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Elezioni Fifa, Gianni Infantino è il nuovo presidente

Il segretario generale della UEFA vince alla seconda votazione: 115 voti su 104 necessari, battuto lo sceicco Al Khalifa, fermo a quota 88 voti.
A cura di Marco Beltrami
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Gianni Infantino è il nuovo presidente della FIFA. Lo svizzero ha ottenuto alla seconda votazione ben 115 voti, più di quelli necessari (104) per assicurarsi la vittoria. Sconfitto lo sceicco Al Khalifa, che si è fermato a quota 88 voti. Nella seconda votazione, appena 4 i voti per Ben Hussein, mentre Champagne non ne ha ottenuto nessuno. La presidenza della FIFA resta dunque nelle "mani" elvetiche: da Blatter ad Infantino, il calcio mondiale ha scelto.

Alla prima votazione non ci sono state sorprese: nettamente fuori dai giochi Jerome Champagne (7 voti) ed Ali Ben Hussein (27), mentre il preannunciato testa a testa fino all'ultimo voto tra Salman Bin Al Khalifa e Gianni Infantino sembrava certo visto il "parziale" di 88-85 per lo svizzero, ben lontano comunque dai 138 voti su 207 necessari per essere eletto al primo turno.

Il giorno della verità per la Fifa è dunque arrivato. Il massimo organo calcistico internazionale ha eletto il nuovo presidente, che dovrà raccogliere l’eredità di Sepp Blatter. Lo svizzero dopo 18 anni di leadership quasi incontrastata è fuori dai giochi in seguito agli scandali che hanno travolto lui e quello che sarebbe potuto essere il suo successore, ovvero Michel Platini. I 6 anni di squalifica per entrambi rappresentano la chiusura di una delle pagine più nere dello sport, fatta di arresti, tangenti e dirigenti finiti in in prigione. In quel di Zurigo dunque, con l’elezione del nuovo presidente Gianni Infantino, inizierà un nuovo corso che avrà il difficile compito in primis di tagliare i ponti con il recentissimo passato. Missione difficile, ma non impossibile. Nel frattempo però la Fifa ha già approvato novità importanti: la limitazione a tre mandati di quattro anni, per un totale di dodici, per il presidente della Fifa e altri massimi dirigenti della federazione internazionale; controlli sull'integrità morale dei membri e pubblicazione del reddito del presidente della Fifa e degli altri vertici; l'aumento della presenza femminile nel governo mondiale del calcio.

La palla è dunque passata ai 207 Paesi membri della Fifa che hanno espresso la loro preferenza tra i 4 candidati ovvero, lo sceicco del Bahrein Al Khalifa, il segretario generale dell’Uefa Gianni Infantino, il principe giordano Ali Hussein e  l'outsider Jerome Champagne. Il 5° candidato infatti, Tokyo Sexwale, si è ritirato dalla corsa all'ultimo momento. I favoriti erano i primi due alla luce di una proiezione che vede concentrati verso di loro il maggior numero dei voti.

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Lo sceicco Al Khalifa

Il favorito numero uno per la nuova presidenza della Fifa era senza dubbio Salman Bin Al Khalifa. Lo sceicco del Bahrein poteva contare su circa 100 voti, ovvero quelli della Federazione africana e di quella asiatica di cui è presidente. Al Khalifa non rappresenterebbe sicuramente una vera e propria rottura con il passato: membro della famigliare reale del Bahrein, ha appoggiato Blatter in passato e gode di un patrimonio personale di miliardi di dollari. Tra le sue ombre l'accusa di violazioni dei diritti umani durante la rivolta del suo Paese nel 2011.  Una sua leadership sposterebbe gli equilibri calcistici verso Oriente con Paesi come gli Usa che non gradirebbero per esempio la presenza di un arabo musulmano alla guida del massimo organismo calcistico internazionale. Tra le sue priorità ci sono quelle legate al Mondiale a 40 squadre, e incrementare i finanziamenti per tutto il movimento: “Bisogna promettere solo quello che possiamo realizzare e soprattutto per Confederazioni come Africa, Asia, Nord America, America Centrale e Caraibi: maggiore sostegno finanziario, maggiori fondi per lo sviluppo e più posti nelle fasi finali della Coppa del Mondo".

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Il Segretario generale dell'Uefa Gianni Infantino

L’antagonista numero uno dello sceicco Al Khalifa è senza dubbio Gianni Infatino, ovvero il Segretario Generale dell’Uefa, vero e proprio braccio destro di Michel Platini. Abbiamo imparato a conoscere lo svizzero di chiare origini italiane, in occasione dei sorteggi delle maggiori competizione europee, ma Infantino non è certo solamente un uomo delle cerimonie. Attualmente può contare su circa 100 voti, con l’Europa che in maniera praticamente compatta spinge per la sua elezione, Italia compresa. Se vorrà battere la concorrenza Infantino dovrà sicuramente ampliare i suoi voti tra Sudamerica e Nord-Centro America, in maniera tale da contrastare lo sceicco. Proprio per questo probabilmente come il suo rivale, lo svizzero si è detto favorevole ai Mondiali a 40 squadre. Per lui parole di grande stima da parte dello stesso Platini che dovrà di fatto sostituire nella corsa per la presidenza della Fifa, che ha dichiarato: “Abbiamo lavorato nove anni insieme. E' un gran lavoratore. Mi fido di lui". E nel suo discorso di presentazione Infantino, che ha parlato anche in italiano, oltre che in inglese, francese, spagnolo, tedesco e portoghese ha evidenziato gli ottimi risultati ottenuti nella sua carriera all'Uefa: "Il destino ha voluto che mi lanciassi alcuni mesi fa in un lungo ed affascinante viaggio che non avevo previsto. In un continente in crisi, durante i miei sette anni quale amministratore dell'Uefa , gli introiti derivanti dal calcio sono stati moltiplicati per tre". Più fondi dunque alla federazioni, è questo il primo impegno da parte di Infantino

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Il principe di Giordania, Al Hussein

E’ stato il grande antagonista di Blatter nelle ultime elezioni presidenziali, dove incassò una sonora sconfitta. Con lo svizzero fuori dai giochi però, quasi certamente non ci sarà gloria per Ali Bin Al Hussein, principe di Giordania. Le stime parlano infatti di circa 20 voti, ovvero più di 50 in meno rispetto all’ultima tornata. La presenza di Al Khalifa infatti ha tolto peso specifico al principe che potrà contare solo su alcuni Paesi del Medio Oriente. Il suo ruolo potrebbe rivelarsi decisivo però in caso di arrivo al ballottaggio, in ottica alleanze.

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Jerome Champagne

Stesso discorso per il 55enne francese Jerome Champagne. La sua candidatura sembra destinata a rivelarsi una vera e propria formalità. Supportato da Pelè e Weah soprattutto per la sua volontà di ridisegnare il calcio, ridistribuendo le ricchezze che ne derivano anche nei Paesi più poveri, non ha trovato un grande appoggio. Raccoglierà solo una manciata di voti come Sexwale ed è destinato a ricoprire solo un ruolo di comparsa nelle elezioni per la presidenza della Fifa.

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Tokio Sexwale si ritira all'ultimo momento

“Sono un combattente, voglio cambiare le cose”. Così Tokio Sexwale aveva confermato la sua volontà di andare avanti per la sua strada, nonostante le possibilità di vittoria fossero praticamente nulle. All'ultimo momento però qualcosa è cambiato per lui, e così proprio al termine del suo lungo discorso di presentazione, Tokyo Sexwale ha annunciato di ritirare la propria candidatura alla presidenza della Fifa. "La mia campagna per la presidenza si chiude in questo momento". Compagno di prigionia di Nelson Mandela, il ricco sudafricano non avrebbe potuto contare nemmeno sull’appoggio del suo continente, schieratosi dalla parte di Al Khalifa. Sul suo passato a livello dirigenziale nel calcio ci sono non poche ombre, confermate dal suo ruolo nell’assegnazione scopertasi poi truccata degli ultimi Mondiali Sudafricani.

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