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I legali di Conte contro Carobbio: “Mente per evitare il carcere”

Durante la prima giornata del processo d’appello al Calcioscommesse, gli avvocati del mister bianconero hanno fatto valere le proprie convinzioni circa l’inattendibilità delle accuse che Filippo Carobbio rivolge ad Antonio Conte. Il pm Palazzi è di tutt’altro avviso: “La credibilità dell’accusa è dimostrata”
A cura di Adriana De Maio
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calcioscommesse conte in aula

Un primo round infuocato. Ieri, nell'aula dell'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico, si è tenuta la prima giornata d'appello del processo Calcioscommesse che ha visto i legali di Antonio Conte, squalificato per 10 mesi in primo grado, far valere le regioni del proprio assistito, confutando la tesi del pentito Carobbio e puntando sull'inattendibilità di quest'ultimo. Una continua altalena tra realtà e menzogne. La strategia del tridente d'attacco che difende il mister della Juventus, gli avvocati Giulia Bongiorno, Antonio De Rensis e Luigi Chiappero, è chiara e mirata: Carobbio mente sulle combine di Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena e punta a "derubricare il reato di associazione a delinquere pluriaggravata, in frode sportiva" quindi "accusa Conte e la società per ridimensionare il suo ruolo nel calcioscommesse". L'arringa dell'avvocato Buongiorno si scaglia contro l'opinione che la Disciplinare ha del pentito:

Per la Disciplinare Carobbio ha una percentuale d'infallibilità del 100%. È divino, uno e trino. Ho fatto una lunga esperienza con la Corte di Giustizia, l'unico modo per mettere in dubbio il pentito è il contro esame. Io gli avrei fatto 450 domande, e una mi resta qui: scusi, ma Gervasoni ha detto la verità o non ha detto la verità quando dice che la gara è stata combinata dagli zingari? Qui abbiamo un Carobbio smentito da Gervasoni".

Un punto di vista che non collima con quello del procurato federale Stefano Palazzi, che ha sottolineato:

La credibilità di Filippo Carobbio, invece, è dimostrata dai fatti. Se avesse avuto un intento calunniatorio Carobbio non avrebbe aspettato tanto per tirare in ballo Conte, al contrario lo avrebbe già fatto dal 19 gennaio 2012, rendendo dichiarazioni molto più gravose sia nei confronti del tecnico che della sua società di appartenenza".

Oggi in aula, invece, saranno in aula Pepe e Bonucci assieme ai ricorsi relativi ai procedimenti di Bari.

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