Gigi Maifredi: “Sarri alla Juventus? Dopo un mese gli scoppia lo spogliatoio in mano”
Da quando è diventata ufficiale la notizia dell'addio di Massimiliano Allegri, alla panchina della Juventus sono stati accostati diversi nomi: allenatori di fama mondiale e tecnici sui quali il club bianconero potrebbe decidere di scommettere. La suggestione più grande è quella di vedere Pep Guardiola a Torino, anche se il profilo di Maurizio Sarri rimane forse quello più avvicinabile dalla società campione d'Italia. "L'ex allenatore del Napoli sarebbe la terza scelta dopo Guardiola e Deschamps che non sono riusciti a prendere – ha però commentato Gigi Maifredi – E sarebbe un problema, perché Sarri usa 12 o 13 giocatori e se lo fai alla Juventus ti scoppia lo spogliatoio in mano dopo un mese".
"Nel caso gli servirà un sacco di coraggio – ha aggiunto l'ex allenatore della squadra bianconera, in un'intervista concessa a ‘La Repubblica' – Allenare la Juventus è come diventare Papa: io sono stato Papa Luciani. Se io fossi Sarri, il primo giorno da allenatore della Juventus direi alla squadra: questo è Cristiano Ronaldo e può fare quello che vuole, ma tutti gli altri faranno quello che dico io. Che poi è la stessa frase che utilizzò Mazzone al Brescia, nominando Baggio. Certo, Cristiano non è più quello di due o tre anni fa, ma è sempre formidabile".
La frecciata a Sacchi
Dopo aver legato il suo nome ad una delle pagine meno scintillanti della storia juventina, Gigi Maifredi ha dunque affrontato il tema più caro in questi ultimi giorni a tutto il popolo bianconero: il futuro della panchina. "Il più bravo è Allegri, ma oggi i calciatori delle grandi squadre sono aziende e ognuno pensa a sé – ha aggiunto Maifredi – Allegri non lo seguivano più. Io al Bologna avevo Marocchi che era un eccellente interno sinistro, però alla Juve pensava di essere diventato un regista e arrivederci".
"Gasperini? È bravo, però allena giocatori che muoiono dalla voglia di mettersi in mostra per giocare altrove, e per riuscirci seguirebbero l’allenatore anche nel fuoco. Succede la stessa cosa all’Ajax. In Italia ci si annoia perché gli allenatori si sono appiattiti, non hanno più voglia di cercare e proporre novità. Io, Zeman e poi Galeone avevamo cambiato tutto, e prima ancora Enrico Catuzzi che era un genio. Noi, non Sacchi".