Euro 2000: Italia dal paradiso all’inferno, tutta colpa di quel diavolo di Trezeguet

Rabbia e amore. Questo potrebbe essere il sunto dell'avventura della Nazionale italiana agli Europei del 2000 in Belgio e Olanda. Una delle pagine sportive che alimenta rimpianti nella storia azzurra. La rappresentativa guidata da Dino Zoff è partita senza i favori del pronostico per la rassegna continentale, l'Italia però passa il girone come prima e a punteggio pieno. Una vera sorpresa. Si sbarazza della Romania ai quarti e con una gara eroica (le parate di Toldo su rigore) viene a capo anche dell'Olanda padrona di casa in semifinale. Nell'ultimo atto ci tocca la Francia.
Delvecchio e la magia di Totti. La finale è contratta ma gli azzurri sembrano più in partita e Zoff sorprende Roger Lemerre schierando Marco Delvecchio al posto del titolarissimo Pippo Inzaghi. Nella ripresa, con la gara inchiodata sullo 0-0, Totti mette in mostra una delle specialità della casa: colpo di tacco tra due avversari e palla nello spazio. Il tornante della Juve, Pessotto, si fionda sulla palla e crossa in maniera deliziosa. Delvecchio spinge la palla in rete e l'Italia è meritatamente in vantaggio sulla Francia.
Da quel momento inizia l'assedio transalpino con gli azzurri che in contropiede possono archiviare la pratica per due volte con Del Piero ma ‘Pinturicchio' non è ispirato e manca la pennellata d'autore: una volta calcia addosso a Barthez; un'altra chiude troppo il sinistro, con la palla che finisce clamorosamente fuori.
Gli ultimi minuti sembrano interminabili. La panchina azzurra è tutta in piedi. Sono tutti abbracciati e si attende il triplice fischio ma accade l'irreparabile: Fabien Barthez batte una punizione dalla sua metà campo, la Francia è tutta davanti e David Trezeguet stacca prima di tutti buttando la palla verso l'area azzurra. Cannavaro è fuori tempo e la sfiora appena. Il pallone arriva a Sylvain Wiltord. Siamo al minuto 93. Mancano meno di 60" al triplice fischio e l'ala di Neuilly-sur-Marne controlla di petto e di sinistro, con una piccola deviazione di Nesta, batte Toldo. È il pareggio.
L'Italia piomba nel baratro. In panchina c'è incredulità. In campo i giocatori si guardano e non riescono a capire come possa essere successo. Da quel momento c'è una sola squadra in campo. È la Francia. Gli azzurri sono a pezzi. Non riescono a riprendere le redini della gara in mano. Il gol ha dato vigore ai transalpini che sembrano correre il doppio dei nostri, poter colpire in qualsiasi momento. Come un boia pronto a eseguire la sentenza.
Al minuto 104 arriva il colpo di grazia. Robert Pires imita Jean Claude Killy sulla fascia sinistra e mette la palla verso il centro dell'area di rigore. Trezeguet, che si trova tra Iuliano e Maldini, fa un passo indietro e trova la tavola imbandita per portare la Francia in paradiso. Girata di sinistro sotto la traversa, golden gol e gara chiusa. La Francia è campione d'Europa. A distanza di 6 anni la vendetta arriverà a Berlino ma quella serata del De Kuip rimarrà una delle delusioni più grandi della storia della Nazionale italiana di calcio. Dal paradiso all'inferno in meno di un minuto.