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Good bye Sarri-ball, Frank Lampard vuole essere leggenda del Chelsea anche da allenatore

Dopo l’addio di Sarri il Chelsea nomina Frank Lampard, reduce dalla finale persa nei playoff di Championship con il suo Derby County, nuovo manager dei Blues ricomponendo un binomio vincente durato dal 2001 al 2014 e che ha prodotto 11 trofei totali. E così, dalla carriera da calciatore a quella da tecnico alle sue idee di gioco da manager, ecco chi è, oggi, Frank Lampard.
A cura di Salvatore Parente
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Frank Lampard è ufficialmente il nuovo allenatore del Chelsea. Il Chelsea campione d’Europa, sia pure quella minore, il Chelsea del post-Sarri e della rinnovata sfida ai vertici della Premier League. Per una compagine Blues, dunque, che non si affida più a esperimenti stranieri, di sicuro intriganti e che, al contrario, torna alle origini ad una sua storica bandiera, ad una sua leggenda per ripiantare i piedi ben saldi nel cuore di Londra. Precisamente, di fronte a Fulham Road dove ha sede lo Stamford Bridge. Perché se l’inno dei londinesi è “Blue is the color”, possiamo dire che Blue is Frank (Lampard). E così, dalla carriera da calciatore a quella da tecnico alle sue idee di gioco da manager ecco chi è, oggi, Frank Lampard.

Frank da calciatore e poi da leggenda Blues

Nasce in una famiglia di calciatori, intelligenti, forti e con un certo successo. Suo padre, Frank Lampard Sr., gioca in Premier League col West Ham come pure negli Hammers gioca suo zio Harry Redknapp (poi manager di discreta fama) mentre Jamie, suo cugino, si disimpegna nel Liverpool di inizio millennio.

E lui, per non sentirsi da meno, ripercorre le tappe, poi superandole, degli illustri parenti. E alla fine dei giochi, indossando cinque maglie, più quella della sua nazionale, arriva a vincere 14 trofei di squadra, altrettanti riconoscimenti individuali, tocca il settimo posto all-time per presenze con la casacca dei Tre Leoni segnando ben 29 gol rivelandosi nono marcatore ogni epoca dell’Inghilterra. Il primo, in assoluto, nel ruolo di centrocampista. Insomma, una parabola meravigliosa che lo conduce nell’esclusivo club dei millennials, in termini di gare giocate in carriera, di fianco a miti come Xavi, Buffon, Zanetti o Maldini, ma anche nel cuore del Chelsea. Di cui diventa capitano per una storia d’amore lunga 15 anni con tre Premier League, due Coppe di Lega, quattro FA Cup, due Community Shield, una Champions League ed una Europa League.

L’ultimo titolo vinto da Frankie con i gradi di capitano dei Blues e, ironia della sorte, trofeo dal quale ripartire per costruire la sua carriera da manager. Che però comincia con le migliori premesse (e la massima stima dei supporters) in quel di Londra col ruolo di leggenda Blues grazie a 648 presenze totali, quarto nella classifica storica del Chelsea, e a 211 gol complessivi col titolo di miglior cannoniere di sempre degli inglesi.

Frank manager: il suo Derby County sfiora l’impresa chiamata promozione

Nel maggio dello scorso anno, Frank decide cosa fare da grande e intraprende la carriera di manager. Del resto, con la sua esperienza, il suo carisma, la sua nobile discendenza ed un quoziente d’intelligenza che, secondo i tabloid britannici, supera i 150 punti, non poteva essere altrimenti. E lo fa partendo dalla B inglese, dalla Championship col Derby County. Nobile del calcio albionico che prova a ritornare nel novero delle grandi in Premier pur senza una compagine fortissima e che, ai nastri di partenza, è al nono posto fra le 24 della cadetteria per valore di mercato, a quota 63 milioni di euro e spiccioli.

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Un dettaglio non da poco in una delle dieci migliori leghe d’Europa ma che non sembra condizionare mentalmente Lampard capace, col suo 4-2-3-1, il giovane Mount (8 gol), che riabbraccerà al Chelsea, di rientro dal prestito annuale, e il 21enne Wilson (15 reti in Championship) di raggiungere la sesta piazza, i playoff e poi la finale promozione a Wembley. Dopo aver superato in rimonta, nella doppia sfida al Leeds, i bianchi di Bielsa. In finale però, i Rams vengono sconfitti dall’Aston Villa per 2-1 Frank dice addio al sogno Premier e ai colori bianconeri delle east midlands.

Il gioco di Frank: 4-2-3-1 e ampiezza laterale

Il Chelsea di Lampard sarà decisamente differente da quello di Sarri. E non ci riferiamo solo ai ricami o al tiki-taka, peraltro vistosi con brillantezza solo in avvio della scorsa stagione, ma anche al sistema di gioco e ai concetti in campo. La nuova bussola dei Blues, infatti, sarà il 4-2-3-1, utilizzato in 34 occasioni su 57 gare nell’annata 2018/19, con la punta centrale come alfiere, punto di riferimento centrale e finalizzatore privilegiato delle manovre del nuovo Chelsea. Manovre sviluppate sulle corsie laterali con gli esterni, di difesa e d’attacco, determinanti ai fini della perfetta riuscita delle trame nella mente di Frankie. Insomma, fra tradizione, leggenda e nuovi asset sul rettangolo verde, Lampard pare proprio quello che ci vuole per confermare ai vertici il brand Chelsea e per rinsaldare l’amore per questa gloriosa maglia.

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