I promossi e i bocciati della Serie A: sorprese e delusioni della stagione 2010-2011

Conclusasi l'attuale stagione, con l'ultimo atto per il 29 maggio con la finalissima di Roma tra Inter e Palermo per l'assegnazione di Coppa Italia 2011, è tempo di bilanci e di analisi di chi, dopo un anno intero ha deluso o sorpreso. Non solo le grandi, ma anche le piccole hanno vissuto la loro storia calcistica tra alti e bassi, con risultati previsti e altri inattesi.
SORPRESE: NEL SEGNO DEI ROSSONERI – Tra le sorprese c'è sicuramente il Milan di Allegri. Una campagna acquisti importante che ha cambiato la pelle rossonera non ha fatto sbagliare l'obiettivo primario, cioè di ritornare i più forti d'Italia. Il tecnico livornese era un enigma, una scommessa: è stata vinta con bel gioco e ottimi risultati ma anche perchè ha enormi margini di miglioramento. Gli arrivi di Yepes, Boateng, Robinho, Ibrahimovic, Cassano, Van Bommel sia da inizio di stagione che in corsa, si sono dimostrati elementi non solo di quantità ma anche di qualità, senza distinzioni. Una squadra e una rosa nuova poteva essere una fuori serie dal motore ingolfato, bisognosa di un anno di rodaggio e invece, si è trasformata in una macchina quasi perfetta. Certo, ci sono delle cose da cambiare, alcuni giocatori da gestire, scelte importanti – e impopolari – da fare, come l'addio a Pirlo dopo un decennio in rossonero, ma la volontà del presidente Berlusconi è sempre e solo una: vincere ancora in Europa.

Sorpresa è stato anche il Napoli di Mazzarri: una stagione incredibile nel segno di uno straripante Cavani, ma anche di un gruppo capace di mordere il freno nei momenti più delicati, cullando il sogno scudetto a metà stagione e concludendo al terzo posto e passando dalla porta principale d'Europa. Una sorpresa perchè malgrado le lamentele di Mazzarri e di De Laurentiis questo Napoli è figlio di un progetto che quest'anno può dire di vedere definitvamente la luce ed è destinato a durare. Ma oltre ai partenopei, altri azzurri si sono ben comportati, oltre ogni aspettativa: la Lazio di Reja che ha saputo gestire i suoi uomini ed un presidente, Claudio Lotito, spesso troppo fumantino. Una prima parte di stagione eccelsa, un finale con fiato grosso ma con l'orgoglio di provarci fino alla fine per un quarto posto sfumato per un soffio.
CONFERME: L'UDINESE GUIDA LA CLASSIFICA – L'Udinese è una conferma. Solo per i meno attenti, i bianconeri di Francesco Guidolin devono inserirsi nel novero delle sorprese.

La struttura della squadra odierna è un lavoro che nasce da lontano con una programmazione societaria e tecnica che ha radici profonde. Questa stagione è stata quella della consacrazione ma non bisogna dimenticare che proprio l'Udinese oggi qualificata in Champions League, dopo 5 giornate di campionato aveva zero punti. Merito di patron Pozzo di non lasciarsi andare a facili esoneri e ribaltoni con la consapevolezza che non poteva continuare così. Certo, l'approdo in Champions è un bel regalo, un premio meritato malgrado l'ultimo mese giocato con il freno a mano tirato. Molti i gioielli da gestire e – forse – da cedere: da Zapata ad Handanovic, da Asamoah a Inler, fino ad Armero e alla stella delle stelle Alexis Sanchez. "Se l'Udinese va in Champions, nessuno verrà ceduto" aveva detto il presidente in tempi non sospetti: ora che il sogno si è concretizzato, bisogna vedere cosa accadrà nel mercato estivo. Altra conferma è stata il Genoa di Preziosi. Una storia diversa rispetto all'Udinese perchè è stato un campionato passato attraverso una rivoluzione tattica e tecnica radicale. Nel mercato di gennaio il Grifone si è separato da Gasperini, il tecnico della svolta in serie A, ma anche di moltissimi giocatori. Ciò che non è cambiato è il cammino anche nella seconda parte di stagione con successi che hanno delineato un cammino cadenzato senza evidenti scivoloni, con protagonisti differenti ma con gioco e una classifica altamente soddisfacenti.
DELUSIONI: INTER E SAMP SU TUTTI – Partiamo dall'alto: l'Inter non ha certo nè confermato nè sorpreso.

Anzi, con Benitez si è disegnata la delusione stagionale che nemmeno l'empatia di Leonardo ha potuto porvi rimedio. 13 punti di distacco dal Milan capolista a dicembre sono stati pagati con una rimonta suicida che è costata l'eliminazione imbarazzante con lo Schalke e il derby umiliante contro i rossoneri. Una settimana maledetta ha detto Moratti, ma si tratta di una intera annata da riguardare. per non commettere gli stessi errori un'altra volta. Al pari dei nerazzurri, Juventus e Roma. I bianconeri hanno provato la rivoluzione, fallendola. Dalla panchina all'attacco, da Delneri ad Amauri non c'è stato nessuno capace di dare un colpo di spugna decisivo. Una stagione deludente su tutti i fronti, forse una involuzione rispetto al passato e che ha obbligato una dirigenza inesperta al'ennesimo cambiamento con Conte in panchina. Non figlia di scelte tecniche sbagliate, ma di un cambio societario inevitabile e rinviato da troppo tempo, la Roma è comunque rimasta invischiata in zone non consone ai giallorossi. Sempre in rincorsa, sempre ai margini delle zone importanti, sempre un passo indietro rispetto alle prime della classe e malgrado i derby vinti, anche dietro alla Lazio. Una piazza che non può essere soddisfatta e che si aspetta molto dallo Zio d'America, adesso guarderà con attenzione i movimenti di mercato estivo. Insieme a questi grandi nomi, non si può non dare la palma di massima delusione alla Sampdoria. Ci sarebbe un discorso a parte per i blucerchiati che sono scivolati dalla Champions in serie B nell'arco di sette mesi. Un incubo ad occhi aperti, passato attraverso un mercato di gennaio scellerato, un presidente Garrone che ha perso il contatto con la realtà sportiva del momento e una tifoseria che si è trasformata nel primo, più grande problema dei giocatori con minacce e pressioni che hanno fatto crollare un gruppo sgretolatosi di sconfitta in sconfitta.