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Ecco perchè, malgrado i milioni che arrivano dagli sponsor, l’Inter non può fare mercato

Suning ha annunciato l’entrata di una ventina di milioni provenienti dalla gestione del marchio in Asia, concedendolo ad alcune aziende partner. Soldi importanti per lo sviluppo del club ma che nulla hanno a che fare con il Fair Play Finanziario che richiede 30 milioni entro il 30 giugno. Soldi che devono arrivare dalle cessioni. Banega ne porterà 9, ma siamo ancora in alto mare.
A cura di Alessio Pediglieri
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Suning sarà anche un colosso mondiale e un'azienda leader in Asia ma all'Uefa interessa poco. Il massimo organismo europeo del calcio pretende dai propri club bilanci in ordine, uscite consone alle entrate, nessun indebitamento o ritardi di pagamento. Insomma, i club devono essere gestiti come qualsiasi altra impresa, in modo sano, virtuoso, che produca utili e che favorisca l'economia. Non che l'affossi. E' per questo che, anche grazie a Michel Platini, il Fair Play Finanziario è stato varato e utilizzato senza alcuna accondiscendenza nei confronti di chi ne infrange i principi. Senza alcuna eccezione: sanzioni, esclusioni, penali. Nel mirino, da anni è finita anche l'Inter che in Italia, insieme alla Roma, è tra i club maggiormente in difficoltà a dar quadrare i conti. E che fra qualche giorno dovrà di nuovo rendere conto all'Uefa per dimostrare di avere le carte in regola per operare sul mercato e poter spendere per rinforzarsi.

30 giugno, la dead line – Non è un mistero: l'Inter dece trovare svariati milioni entro fine mese o l'Uefa provvederà a nuove sanzioni. Una situazione delicata per la società nerazzurra che in teoria avrebbe anche fondi importanti su cui attingere per una campagna acquisti faraonica, ma con il FFP in vigore non contano le liquidità imprenditoriali dei proprietari delle società ma quanto le stesse spendono e incassano per il proprio esercizio. In pratica, si investe nel momento in cui si ricava e solo quanto si è ricavato, nulla di più. Così, la notizia che attraverso un attento lavoro di marketing Suning abbia raccolto circa 20 milioni di euro dalla cessione utilizzo del marchio in giro per l'Asia.

Investimenti sul marchio – Nell'ultimo anno la dirigenza di Suning aveva già garantito nuove entrate – 15 milioni – con l'acquisto dei cosiddetti "naming rights" di Pinetina e Interello, poi era stato siglato l'accordo con la casa automobilistica SWM Motors, che è diventata l'auto ufficiale per l'area Greater China. Grazie anche al nuovo accordo triennale entreranno nel bilancio, che verrà chiuso venerdì, 20 milioni a stagione. In Cina aziende vicine a Suning utilizzeranno il marchio Inter associato ai propri prodotti. Tutte note positive per il bene della società e per il suo valore complessivo che cresce sensibilmente. Ma nulla c'entra con i parametri UEFA.

30 milioni – L'Inter dovrà comunque entro il 30 giugno presentare plusvalenze per una trentina di milioni di euro evitando di fatto sanzioni e restrizioni per il prossimo mercato e la futura stagione. I soldi devono obbligatoriamente arrivare dalle cessioni, altre entrate non sono considerate. E al momento si è in alto mare. Il solo Banega è stato effettivamente ceduto, rispedito al mittente, il Siviglia che dovrebbe pagarlo circa 9 milioni. Ne mancano altri 20.

Plusvalenze obbligate – All'appello mancano altri colpi, come Caprari, di proprietà nerazzurra che potrebbe essere ceduto alla Sampdoria nell'affare Skriniar con circa 12 milioni di euro che entrerebbero nelle casse interiste. Poi, altri colpi da chiudere nelle prossime 48 ore come Ranocchia, Kondogbia, Brozovic, Jovetic, Perisic, Murillo, Santon. Insomma mezza squadra con cui tappare la falla e poi, solo poi, pensare realmente al mercato estivo.

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