stato così fortunato come sul rettangolo verde a giudicare dai bassi profitti generati da alcuni investimenti. Quali? Dopo il fallimento della sua applicazione ‘Zlatan Unplugged’, l'ex calciatore di Barcellona, Juventus, Milan e Inter sarà costretto a ingoiare un altro boccone amaro: il suo marchio d’abbigliamento A-Z è finito in liquidazione a causa delle troppe perdite registrate a bilancio. Un rosso da 20 milioni di euro accumulato nel giro di due anni che ha costretto l'azienda alla chiusura.
A raccontare i dettagli del ‘crac' economico è stata l'agenzia di stampa svedese ‘Dagens Industri’: la linea d’abbigliamento sportivo pensata e messa sul mercato nel 2016 s'è rivelata un flop assoluto, con risultati molto al di sotto delle attese e profitti letteralmente ‘mangiati' dalle spese. Circa venti milioni di euro è la somma stimata delle perdite dell'azienda il cui fallimento commerciale ha fatto seguito a un altro buco nell'acqua… qualche anno fa era stata presentata la app – ora disattivata – che avrebbe dovuto raccontare tutti i dettagli della vita del calciatore.
Un modo per tenere in contatto e alimentare la propria community di followers e fedelissimi, oltre che tifosi. Nell'uno (la linea di abbigliamento) e nell'altro caso (la app) le cose sono andate male. E nell'ultimo periodo Ibrahimovic ha fatto parlare di sé anche per alcuni atteggiamenti particolari: nell'ultima gara di campionato in Major League Soccer s'è rifiutato di scendere in campo perché, temendo infortuni, non voleva giocare su un prato in sintetico.