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Errori giuridici, polemiche arbitrali, spie e giochi di potere: ecco a voi Milan-Juve

Non solo la sfida in campo, il match di domani sera è molto di più. Galliani e Agnelli hanno provato a gettare acqua sul fuoco ma i battibecchi tra i due tecnici, le liti sui rinvii, i ‘casi’ Ibrahimovic (squalifica confermata) e Chiellini (la ‘spia’ di Coppa) non sono dimenticati. Quanto influeranno?
A cura di Alessio Pediglieri
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AC Milan vs. Juventus

Che Milan-Juventus non sia semplicemente una partita di calcio lo dicono i fatti. Sabato 25 febbraio a San Siro si ritroveranno di fronte due vecchie nemiche del pallone italiano, storiche rivali di sfide che si perpetuano anno dopo anno (con pause cicliche fisiologiche) dagli anni 30 ad oggi. Milan-Juve da sempre è sfida di culture diverse, di tifoserie che dividono in due l'Italia, di passioni calcistiche dalla storia differente e di poteri e prestigio all'interno del panorama calcistico italiano. Anche oggi, con il ritorno prepotente dei bianconeri in campionato e la riconquista dello scudetto da parte del Milan l'anno passato dopo una pausa lunga sette stagioni, è tutto questo ancor di più, perchè le ultime schermaglie hanno riacceso una miccia che è sempre stata troppo corta per poter essere poi spenta in tempo prima del fischio iniziale.

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Il patto d'onore. Accadrà anche questa volta, anche se Adriano Galliani ha provato anzitempo a ‘fermare‘ il giovane collega bianconero, telefonando ad Andrea Agnelli e invitandolo a sposare un profilo molto più basso e compassato da qui fino a sabato sera, essendoci già molta (troppa) carne al fuoco fomenata da venti cher spirano a tutto vapore. Un colloquio telefonico breve, avvenuto nel riserbo più assoluto ma che è stato ben accolto a Torino, con l'ultimo rampollo della famiglia di zio Gianni che ha subito ‘mangiato la foglia'.
Dopotutto tra Milan e Juventus c'è un sodalizio che risale al tempo dei padri (uno naturale, Umberto e uno ‘spirituale' Silvio Berlusconi, progenitore del Milan odierno), un patto d'onore e di potere che non può venir meno nemmeno nel momento delle polemiche. Anche perchè, malgrado ci siano fortissime divergenze (mai come in questo ultimo biennio) tra le due società sotto il profilo sportivo, vige sempre all'interno del Palazzo di Cristallo del calcio, un fortissimo legame saldato da interessi legati alla ripartizione dei diritti televisivi e alla ‘gestione' di una Lega Calcio in cui sia bianconeri che rossoneri sono tra i primi e strenui sostenitori del ‘presidente dimissionario', Maurizio Beretta.

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La sfida infinita sull'asse Torino-Milano. Eppure, quest'anno si è rasentato ripetutamente l'incidente ‘diplomatico‘ più per l'intemperanza di Andrea Agnelli che per volontà rossonera, forse perchè il giovane numero uno juventino è chiamato, anche moralmente, a rifar sentire la ‘voce del padrone' in ogni sede e su ogni argomento dopo troppi anni di silenzio e di decadenza.
Così accade che la Juventus si scontri contro tutto e contro tutti per la questione di Calciopoli (ancora aperta) senza trovare il sostegno di un Milan che nel 2006 subì anch'esso l'onta della penalizzazione ma che non ha mai deciso di intevenire nella vicenda, sposando un profilo basso quasi di rassegnazione a ciò che è stato (e che, non dimentichiamolo, ha comportato nel 2007 un successo in Champions League contro un'Uefa che non voleva il Milan iscritto per un codice etico troppo lacunoso per fermarne il cammino).
E accade anche che in campionato (solo questo ha oggi la Juventus) il freddo invernale e il ghiaccio siberiano oltre ad aver fermato l'Italia intera, congelino ancor più i rapporti sull'asse Torino-Milano. Adriano Galliani chiede alla FIGC il posticipo di Milan-Napoli davanti a previsioni che annunciano temperature antartiche a -10 dieci (era il 5 febbraio) e in tutta risposta, senza che ve ne fosse la necessità, arriva la piccata risposta della Juventus per voce dell'ad Marotta in cui si sottolinea come non si possano cambiare le carte in corsa o i regolamenti a stagione in corso.
Un freddo glaciale che porta Antonio Conte e Giuseppe Marotta a ricordare come lo ‘Juventus Stadium' sia unico in Italia dove il problema stadi è la prima causa dei continui rinvii che coinvolgono la Juventus costretta a trasferte a ‘vuoto‘ e a recuperi che ne ‘falsano' la continuità propria e del campionato con l'appello corale allo "spettacolo" che vien meno (era l'11 febbraio 2012).

febbraio milan juve

“ Juventus Football Club ribadisce e sostiene quanto dichiarato dall'allenatore Antonio Conte, dal consigliere Pavel Nedved e da Andrea Pirlo al termine dell'incontro. ”
FC JUVENTUS
Questione di stile. Al di là della ‘guerra fredda‘ (in ogni senso) arrivano anche le polemiche sugli arbitri, le rispettive lezioni di stile e il confronto dialettico tra i due allenatori, Anrtonio Conte e Massimilianio Allegri.
Questione del contendere la mancanza di equità e di ‘rispetto‘ nei confronti della ‘capolista' (Marotta, 6 febbraio) vessata da errori arbitrali che negano rigori evidenti (il cui manifesto stagionale è il ‘mani' in area della sfida con il Siena e i due rigori negati a Parma) e la ‘questione di stile' con cui ha risposto Milanello per opera di Max Allegri (conferenza stampa del 7 febbraio), fino all'esplosione del club bianconero con Conte che sopsetta retaggi pesanti di Calciopoli alla base della ‘paura' di essere equi con la Juve (dopo gara del recupero Parma-Juventus del 16 febbraio 2012) condita dal comunicato stampa del club di Agnelli apparso sul sito ufficiale a sostegno totale di quanto detto (17 febbraio 2012, sul sito ufficiale juventus.com).

I casi di Ibrahimovic e Chiellini. E in mezzo? In mezzo le polemiche con il designatore arbitrale Braschi, l'intervento di Abete e le risposte piccate di Agnelli, le liti in Lega Calcio sulla questione Lotito (squalificato da Calciopoli ma consigliere di Lega), i finti complimenti reciproci su chi è il ‘favorito' della sfida e della stagione e un campionato che – forza i rinvii – ha visto ribaltare la situazione in vetta con il Milan che con una gara in più si presenta a San Siro con un +1 sulla Juventus che ha l'obbligo morale di non sbagliare la partita.

“ La decisione della Corte di Giustizia Federale è ingiusta, perché ha applicato una sanzione destinata agli atti violenti, ad un atto che violento non è stato. È un grave errore giuridico ”
AC MILAN

Senza dimenticare altri due ‘casi' che hanno tenuto banco agitandone le tifoserie e i dirigenti: la ‘manita' di Ibrahimovic ad Aronica in Milan-Napoli 0-0 (era il 5 febbraio 2012) con l'eslupsione diretta dello svedese da parte di Rizzoli e il ‘replay' avvenuto in Coppa Italia ancora a San Siro, proprio con la Juventus a fine gara quando ancora Ibrahimovic proponeva un nuovo ‘duello' con Storari (era l'8 febbraio), raccontato alla stampa nel post-gara da Chiellini, la ‘spia'. Storie di squalifiche, ricorsi e infinite polemiche.
Il difensore bianconero venne indicato come una novella ‘Mata Hari' che ha spifferato un episodio di campo ai giornalisti per auspicare una nuova squalifica allo svedese mentre non era accaduto (quasi) nulla e mentre in casa Milan, in primis Ambrosini, lo si accusava apertamente di aver fatto lo ‘spione' venendo meno al patto d'onore che vige da sempre tra calciatori per i quali i fatti di campo e spogliatoio restano lontano da occhi indiscreti (9 febbraio 2012).
Fino ad arrivare alla conferma della squalifica delle tre giornate per Ibrahimovic (23 febbraio 2012) da parte del Giudice Sportivo che determina la manata ad Aronica un gesto violento ed antisportivo, racchiuso nella parola "schiaffo" che valela conferma di tre turni e l'assenza di Ibrahimovic nella supersfida che varrà un pezzo grosso di scudetto. Con l'ultima polemica, questa volta, da parte della società rossonera che – con un comunicato ufficiale – si scaglia contro la sentenza che non ha accettato il ricorso, parlando di un "grave errore giuridico".

E alle porte c'è una sfida di calcio e sport. Ma sembra che sia semplicemente uno spettacolo marginale.

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