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I meriti di Allegri e la spocchia catalana. Il tifoso del Milan ringrazia e gode (VIDEO)

La splendida serata di San Siro, ha riportato sulla terra lo squadrone blaugrana, colpevole di una supponenza suicida. Merito di un Milan d’altri tempi ma, soprattutto, di un allenatore fin troppo sbeffeggiato e sottovalutato!
A cura di Alberto Pucci
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Milan - Barcellona

La superbia è tornata a piedi – "Sin palabras", ecco come saranno rimasti i tifosi blaugrana dopo la pesante bastonata di un Diavolo tornato dominatore d'Europa. Pensavano di essere in "gita premio" i più di duemila sostenitori catalani. In giro per Milano con la spocchia di chi, ancor prima di giocare, aveva già il biglietto per i quarti di finale in tasca. Loro, come i giornalisti spagnoli al seguito: colpevoli di aver scritto il "titolo", ancor prima di sentire il triplice fischio finale. Martedi sera, prima della conferenza stampa di Pujol e di Roura, li potevi sentire i loro commenti sarcastici e le loro risatine alle spalle dei vari Muntari, Ambrosini, Traorè. E noi, giornalisti italiani, in un angolo con le orecchie basse ad ascoltare le loro lezioni sul gioco del calcio e sul dominio mondiale di Messi e compagni. Sembrava di assistere ad un elegante incontro tra gente di un "certo livello". Loro i professori, noi gli imbucati sfigati alla loro festa. Per fortuna, c'è sempre una giustizia ed un John Blutarsky in grado di mandare all'aria certi "rendez vous" troppo sofisticati. Il "Bluto" della situazione, ieri, è stato Massimiliano Allegri: gentilmente aiutato dalla superbia con la quale i "marziani" sono scesi sul pianeta Terra. Evidentemente la notte del 18 Maggio 1994 non ha insegnato niente a nessuno. Probabilmente, sulle "Ramblas", sono ancora convinti che quel simpaticone di Cruijf abbia davvero portato a Barcellona la Coppa dei Campioni. Scomodare il ricordo di quella famosa, inaspettata e straordinaria vittoria di Fabio Capello e dei suoi ragazzi (4 a 0 nella finale di Atene) è lecito perchè, anche lì, la "spocchia" catalana fu un'autogol clamoroso. La foto ricordo con il trofeo prima della gara, le convinzioni del tecnico olandese, gli sfottò della tifoseria e della stampa spagnola ("Noi abbiamo Romario, loro Desailly"): doveva finire con una "mattanza" calcistica, invece è finita in trionfo. Guarda caso, come ieri sera. 

Il trionfo di Max – Ora che sta passando il carro (già strapieno, a dir la verità), apprestatevi a salirci sopra. Voi che avete denigrato, sottovalutato e sbeffeggiato Massimiliano Allegri, preparatevi ad unirvi al coro degli incoerenti. A quelli che, fino a qualche ora fa, facevano gli "sboroni" (termine che a Milano sta ad indicare il comportamento del gradasso) pensando di avere in tasca la soluzione al problema. La vittoria milanista di ieri sera è stata la miglior risposta e la miglior rivincita che il tecnico livornese potesse dare e prendere. E' stato lui a disegnare e a preparare una squadra umile, compatta e tosta al punto giusto. Merito suo se, senza marcature a uomo e gabbie particolari, Messi e compagni hanno tirato in porta meno del Pescara visto recentemente a San Siro. In casa catalana, per giustificare gli sberloni milanesi, hanno gridato allo scandalo "catenaccio" e hanno dato addosso al terreno del Meazza. Fandonie che non intaccano la splendida serata di Massimiliano Allegri che, intelligentemente, ha fatto giocare il suo Milan nell'unico modo possibile. Lo aveva fatto Mourinho nell'anno del Triplete dell'Inter, lo ha rifatto lui nei novanta minuti e passa di ieri. Il Barcellona lo si affronta cosi: lo si attende chiudendo ogni varco e si prova a colpirlo nelle poche occasioni che ti concedono. Non è un catenaccio, è l'unico modo per rimanere in piedi di fronte a undici giocolieri che ti rimbambiscono con mille passaggi (peraltro, ieri sera, molto lenti) e poi ti colpiscono mentre non te l'aspetti. Allegri ha vinto, viva Allegri. Ma l'elogio al mister rossonero andrebbe fatto a priori: per il suo "aplomb" con il quale ha affrontato i consigli e le bordate presidenziali, per la calma che ha saputo infondere alla squadra e per l'orgoglio mostrato davanti ai cronisti ("Non capisco perchè ci diate già per battuti. Nel calcio si parte sempre dallo 0 a 0!"). Mentre Max (giustamente) se la gode, c'è chi sussurra che, tutto sommato, potrebbe essere ancora lui a guidare il Milan nella prossima stagione. Una previsione fin troppo ottimistica e prematura: presto per sperare che, dal Ruzzle della panchina rossonera, esca la parola A-L-L-E-G-R-I. Troppo presto per gridare al miracolo di un passaggio del turno in Champions League, con ancora 90 minuti di battaglia al Camp Nou. "Facciamo festa, ma rimaniamo con i piedi per terra" avrà detto ai suoi Massimiliano Allegri. Le partite sono ancora tutte da giocare, a cominciare dal derby contro l'Inter del traballante Stramaccioni. Dovesse centrare il successo anche domenica sera, le sue quotazioni per una possibile conferma salirebbero ulteriormente!

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