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I dolori Real di Benitez: Cr7 scontento, un gruppo senza leader e un gioco ripetitivo

La sconfitta di Siviglia è costata la vetta della Liga, ma i problemi dei Blancos nella gestione Benitez arrivano da lontano. Lo spagnolo ha destabilizzato il gruppo costruito da Ancelotti togliendo i gradi a Ramos, Modric e Benzema. Lo stesso Cr7 non è più tutelato da un gioco che guarda più al collettivo che ai singoli. E che è tenuto in piedi da un super Navas.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Real Madrid ha un problema. Al di là della sconfitta rimediata a Siviglia che ha fatto perdere la vetta della Liga ai Blancos e al di là delle ultime due gare di Champions contro il Psg dove il gioco ha latitato e la squadra è sembrata meno concentrata e presente del solito. Il Real Madrid ha un problema. E si chiama Cristiano Ronaldo, il suo giocatore più rappresentativo, l'ago della bilancia dell'ultimo lustro, il deus ex machina degli ultimi successi conquistati mentre sulla panchina madridista si succedevano tecnici differenti. Oggi Cr7 non sta più rendendo come dovrebbe, come potrebbe. Perché anche Cristiano Ronaldo ha un problema. E si chiama Rafa Benitez.

Il mal di pancia di Cristiano – Con l'arrivo a Madrid dell'ex tecnico del Napoli, nel campione portoghese si è inceppato qualcosa. Già in estate c'erano stati malumori latenti e in queste ultime settimane le prestazioni sotto tono di Cr7 hanno fatto suonare un campanello d'allarme: il rapporto tra il giocatore e l'allenatore non è tra i migliori, con il primo che non si sente sufficientemente considerato e il secondo che sta lavorando al di là delle doti del portoghese. Non è un caso se proprio Cristiano, all'indomani del possibile addio di Ancelotti, era sceso in campo in difesa del tecnico italiano, con cui – e non solo il portoghese – si era trovata un'amalgama che coniugava risultati, volume di gioco e caratteristiche dei singoli.

Un potenziale imbrigliato – Con l'avvento di Benitez, in casa Real è nato un mix pronto ad esplodere, con Cr7 che aveva già fatto presente indirettamente insofferente al ‘metodo' Benitez che sta lavorando maggiormente su altri aspetti, come l'assetto difensivo e gli schemi collettivi. "Stai attento" avrebbe detto qualcuno a mister Rafa in tempi non sospetti "non metterti contro Ronaldo, il tuo destino al Real passa soprattutto da lui". "Vedremo cosa accadrà" avrebbe risposto Benitez. E qualcosa sta accadendo. I numeri parlano chiaro, come le percentuali al tiro (e quindi la possibilità di segnare, aspetto che ha sempre caratterizzato il gioco di Cr7), che sono drasticamente calate rispetto a quelle delle quattro stagioni precedenti:  22,3%, 19%, 18%, 26,3% e 12%. E se ci si sofferma sulla gara di Siviglia, i tiri sono stati 5, ma solo 1 nello specchio.

Senza punti di riferimento – Cristiano è la punta di un iceberg che potrebbe trascinare Benitez alla deriva. Con Ancelotti i giocatori si sentivano parte di un gruppo dove c'erano ferrei capisaldi in giocatori simbolo come Cr7, Ramos o Modric. Oggi, la squadra sembra essere maggiormente lasciata a se stessa con il tecnico spagnolo concentrato su suoi dettami. Puntellando la difesa ma limitando le caratteristiche naturali dei giocatori maggiormente tecnici, come Kroos con Ancelotti cerniera perfetta tra i reparti, oggi, invece, incapace di creare continuità tra la fase difensiva e quella offensiva.

Aggrappati a Navas – Solo grazie ad una stagione fino a questo punto entusiasmante di Keylor Navas, il Real ha perso meno partite di quanto avrebbe meritato. Il gioco di Benitez ha portato la difesa a subire maggiormente l'aggressione avversaria e oggi il Real subisce più tiri in porta rispetto agli ultimi cinque anni. Se con Ancelotti la scelta tattica, vincente, era quella del contropiede e la ripartenza in verticale, la decisione di Benitez di far salire la squadra con il possesso e il gioco sta pagando poco. Perché se gli unici ad avere una certa libertà sono Cristiano Ronaldo, Bale o Benzema, quando l'avversario lo capisce, il Real resta spesso con il colpo in canna, senza soluzioni alternative come è capitato a Siviglia.

La ripetitività degli schemi – L'unico giocatore che avrebbe le qualità per rompere gli schemi è Marcelo che però ultimamente ha problemi fisici e per Benitez diventa difficile schierarlo. L'esterno brasiliano sa saltare l'uomo, veloce sulla fascia, capace di interpretare la fase offensiva e difensiva al meglio, raddoppiando. Senza di lui in campo, gli schemi di Benitez sembrano una museruola ai giocatori che dovrebbero – come hanno fatto da sempre – prendere in mano la squadra come Ramos in difesa, Modric a centrocampo, Benzema in attacco e Cr7 e Bale sulle fasce. Un problema non da poco per Benitez che dovrà dare risposte immediate sul campo perchè fra due settimane ci sarà il Clasico.

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