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Euro 2020, minacce da tifosi serbi: ct e due giocatori del Montenegro saltano il Kosovo

La partita tra Montenegro e Kosovo, giocata a porte chiuse dopo le offese razziste da parte dei tifosi di casa ad alcuni giocatori inglesi, non ha visto in campo il ct Tumbakovic e due giocatori, Filip Stojkovic e Mirko Ivanic: tutti e tre nati in Serbia e minacciati dai tifosi di Stella Rossa e Partizan.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo la decisione dell’Uefa, che ha deciso di chiudere lo stadio di Podgorica dopo i fatti di Montenegro-Inghilterra dello scorso 25 marzo (i tifosi di casa avevano rivolto offese razziste ad alcuni giocatori inglesi di colore, tra questi Raheem Sterling, Danny Rose e Callum Hudson-Odoi), la sfida di qualificazione ad Euro 2020 della nazionale montenegrina contro il Kosovo torna a far discutere.

La scelta politica

Come riportato dai media locali, il commissario tecnico del Montenegro Ljubisa Tumbakovic e due giocatori, Filip Stojkovic e Mirko Ivanic si sono infatti rifiutati di scendere in campo in occasione del match contro la selezione kosovara. Il motivo della loro decisione sarebbe da ricercare nelle tensioni politiche che affliggono da tempo la Serbia e il Kosovo. L'allenatore montenegrino, che nelle scorse ore ha parlato alla stampa e riferito di sue possibili dimissioni, e i due giocatori, nati in Serbia come lo stesso commissario tecnico, sarebbero infatti stati oggetto di pressione e minacce da parte degli ultrà di Stella Rossa e Partizan: tifosi che non hanno mai riconosciuto lo stato fondato tramite la scissione dalla Serbia.

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Marusic regolarmente in campo

Al posto di Tumbakovic, la squadra di casa è stata diretta dalla panchina da Miodrag Djudovic e Dragoje Lekovic, e in distinta sono stati comunque inseriti tre giocatori nati in Serbia come il laziale Adam Marusic, l'attaccante Marko Simic e il centrocampista del Wisła Cracovia, Vukan Savicevic. "La politica ha vinto sul calcio, Tumbaković probabilmente non sarà più lallenatore della nazionale", ha riferito il quotidiano montenegrino "Vijesti". Una situazione generata dalla forte tensione tra i due paesi talmente grave da costringere l'Uefa a non mettere in calendario partite tra le due nazionali.

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