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Pirlo saluta il Milan dopo una carriera da dieci e lode: la storia del suo decennio in rossonero

Dieci anni in rossonero vissuti da protagonista fanno di Pirlo una vera bandiera rossonera. E non solo perchè la sua stella iniziò a brillare nel 2001 strappandolo all’Inter…
A cura di Alessio Pediglieri
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Pirlo milan

Andrea Pirlo saluta il Milan e il Milan saluta uno dei più rappresentativi giocatori che hanno scritto l'ultimo decennio rossonero, tra vittorie memorabili, la ‘grana' di Calciopoli, le conferme europee e la lenta risalita in campionato fino al ritorno al successo con il 18° tricolore. Un addio annunciato da tempo, da entrambe le parti per un matrimonio che si è consumato senza mai un problema, sempre trovando accordo e consenso su ogni problematica, anche in quest'ultimo caso dove – senza i clamori che potrebbero scatenare un ‘divorzio' di tale portata – sia la società di Via Turati sia il giocatore hanno sempre tenuto un tono basso, quasi compassato come se fosse la ‘normalità' chiudere un rapporto durato dieci anni tra il Club più titolato al Mondo e uno dei centrocampisti più forti e calcisticamente intelligenti dell'ultimo ventennio italiano.

Andrea Pirlo inter

IL FALLIMENTO ALL'INTER: L'INIZIO DELLA SVOLTA – L'idillio ebbe il suo inizio in una travagliata estate del 2001. A 22 anni, Andrea Pirlo da Brescia, era una promessa del calcio italiano, una promessa che rischiava di venire anzitempo bruciata.  Era approdato all'Inter di Massimo Moratti nel 1998 e in tre stagioni in nerazzurro non ha mai avuto la possibilità di dimostrare il suo talento in erba. Primo anno a parte dove ha militato in prima squadra partendo quasi sempre dalla panchina, l'Inter lo ha dato in prestito prima alla Reggina, al suo primo campionato di Serie A, dove insieme a Roberto Baronio e Mohamed Kallon ha disputato un campionato da protagonista. L'anno seguente l'Inter lo ha prestato al Brescia, società nella quale Carlo Mazzone ha arretrato molto la sua posizione in campo, pur non perdendo molto in fase offensiva, per poter farlo giocare insieme a Roberto Baggio. Ed è stato proprio l'insegnamento tattico di ‘Sor Carletto' e l'avventura alle Rondinelle, che ha segnato le fortune future in rossonero.

UN GIOCATORE CHE DIVENTA INSOSTITUIBILE – Il Milan lo strappò all'Inter per 35 milioni di euro, tra lo stupore generale del popolo rossonero e l'ironia di quello nerazzurro. Resterà per sempre uno dei più grandi rimpianti interisti vederlo esplodere in tutta la sua bravura sull'altra sponda della Milano calcistica. La prima stagione in rossonero è passata quasi inosservata ma è servita sia a Pirlo che al Milan per conoscersi meglio tanto che all'inizio della stagione seguente, anche a causa degli infortuni degli incontristi Gennaro Gattuso e Massimo Ambrosini, Pirlo, d'accordo con l'allora allenatore Carlo Ancelotti, decise di cambiare posizione, piazzandosi davanti alla difesa, come aveva fatto durante il prestito a Brescia con Mazzone. Mai mossa fu più geniale: il giocatore bresciano aveva trovato in posizione più arretrata la propria collocazione ideale: è stata la svolta della sua carriera. Durante quell'anno il Milan ha giocato sempre con quello schema, un 4-3-1-2 o rombo con Pirlo davanti alla difesa, da playmaker, insieme a Gattuso e Clarence Seedorf e con Rui Costa dietro le punte. Grazie anche a questa mossa tattica, che ha consentito al tecnico rossonero di impiegare contemporaneamente molti giocatori dotati di notevole tecnica, a fine stagione il Milan andrà a conquistare la Coppa Italia ma soprattutto la Champions League 2002-2003.

UNO ZICO DAVANTI ALLA DIFESA – La nuova posizione di Pirlo pian piano lo rende un giocatore insostituibile sia per il Milan sia per la Nazionale Under21 prima e per quella maggiore poi.

pirlo champions

In Italia non esiste un altro giocatore con le stesse caratteristiche e al Milan si inizia a concretizzarsi l'idea di avere un calciatore davvero speciale. Anche all'estero iniziano ad arrivare commenti e valutazioni più che positive come la storica dichiarazione di Carlos Alberto Perreira che lo definì: "uno Zico davanti alla difesa". Dopo il double Coppa-Italia-Champions arriva anche il primo scudetto di Pirlo: nel 2003-2004. Anno in cui il Milan vincerà anche la Supercoppa Europea prima dell'anno perfetto della sua carriera in rossonero, il 2007. In quella stagione,  con la maglia del Milan suggellerà un momento calcistico irripetibile subito successivo alla vittoria ai Mondiali con la maglia azzurra a Berlino nel 2006. In rossonero è il protagonista della cavalcata in Champions League del dopo Calciopoli, con una squadra penalizzata in campionato e una società al bivio tra il rifondarsi e il mantenere uomini e strutture che hanno scritto la storia recente del Milan. Oltre alla vittoria europea arriverà anche la Supercoppa e il Mondiale per Club. A livello personale, poi, ci sarà anche un altra soddisfazione: nella classifica finale del Pallone d'Oro vinto dal compagno Kakà, si qualificherà al quinto posto.

DALL'INFORTUNIO AL TRICOLORE – Il resto è storia recente: nella stagione successiva la Dea Bendata chiude gli occhi e Andrea Pirlo subisce un infortunio grave dal quale stenterà a riprendersi per tornare a giocare con la continuità e la qualità che lo contraddistinguevano. All'inizio della stagione 2008-2009 si infortuna al bicipite femorale della coscia destra durante un allenamento e solo dopo più di due mesi di stop ritornerà disponibile: il 23 novembre 2008 per la trasferta contro il Torino in campionato. Ma il Milan vive i suoi anni calcistici più bui con i cugini nerazzurri che mietono successi in Italia e in Europa, fino al 7 maggio 2011 quando, dopo una stagione segnata da infortuni nuovamente alla coscia destra e successivamente al ginocchio, torna a vincere lo scudetto con i rossoneri a due giornate dal termine del campionato grazie allo 0-0 contro la Roma. Nella successiva gara di Coppa Italia del 10 maggio 2011, semifinale contro il Palermo, Pirlo ha disputato, insieme a Clarence Seedorf, la 400ª partita con la maglia del Milan, indossandone anche la fascia di capitano.

pirlo nazionale

IL LEADER SILENZIOSO CHE PARLA CON I PIEDI – La grandezza di Pirlo con la maglia del Milan e l'intuizione di Mazzone e Ancelotti nel suo ruolo nuovo in campo fecero la fortuna del giocatore anche con la maglia della Nazionale maggiore. Il 7 settembre2002, a 23 anni, ha esordito con la maglia Azzurra con il CT Giovanni Trapattoni ma è nel 2006 che trova la propria consacrazione in Nazionale. Pirlo ha avuto un ruolo fondamentale per la vittoria della Nazionale italiana al Mondiale tedesco. Il primo gol dell'Italia nella competizione mondiale porta la sua firma: nella gara di esordio contro il Ghana ha insaccato con un destro a girare dal vertice sinistro dell'area su azione d'angolo. Nella semifinale contro la Germania, ha servito il passaggio vincente a Fabio Grosso e nella finale contro la Francia Pirlo ha servito la palla da calcio d'angolo per il gol di Marco Materazzi dell'1-1. Ai tiri di rigore finali ha messo a segno il primo della serie, terminata con la vittoria dell'Italia, laureatasi Campione del Mondo per la quarta volta nella sua storia. Durante la manifestazione in Germania si è aggiudicato il Man of the Match assegnato dalla FIFA in tre partite: Italia-Ghana, Germania-Italia e anche Italia-Francia, finale del torneo. Pirlo è stato votato terzo miglior giocatore del Mondiale dopo Zinédine Zidane e Fabio CannavaroMarcello Lippi, CT campione del Mondo lo definì "un leader silenzioso che parla coi piedi".

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