224 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Palermo-Lazio nel caos: scontri, petardi in campo e violenze allo stadio

Gara sospesa per due volte, seggiolini dati alle fiamme, bagni devastati e petardi sui giocatori. Il match contro la Lazio è stato il teatro dell’ira dei tifosi rosanero. Seguita ai feroci scontri del pomeriggio con 3 feriti e cinque fermati. Un tifoso palermitano è stato preso a calci in faccia da ultrà laziali.
A cura di Alessio Pediglieri
224 CONDIVISIONI
Immagine

Caos a Palermo. Prima e durante il match contro la Lazio i tifosi rosanero sono stati protagonisti di un pomeriggio e poi una serata che è diventata la fotografia di una stagione travagliata. Prima della partita contro i capitolini, gli scontri – anche violenti – tra le due tifoserie, poi all'interno dello stadio ancora brutti episodi antisportivi da parte della tifoseria siciliana. Soprattutto quando la Lazio ha trovato il vantaggio nel primo tempo grazie ad una doppietta di Miro Klose che ha condannato subito gli uomini allenati da un Novellino all'ennesima sconfitta. Lasciando il club ai bordi di una zona retrocessione che sta diventando sempre meno spettro e sempre più certezza. Anche nella ripresa, l'ira dei tifosi non si è placata con lancio di petardi in campo, ennesima sospensione della gara, seggiolini dati alle fiamme e bagni dello stadio devastati. Alla fine, la polizia è dovuta entrare in campo, sotto la Curva Nord palermitana per cercare di riportare l'ordine.

Cori, fischi, petardi e fumogeni allo stadio

Fumogeni, petardi, cori contro il presidente Zamparini. La curva rosanero non è riuscita a trattenersi e mentre in campo i giocatori venivano maltrattati dalla Lazio di Simone Inzaghi, incapaci di reagire, la Curva iniziava la propria personale protesta contro società, dirigenti e giocatori. Prima una serie di scoppi sugli spalti, con petardi che hanno preannunciato il lancio di fumogeni in campo. Tanti, a tal punto che il direttore di gara ha dovuto interrompere per qualche istante il match.

Non solo: a fine primo tempo – conclusosi sul 2-0 per la Lazio – i tifosi del Palermo hanno subissato di fischi la propria squadra che stava mestamente lasciando il terreno di gioco. Ma l'obiettivo principale della Curva era il presidente rosanero, Maurizio Zamparini, considerato il responsabile unico di una stagione oramai compromessa. Proprio il numero uno della dirigenza è infatti stato fatto oggetto di cori al grido di "Zamparini vattene da Palermo!"

Gli scontri nel pomeriggio: agguato al bar

Nel pomeriggio un centinaio di tifosi del Palermo e della Lazio si erano scontrati nel pieno centro cittadino, in via Libertà, all'altezza dell'incrocio con via Mazzini. Tafferugli, spintoni e lancio di oggetti e fumogeni. I feriti alla fine sono stati tre, tutti palermitani. La rissa è stata poi sedata da polizia e carabinieri. Le forze dell'ordine hanno fermato cinque presunti tifosi palermitani che sono stati ritenuti i responsabili dell'aggressione avvenuta al bar Aluia: seduti ai tavolini c'erano una trentina di laziali, poi accerchiati da un gruppo di tifosi rosanero. Ma si ricercano anche alcuni romani, che hanno reagito in modo violento al raid: uno di loro ha ferito con un calcio un palermitano finito a terra e colpito ripetutamente alla testa.

Tensione e terrore per commercianti e residenti. La situazione è degenerato quando i facinorosi hanno prima devastato un banchetto per il referendum poi, afferrato alcuni tavolini a mo' di ariete, si sono diretti verso i rivali per affrontarli nel corpo a corpo.

Stadio sotto assedio

Durante l'intervallo, l'ira dei tifosi rosanero non si è fermato. Molti tifosi della curva Nord palermitana hanno deciso di dare fuoco e fiamme allo stadio, incendiando alcuni seggiolini e oggetti di plastica. Uno spettacolo indecoroso, per una piazza che oramai non sembra più governabile. Il tutto, condito da sonori fischi nei confronti dei propri (ex) beniamini in campo. Durante il secondo tempo, la protesta non si placa: oggetti scagliati in campo, con gli stessi giocatori costretti a toglierli per liberare il terreno di gioco. Fino alla pioggia di petardi che arriva in campo vicinissima ai giocatori che obbliga l'arbitro a sospendere per la seconda volta la partita al 15′ della ripresa.

Immagine

Polizia in campo, cariche nel dopo gara

Nella ripresa, la polizia è dovuta anche intervenire, posizionandosi a ridosso della Curva Nord rosanero, la più esagitata e l'autrice dei lanci ripetuti di oggetti e petardi verso i giocatori. Un cordone in antisommossa con l'intento di evitare il peggio. Mentre uomini della Digos stanno già vagliando immagini e fotogrammi per individuare i responsabili, dopo un fitto colloquio con addetti allo stadio e dirigenti. Sul gol del 3-0 segnato da Felipe Anderson, molti spettatori hanno iniziato a lasciare lo stadio prima che la situazione potesse degenerare ulteriormente. Nel dopo gara, con la folla assiepata nei pressi dei cancelli dove sarebbe uscita la squadra, gli agenti hanno effettuato cariche d'alleggerimento per sgombrare la zona.

Palermo a rischio penalizzazione

Davanti alle intemperanze dei propri tifosi, adesso il Palermo rischia grosso. Si passa da una multa economica a una possibile penalizzazione in classifica che aggraverebbe ancora di più l'attuale precaria posizione rosanero ai bordi della zona retrocessione. In caso di una decisione in tal senso, per il club di Zamparini potrebbe significare la Serie B quasi certa. Sicuramente nelle prossime giornate in Figc ci sarà molto da discutere sul piano sportivo e su quello disciplinare dove sta lavorando anche la Digos per identificare i tifosi più agguerriti.

224 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views