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I tifosi del River Plate insorgono contro i giocatori e invadono il Monumental, il video

I tifosi hanno deciso di manifestare il proprio disappunto per la sconfitta rimediata contro il Belgrano.
A cura di Redazione Sport
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L'invasione in campo durante Belgrano-River Plate

Alcuni ultras entrano in campo per manifestare contro i Milionarios

River Plate a un passo dalla retrocessione

Acque agitate al River Plate. Come se non bastasse la sonora sconfitta rimediata nel playout del campionato argentino, i tifosi hanno deciso di rivoltarsi contro la squadra e la dirigenza. Dopo l’invasione di campo avvenuta in occasione di Belgrano-River Plate 2-0, circa cinquecento supporter dei Millonarios hanno infatti tentato di assaltare la sede del club sita al Monumental – uno degli stadi scelti per la Coppa America 2011 –.  Per placare i bollenti spiriti è stato necessario l’intervento della polizia che, dopo qualche scontro, è riuscita a disperdere la frangia di ultras grazie all’ausilio di alcuni mezzi blindati e degli idranti.

Tuttavia domenica prossima c’è in programma il match di ritorno, durante il quale Daniel Passarella, presidente del River ed ex calciatore dell’Inter e della Nazionale argentina, molto probabilmente siederà al fianco del tecnico Juan José López per spingere Erik Lamela e compagni a rimontare la sconfitta subita all’andata. La Lega potrebbe, però, decidere di squalificare il diciannovenne fantasista argentino, poiché nei minuti finali dell’incontro disputato mercoledì Lamela ha rifilato un pugno a un avversario.  Sicuramente, però, il River dovrà fare a meno del capitano Matias Almeyda – ex calciatore di Inter, Parma e Lazio -, oltre che rimediare alle assenze di Ferrari e Adalberto Román, tutti fermati per squalifica.

Nonostante gli scontri delle ultime ore, il Monumental ospiterà la gara a porte aperte. Si preannunciano 67mila tifosi nella tana del River Plate, che dovranno spingere i Millonarios alla vittoria con almeno due gol di scarto per evitare la prima storica retrocessione del glorioso club.

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