Fratelli contro, mamma Xhaka indossa la doppia bandiera
Integrazione. Amore materno. Senso d'appartenenza. La madre dei fratelli Xhaka è in tribuna per assistere alla gara tra l'Albania e la Svizzera, in campo i suoi figli si ritrovano l'uno di fronte all'altro: Granit contro Taulant, divisi dal colore della maglia ma uniti dallo stesso sangue, simbolo di un'integrazione e di un'accoglienza che affonda le radici nel dramma della Guerra nei Balcani e nell'esodo dei profughi in fuga dall'orrore. Lei è orgogliosa di entrambe e delle proprie origini così decide di sostenere i figli in egual misura indossando una maglietta che reca in parte la bandiera elvetica, in parte il vessillo albanese.
Granit e Taulant, entrambi nati a Basilea da genitori emigrati dal Paese delle Aquile: una storia che s'intreccia con la tradizione della comunità albanese che in Svizzera è arrivata negli Anni Settanta fino a trovare nel cuore del Paese rifugio, soccorso, prospettiva di vita, opportunità di lavoro che il crollo del regime comunista prima e il conflitto in quelle terre aveva estirpato. Ecco perché, quella t-shirt con il doppio stemma non è solo questione di affetto materno ma icona della storia di un popolo che conserva identità comune anche se ha preso una strada diversa: come Granit, centrocampista dell’Arsenal, che ha scelto la maglia della Svizzera mentre Taulant quella dell'Albania, dopo aver atteso invano una chiamata da parte di Petkovic.
Fratelli contro, come i Boateng ai Mondiali del 2010 e del 2014 nei faccia a faccia tra Germania e Ghana.. Fratelli contro, anche se non come vincolo familiare, come Xherdan Shaqiri, Valon Behrami, Blerim Dzemaili e Admir Mehmedi
Sfidarci con Nazionali diverse è l'ultima cosa che avremmo voluto e anche i nostri genitori – ammisero al momento del sorteggio dei giorni -. Speriamo di riuscire entrambi ad andare avanti.
Svizzera e Albania si sono incrociate anche nel corso delle qualificazioni ai Mondiali e la scelta da parte di alcuni calciatori di origine albanese, kosovara di vestire la casacca della Svizzera non è piaciuta ai più oltranzisti: Shaqiri, Behrami e Granit Xhaka vennero fischiati a lungo, colpa anche di una campagna politica da parte delle forze politiche più nazionaliste che addirittura suggerirono ai tre di non scendere in campo.