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I dieci motivi per non perdersi la semifinale Italia-Germania

Dai precedenti storici che ci sostengono al tentativo di dimenticare lo scandalo ‘Last Bet’. Dal vedere finalmente Balotelli decisivo, all’ascoltare l’ennesima cronaca di una imbarazzante Rai. Fino al riscatto socio-economico e culturale contro la Germania della cancelliera Merkel. Eccolo il decalogo per cui non perdere Italia-Germania.
A cura di Alessio Pediglieri
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italia germania 10 motivi

1 – La storia è con noi
La storia ci accompagna per mano quando incontriamo la nazionale tedesca e per la Germania (in generale) vedere sul proprio cammino gli Azzurri è oramai un piccolo grande incubo. Che saremmo contenti di rinverdire anche questa sera. La Germania non ha mai vinto in partite ufficiali che contano contro l'Italia e alcuni ‘tonfi' sono clamorosi, sono entrati nella storia del calcio mondiale. Hanno fatto epoca. Tre partite ne costellano la gloria tinta d'azzurro: Italia-Germania 17 giugno '70, Italia-Germania 11 luglio '82, Italia-Germania 4 luglio 2006.
Un ‘triplete' che i tedeschi cercano di dimenticare ripetendo il solito ritornello un po' stantio e nel quale solo loro (ma nemmeno tutti loro) provano a crederci: quelle erano altre nazionali, questa Germania è più forte e soprattutto l'Italia è più debole.
Italia-Germania 4-3 è il simbolo di tutte le partite contro i tedeschi: la madre di tutti i Germania-Italia successivi. E i tedeschi dovrebbero ringraziarci: grazie a quel gol di Rivera al 111′ minuto, anche loro sono entrati nella storia, protagonisti principali insieme agli Azzurri della Partita del Secolo, non un match qualunque.
I nonni ricordano l'incredibile match giocato in Messico; i padri riecheggiano la finale di Madrid al Bernabeu in Espana 82 che valse il terzo mondiale; i figli hanno ancora negli occhi la semifinale vinta 2-0 con i gol di Grosso e Del Piero nello stadio del Borussia, nella tana del nemico.
E i nipoti? I nipoti sono pronti a raccontare alle generazioni future questa semifinale, dove l'Italia sfavorita è stata il topolino che ha rubato il formaggio nella dispensa del gatto tedesco. Perchè quest'Italia fa paura comunque e malgrado tutto.

MONDIALI DI CALCIO IN MESSICO 1970

2 – Davide contro Golia
Ecco il secondo motivo per non perdersi la gara di ‘stasera: il ripetersi di una sfida impari, di un Golia teutonico che è pronto a schiacciare col tallone il Davide italico, piccolo fastidio che lo separa con la finalissima di Kiev. Non c'è da nascondersi, infatti: i favoriti non siamo noi, sono i tedeschi. Loro sono i giganti, noi i nani che cercheranno di salire sulle loro spalle, anche perchè l'Italia oggi rappresenta una ‘favola', anzi l'ultima favola europea.
Con la sconfitta del Portogallo ai rigori nella prima semifinale contro la superfavorita Spagna, c'è da riscattare il ruolo di ‘Cenerentola' a Euro2012. Dopotutto, al contrario dei Mondiali, proprio la competizione europea ha spesso regalato sorprendenti vittorie finali. L'ultima in ordine di tempo è la favola della Grecia il 4 luglio 2004 a Lisbona, quando vinse il torneo 1-0, proprio contro il Portogallo di un giovanissimo Cristiano Ronaldo, sconfitto davanti al proprio pubblico.
Più indietro nel tempo, nel 1992, non si può dimenticare la favola danese della nazionale capitanata da Laudrup che a Goteborg, il 26 luglio, contro la Germania alzò al cielo il suo primo e unico trofeo contro ogni pronostico, con un perentorio 2-0.

3 – Riscatto sociale
Il terzo motivo per non perdersi Italia-Germania non è calcistico. O meglio, non prettamente calcistico, bensì politico, economico, sociale. Nel quarto di finale vinto dalla Germania sulla Grecia 4-2 in cui i tedeschi di Low hanno sempre gestito l'incontro dimostrando la propria forza e guadagnandosi con diritto la semifinale di questa sera, ad ogni rete (inutile) della Grecia, dalle finestre delle case degli italiani è uscito un boato manco fosse la finale Mondiale dell'Italia nel 2006. Un caso? No, perchè quel Germania-Grecia era una sfida sì calcistica ma anche un tentativo di riscatto sociale da parte di una Nazione sofferente contro il Paese che sta gestendo la crisi continentale, sotto l'egida di Angela Merkel dettando le regole da seguire. Fermare questa Germania arrembante, giovane, forte e convincente avrebbe un significato importante anche dal punto di vista politico: un riscatto d'orgoglio, un valore che mai è mancato agli italiani e che potrebbe riemergere questa sera. E se così fosse, i boati della piccola Grecia si trasformerebbero in una finale personale vinta, in attesa di andare a Kiev e vedere come finirà.

italia germania 10 motivi merkel

4 – Amnistia sì, amnistia no.
Quarto motivo per non perdersi Italia-Germania: la curiosità. Sì, perchè come nell'82 e nel 2006, anche in questo 2012 l'Italia sta procedendo nel suo cammino oltre ogni pronostico e lasciandosi dietro, sempre più sbiadita, la scia delle polemiche e degli scandali che ne hanno caratterizzato la vigilia e l'inizio.
Nell'82 ci fu la vergogna delle scommesse e in finale incontrammo i tedeschi, vincendo i Mondiali. Nel 2006 si usciva dall'imbarazzo di Calciopoli e in semifinale incontrammo i tedeschi, vincendo, prodromo della quarta vittoria mondiale a Berlino, nella ‘mecca' tedesca.
Oggi, tra noi e la finale c'è solo la Germania. E allora perchè non vincere contro i tedeschi per vedere se la Federcalcio e il Governo del Pallone manterranno la tolleranza zero? Perchè non mettere alla prova con i fatti, i vertici della giustizia sportiva pe vedere di nascosto l'effetto che fa?

5 – Corsi e ricorsi storici
La stessa finale europea non si è mai ripetuta due volte. Tanto meno, di fila. Spagna-Germania è stata la finale di Euro2008 con le Furie Rosse che alzarono al cielo il trofeo. Quest'anno, la storia dice che non si dovrà ripetere la stessa scena. Dal 1960 ad oggi, ci sono state 13 edizioni (esclusa l'attuale) e 13 finali differenti. Quasi una fotocopia capitò nelle edizioni del '76 e del '96 quando di fronte si ritrovarono tedeschi e cechi, ma nel 1976, c'era ancora la Cecoslovacchia che vinse l'Europeo contro la Germania Ovest, vent'anni dopo fu la Germania unita a battere la Repubblica Ceca, orfana della Slovacchia. Piccole differenze che evidenziano la regola. Ma c'è di più.
La storia europea narra che nel 1964 a vincere il torneo fu la Spagna. Come nel 2008. L'anno successivo, nel 1968 a trionfare furono gli Azzurri. Ultima chiosa da ricordare: contro la Spagna è iniziato il cammino azzurro di Euro2012. In quella gara di debutto giocammo molto bene, ma è rimasta la sensazione che quest'Italia sapesse perfettamente come affrontare le Furie campioni del Mondo e d'Europa. Dunque, bisognerà battere la Germania per darci la possibilità di trasformare quella sensazione in realtà, conla finale di Kiev dove gli Azzurri di Prandelli avranno l'occasione giusta per imparare dai propri errori e disputare la partita perfetta.

6 – Pirlo d'Oro
Sesto motivo per vedere Italia-Germania e vincere sui tedeschi? Facilissimo: Andrea Pirlo. Eliminato dalla Spagna Cristiano Ronaldo, adesso sulla strada che porterebbe il bresciano della Juventus verso una fortissima candidatura al prossimo Pallone d'Oro, c'è la Germania e Andres Iniesta (già in finale). "E' più facile aver fatto il cucchiaio che pensare di vincere il Pallone d'Oro" aveva detto nei giorni scorsi lo stesso Pirlo conscio che il titolo più importante per un calciatore in attività non tiene molto conto della qualità di un giocatore ma dei successi che ha ottenuto e soprattutto dei gol che ha fatto. In questo senso, Cristiano Ronaldo non ha rivali – se non in Messi. Nemmeno Iniesta – già vice Pallone d'Oro – avrebbe possibilità in caso di vittoria europea.
Eppure, proprio Andrea Pirlo, con il cucchiaio ad Hart in Italia-Inghilterra, ha strabiliato il mondo che ne ha esaltato le gesta: se l'Italia dovesse trionfare a Euro2012, Pirlo (già protagonista assoluto nella Juventus campione d'Italia) sarebbe un candidato più che plausibile.

7 – Specchio riflesso
Come ha sottolineato oggi Mario Sconcerti sulle pagine del Corriere della Sera, la Germania odierna è semplicemente il riflesso di ciò che sarà l'Italia del futuro. Loro sono giovani, belli, forti, fortunati e bravi. Hanno iniziato un ciclo che li vede protagonisti assoluti, nel pieno di una maturazione che attende di essere completa, rafforzata dal fattore multietnico dove contaminazioni turche, ghanesi, tunisine sono oramai all'ordine del giorno. Una nazionale multinazionale il cui processo ha rafforzato i geni calcistici del gruppo, un'evoluzione che per la nostra Italia è solamente all'inizio. Fra cinque-sei anni anche la nostra nazionale potrebbe essere ciò che la Germania è oggi, con i già presenti nel giro azzurro Thiago Motta, Balotelli, Ogbonna, Giuseppe Rossi, giocatori di nazionalità italiana ma con globuli esteri nel dna. In attesa di nuovi campioni in erba pronti per l'Azzurro, rappresentati dal piccolo grande Faraone El Sharaawy.

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8 – L'ora di SuperMario
A proposito di Mario Balotelli, ecco l'ottavo motivo per non perdersi Italia-Germania. SuperMario italiano contro SuperMario tedesco, Balotelli vs Gomez, due bomber di razza pura due giocatori che sanno essere determinanti. E allora, visto che i tifosi azzurri hanno atteso fin troppo, perchè non aspettarsi proprio contro la Germania un Balotelli finalmente maturo e decisivo? Prandelli lo ha già responsabilizzato in conferenza stampa ("sono curioso di vedere come un ragazzo di 20 anni vive questo appuntamento e quali tipi di sacrifici è disposto ad affrontare per dare il meglio").
Perchè se è vero che Cassano e Diamanti si giocano un posto per la fantasia offensiva italiana è anche vero che per Mario Balotelli la maglia da titolare là davanti è già bella e pronta da molto tempo.

9 – Le cronache della Rai
Nono motivo, Mamma Rai. Dopo una stagione passata a vivere di calcio sui canali satellitari che hanno dimostrato professionalità competenza e un investimento a 360 gradi senza mai lasciare nulla al caso, la tv di Stato sta dimostrando partita dopo partita europea di essere rimasta ferma al palo. Lontani i tempi delle cronache di Bruno Pizzul, impensabili quelli di Nando Martellini, voci che hanno accompagnato decenni di sfide azzurre con qualità e contenuti. Oggi, ogni cronaca Rai è foriera di errori, sbagli, dimenticanze, superficialità e si presta a facili (e doverose) ironie. Nomi sbagliati, previsioni errate, sbadigli e colpi di tosse in diretta per 90 minuti (vero Collovati?) e soprattutto un pressapochismo tecnico che fa rimpiangere anche il Caressa della finale di Berlino.
E allora un consiglio: la partita su Rai uno, l'audio su “Tuttoilcalcio” con le voci storiche di chi segue il calcio da sempre con competenza e bravura insindacabili. Aggiungendo la ‘magia' che solamente la radio sa conferire all'evento.

10 – Il sogno contro l'incubo
Decimo: Josè Mourinho. Cosa c'entra il tecnico portoghese del Real Madrid? Molto, è la risposta. Nel 2010, in sella all'Inter del Triplete, il portoghese disse nella vigilia della doppia sfida – dominata – contro il SuperBarcellona di Messi & Guardiola: "Per noi andare in finale è un sogno, per loro è un incubo". E vinse il sogno.
Anche questa volta, il sogno azzurro è giocarsi le proprie chances a Kiev contro la Spagna senza aver nulla da perdere questa sera. Sono i tedeschi a ‘dover' vincere a tutti i costi; sono loro a ‘dover' dimostrare che i pronostici della vigilia saranno rispettati; sono loro a ‘dover' riscattare il 2006, il 1982, il 1970; sono loro a ‘dover' arrivare alla finale contro la Spagna per una rivincita del 2008.
La pressione è loro, a noi resta il sogno.
Ad occhi aperti.

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