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Il dramma del River Plate: la squadra del secolo del calcio argentino ad un passo dal baratro

Oggi il River rischia una clamorosa quanto drammatica retrocessione ma vanta una storia e una tradizione come nessuno in Argentina.
A cura di Alessio Pediglieri
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River Plate

E' la squadra più titolata d'Argentina, con 33 campionati vinti, oltre a 2 Coppe Libertadores ed una Coppa Intercontinentale. Stiamo parlando del Club Atlético River Plate, noto semplicemente come River Plate o River, uno dei club più importanti di tutto il Sudamerica calcistico, fondato nel lontano 1901 nel cuore di Buenos Aires. Oggi, a distanza di 110 anni, il River rischia di venire retrocesso nella serie B argentina. Un dramma per tutto un popolo di tifosi ma anche per chi conosce il calcio e sa cosa significa quella maglia bianca con la banda rossa in diagonale e giocare in un tempio sacro del calcio mondiale: lo stadio Monumental. Il River Plate potrebbe infatti nel prossimo weekened rischiare un tracollo storico, senza precedenti nel calcio mondiale dove nessuna squadra, fatta eccezione per la Juventus nel 2006 – ma in quel caso avvenne per penalizzazioni in seguito al caso di Calciopoli e non per demeriti sportivi ottenuti sul campo – è retrocessa con un palmares del genere. Decisiva è stata la sconfitta per 2-1 contro il Lanus nell’ultima giornata che ha condannato il River al nono posto in classifica del campionato di Clausura che, nei regolamenti della federcalcio argentina, significa spareggio – o playout – per evitare la retrocessione. In Primera B Nacional sono già finite direttamente l'Huracan e il Quilmes e adesso toccherà ad una tra il River e Belgrano che si sfideranno in doppio in un doppio incontro andata-ritorno tra mercoledi e domenica prossimi.

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NEL DISASTRO GENERALE BRILLA LAMELA – L'epilogo stagionale non è un fulmine a ciel sereno: l'intero campionato del club più titolato d'Argentina è stato un calvario fino al possibile dramma finale con l'onta indelebile della retrocessione. Da tempo, la società non veleggia in ottime acque e l'ultimo successo nazionale risale all'oramai lontano 2008, quando riuscì a conquistare il torneo di Clausura, poi la luce si è spenta. Malgrado questa stagione si dovrà ricordare per il fatto che – malgrado tutto – il club è riuscito a ‘sfornare‘ l'ennesimo campioncino che sta facendo impazzire gli osservatori di tutta Europa, Erik Lamela, il nuovo ‘Kakà' argentino. Esordisce in prima squadra il 14 giugno del 2009 nel campionato di Clausura e trova la via del gol poco dopo, il 5 dicembre del 2010 con la maglia dei Millonarios contro il Club Atletico Colòn. Da lì, diventa un punto fermo e un giocatore che migliora di partita in partita malgrado i suoi appena 19 anni. Esterno sinistro d'attacco, si distingue per la sua visione di gioco e per la qualità in mezzo al campo che lo fanno subito paragonare al brasiliano Kakà tanto che viene convocato subito per la prima volta in nazionale dal tecnico Batista, in occasione della prima amichevole preparatoria alla Coppa America 2011 che si svolgerà dal prossimo 1 luglio. In Italia, Lamela è seguito dai migliori club, dalla Juventus, alla Roma, al Napoli – società che sembra la più vicina all'obiettivo dell'ingaggio del giovanissimo talento sudamericano. Anche in Europa fioccano però estimatori e controfferte ai 20 milioni che De Laurentiis avrebbe preparato per il River. Infatti, fa parte di un ristretto nucleo di ‘privilegiati‘ del mercato estivo, un gruppo di giovanissimi talentuosi sudamericani cui fanno la corte tutti: Lucas, Iturbe, Neymar, Ganso e, appunto, Lamela.

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DA MILLONARIOS A DESPERADOS – Ma tornando al dramma sportivo del River Plate, per capire l'entità della ‘catastrofe' che giungerebbe in caso di retrocessione, basti fare un piccolo riassunto di storia calcistica attorno ai Los Millonarios di Buenos Aires. Intanto, il soprannome stesso dovrebbe far comprendere la grandezza e la sfarzosità del club più titolato d'Argentina. "Millonarios", cioè i ‘milionari', gli ‘straricchi': soprannome dato ai giocatori e alla dirigenza del River da quando – nei lontani anni '30 – vennero fatti ricchissimi acquisti e onerosi ingaggi ai vari giocatori che vi militavano. ‘Vanto' poi ripetuto tra il 1979 e il 1981 quando la rosa del River era la più pagata e costosa di tutto il mondo. I giocatori del River sono sempre stati soprannominati anche "La Banda", sia nell'eccezione della "gang" ma anche per effetto della banda rossa sulla maglia che ne ha da sempre caratterizzato la divisa. "El equipo de la Banda" ha segnato pagine epiche del calcio argentino come nel quadriennio tra il 1941 e il 1945 quando il River monopolizzò talmente tanto il calcio argentino che quella squadra venne soprannominata e ancor oggi ricordata come la "Maquina": la "Macchina", organizzazione perfetta dentro e fuori dal campo capace di vincere contro tutto e tutti in patria. Tanti allori, trofei e successi che nel 1999 il River Plate ottenne forse il titolo più prestigioso di sempre, cioè il titolo di Campeón del Siglo ("Campione del Secolo"), per i successi ottenuti, specialmente i 28 campionati argnetini rispetto ai 19 del Boca Juniors e ai 13 dell'Indipendiente e nel 2000 la FIFA decretò che proprio il River fosse la squadra argentina del XX secolo.

River Plate

TRA CAMPIONI E PRIMATI – Il River è stata la prima squadra in Argentina a vincere nello stesso anno un titolo internazionale (la Supercoppa Sudamericana) e il campionato (Torneo Apertura 1997). Questa serie di successi condusse il club al primo posto nel ranking IFFHS per sei mesi consecutivi, prima squadra argentina a riuscirvi. Inoltre il River è l'unica società argentina nominata migliore squadra al mondo in una stagione (1997-1998). Ma oltre al prestigio del club nel suo insieme, il merito del River arriva anche dalla capacità di aver regalato al calcio mondiale sempre campioni di altissima qualità.  Nel più recente passato, si ricordano i protagonisti de "La Maquineta" (La Macchinetta), di fine anni '90, tra cui Enzo Francescoli, Juan Pablo Sorin, Hernan Crespo, Ariel Ortega, Marcelo Salas, Marcelo Gallardo, Julio Cruz e Pablo Aimar. Andando indietro con la memoria, si ricordano Gabriel Batistuta, Daniel Passarella, Omar Sivori, Alfredo Di Stefano.

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